Acabnews Bologna

Contratto Metalmeccanici, Usb lancia campagna per il “no”

Il sindacato di base annuncia la creazione di comitati nelle fabbriche contro l’accordo raggiunto tra Federmeccanica e Fim, Fiom e Uilm: “Non c’è nulla da festeggiare, questo contratto è in assoluta continuità con quello firmato nel precedente e scambia qualche soldo in più, sempre pochi rispetto al costo della vita, con la nuova normativa sull’inquadramento”.

16 Febbraio 2021 - 10:06

In Emilia-Romagna prende il via la mobilitazione dell’Usb contro il nuovo contratto nazionale dei metalmeccanici definito dall’accordo raggiunto tra Federmeccanica e Fim, Fiom e Uilm. Sull’intesa dovranno esprimersi i lavoratori tramite referendum e “daremo vita a comitati del ‘no’ all’interno delle fabbriche contro la firma dell’accordo”, annuncia Usb Lavoro privato. La campagna coinvolgerà anche le fabbriche in cui Usb non è presente: “Cercheremo di partecipare con i nostri delegati alle assemblee di Fim, Fiom e Uilm perchè possa esserci un contraddittorio e i lavoratori possano essere informati in maniera trasparente. Faremo le nostre assemblee e, dove non riusciremo, faremo volantinaggio”.

Secondo Usb, con il nuovo contratto “non c’è nulla da festeggiare perché questo contratto è in assoluta continuità con quello firmato nel precedente. Se è vero che questo contratto porterà qualche soldo in più, sempre pochi rispetto al costo della vita, è anche vero che ciò è avvenuto per effetto di uno scambio tra salario e la nuova normativa sull’inquadramento. A tutti gli effetti non viene cancellato il meccanismo di calcolo Ipca previsto per gli aumenti retributivi, anzi viene definitivamente approvato. Solo per la prossima vigenza contrattuale 2021-2024 viene integrato con qualche euro in più. Negli ultimi due rinnovi, dal 2016 al 2024 per un totale di 9 anni di vigenza contrattuale, tre anni sono stati a costo zero per le aziende ed a rimetterci sono stati i lavoratori. Inoltre, il nuovo inquadramento voluto fortemente da Federmeccanica per effetto dell’innovazione tecnologia dell’industria 4.0, superando l’inquadramento professionale unico del 1973, è solo il pretesto per schiacciare i livelli verso il basso senza che il singolo lavoratore possa, nei fatti, contestarne legalmente il mancato riconoscimento. Avere accettato che i minimi contrattuali vengano adeguati sulla base della dinamica inflattiva misurata con l’Ipca ed il meccanismo ex post, ha provocato anche il non riconoscimento della indennità di vacanza contrattuale, quell’elemento economico provvisorio che dovrebbe essere riconosciuto dalla scadenza del CCNL precedente e fino al momento del rinnovo. Ciò è avvenuto tecnicamente con l’ultrattività del contratto scaduto, portando così solo 12 euro lordi, per il 2020, nelle tasche dei lavoratori”.

Sostiene ancora Usb: “Ancora una volta si è deciso di investire sulla previdenza complementare per i neoassunti. Questa scelta chiara, che va nella stessa direzione dei vari governi partendo da Monti fino ad arrivare a questo di Draghi, è quella di ridurre al minimo il sistema pensionistico pubblico a favore di quello privato. Così come continua imperterrito l’avanzamento della sanità integrativa a danno della pubblica, un meccanismo questo che nel corso degli ultimi anni si è mostrato fallimentare. Qui c’è un nuovo importante elemento. Per la prima volta la sanità integrativa viene estesa ai pensionati, segno questo che, la strada intrapresa è uguale a quella della previdenza complementare. Evidentemente la grave emergenza sanitaria mondiale, ancora in atto, non ha insegnato nulla”.