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Centrale Adriatica, la Polizia forza il blocco

Tensione ai cancelli stamattina, almeno un fermato tra i lavoratori. La direzione riesce ad aprire un varco e il flusso di merci riprende. I lavoratori però restano ai cancelli, lo sciopero continua. Solidarietà da Santa Insolvenza.

15 Novembre 2012 - 15:16

Le forze dell’ordine sono arrivate stamattina alle 7.30 davanti ai cancelli di Centrale Adriatica di Anzola Emilia. Circa 60 gli agenti intervenuti. Momenti di tensione, con la polizia che tentava di smuovere il blocco per far passare i camion, da giorni assiepati in attesa fuori dai cancelli, mentre i lavoratori del picchetto restavano determinati a resistere. Resistenza, cori e determinazione: alcuni lavoratori si sono sdraiati sotto le gomme dei camion per fermarli. Un lavoratore è rimasto ferito, medicato sul posto da un’ambulanza. La polizia è intervenuta trascinando via di peso i facchini, e ne ha isolati almeno 6 contro un muro: trattenuti, tutti identificati, per almeno uno di loro è scattato anche il fermo in questura. Potrebbe esserci un secondo fermato, ma la notizia non è confermata.

Verso metà mattinata, con la mediazione della polizia, la dirigenza ha fatto sapere di essere pronta a un incontro con i lavoratori. Sono quindi saliti in 3, delegati su mandato dell’assemblea dei lavoratori, ad incontrare “un dirigente che fin qui non ci aveva neanche degnato di una parola”. Un’ora di discussione ma nulla di fatto, perché la dirigenza è rimasta sulle sue posizioni e non ne ha voluto sapere di intervenire sull’art.8 dello statuto della cooperativa AsterCoop, quello che obbliga tutti i lavoratori del settore a sottoporsi a 3 – 6 mesi di prova prima di essere ri-assunti. Ma mentre l’incontro andava avanti, di sotto la dirigenza riusciva a trovare il modo di forzare il blocco, facendo tagliare alcune reti di recinzione del centro di smistamento. Un ingresso laterale improvvisato, e il flusso di merci è ripreso.

Il presidio però rimane, una cinquantina di lavoratori insieme a una ventina di solidali presenti alla fine della mattinata. Nelle prossime ore decideranno come continuare la lotta. Da segnalare che lo sciopero è riuscito anche oggi, con l’adesione della maggioranza dei lavoratori del comparto smistamento interessati dal cambio di contratto; e che il picchetto ha ricevuto ancora una volta la solidarietà di parte dei camionisti, pur costretti ad aspettare fuori dai cancelli.

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> Il comunicato di solidarietà di Santa Insolvenza:

Solidarietà ai facchini di Anzola dell’Emilia, impegnati da una settimana in una dura battaglia contro Coop Centrale Adriatica. Da anni Coop promuove precarietà e sfruttamento nei propri magazzini, dove impiega personale sottopagato e spremuto fisicamente oltre ogni limite. Adesso i dirigenti Coop hanno pensato bene di andare oltre.

Ai 180 facchini con anni e anni di esperienza e di fisico usurato, Coop e il suo sistema di appalti e subappalti truccati ha riservato un nuovo contratto e una nuova cooperativa. Risultato: paga decurtata, quota di 2500 euro da pagare alla cooperativa subentrante e un periodo di prova mascherato di sei mesi che lascerà tutti in balia dei nuovi datori di lavoro. Alla faccia dei tanto sbandierati valori cooperativi. Le scelte del presidente di Coop Adriatica, Adriano Turrini, sono uguali a quelle del suo più famoso e infame collega Sergio Marchionne. Quello che sta avvenendo ad Anzola noi l’abbiamo già visto all’Ikea di Piacenza. Un legittimo picchetto di chi chiedeva solo di conservare i propri diritti è stato fatto a pezzi trascinando via chi resisteva a terra, in nome del diritto di Coop di continuare a sfruttare e a fare profitti sulla pelle dei propri lavoratori.

Per questo siamo solidali con i facchini di Coop e con la loro lotta. Vergogna invece a chi finge di non vedere cosa sta succedendo a pochi chilometri da Bologna, sindacati e partiti politici in testa a tutti.

Vergogna, infine, ad Adriano Turrini, che solo pochi giorni fa ha avuto il coraggio dire: “Fa parte della nostra missione poter essere utili alla società oltre che vendere scatolette e detersivi, perché di fronte a fenomeni di implosione sociale che potrebbero verificarsi molto in fretta non potremo dire che non ce l’aspettavamo”.

Santa Insolvenza