Acabnews Bologna

Confederali firmano con Yoox? “È un attacco alle donne migranti in lotta”

Il Coordinamento migranti contro l’accordo siglato da Cgil, Cisl e Uil. Regione diffonde dati su occupazione femminile: su 68.000 occupati in meno, 52.000 sono donne. Amianto, sono due i decessi di questo mese tra gli ex ferrovieri.

10 Marzo 2021 - 19:17

“L’8 marzo, mentre le donne, le operaie, le migranti prendevano parte allo sciopero femminista globale e manifestavano in tutto il mondo, Yoox ha firmato un accordo con i tre moschettieri del sindacalismo aziendale”. Lo scrive il Coordinamento Migranti. Prosegue il comunicato: “Hanno scelto l’8 marzo per spacciare questo accordo come una conquista per le lavoratrici, ma si tratta dell’ennesimo attacco alle donne migranti che da mesi lottano contro un’azienda che, oggi lo possiamo dire con ancora più ragione, non solo sfrutta le operaie ma lo fa attraverso un becero maschilismo e un malcelato razzismo. Il contenuto dell’accordo si riassume facilmente: poche e mirate concessioni per le lavoratrici e lavoratori con particolari fragilità e alle madri di figlie/i con meno di un anno che potranno godere di un turno centrale straordinario. Per le donne con figlie/i tra uno e tre anni la miserabile concessione del part time. Bisogna avere un tetro maschilismo dentro per mettere delle lavoratrici, che sono nella stragrande maggioranza migranti, nella condizione di scegliere tra il salario e i figli. Davvero la Cgil pensa che queste lavoratrici possano rinunciare a gran parte del loro salario, avendo di fronte la minaccia costante del rinnovo del permesso di soggiorno? L’8 marzo del 2021 la CGIL ha stabilito che queste donne dovranno dipendere da mariti e compagni per mantenere la soglia minima della sussistenza con un salario e mezzo. E se alcune di queste donne stanno crescendo da sole i loro figli/e, la Cgil d’accordo con la Yoox ha deciso che potranno farlo solo con mezzo salario. Eppure le lavoratrici che in questi mesi hanno portato avanti la lotta dentro alla Yoox avevano chiesto una cosa facile da attuare: fare il turno centrale per poter portare i figli all’asilo e poter stare con loro la sera. La Cgil e i suoi confederati hanno semplicemente deciso di essere complici dell’autoritarismo dell’azienda. La Cgil punisce le sue sindacaliste ribelli e firma accordi a favore delle imprese, la Yoox isola le operaie che alzano la testa e di fronte alle loro instancabili lotte firma accordi alle loro spalle, nel timore che la lotta di alcune tenaci diventi la lotta di tutte. Un’intesa perfetta all’opera in vari posti di lavoro e che segna la linea politica della ricostruzione sulla pelle delle donne, soprattutto delle migranti. Per le lavoratrici questo accordo non vale niente. È solo l’ennesimo atto di questa vicenda che mostra l’odio verso le donne, le migranti, le madri”.

Intanto, secondo il rapporto stilato dalla Regione Emilia-Romagna sull’impatto che l’emergenza Covid ha avuto sull’occupazione femminile nel 2020, su 68.000 occupati in meno ben 52.000 sono donne e di queste oltre 42.000 erano occupate nei servizi. Le differenze di genere pesano anche nell’accesso allo smart working, per effetto della chiusura delle scuole: nei primi mesi della pandemia nel 2020 ha aderito al lavoro agile il 58% delle donne a fronte del 23% degli uomini. Sono soprattutto donne, inoltre ad aver chiesto congendi parentali (27.937 contro 8.285 uomini) e bonus baby-sitter (82.266 contro 36.842 uomini). Specificamente a Bologna, infine, secondo invece dati dell’Ispettorato del lavoro elaborati dai sindacati, sarebbero oltre mille le donne costrette a dimettersi nel corso del 2020 per le difficoltà di conciliare, sotto pandemia, lavoro e cura familiare. Molte altre potrebbero perdere il lavoro quando finirà il blocco dei licenziamenti connesso all’emegenza sanitaria: delle 14.000 persone in cassa integrazione in deroga, tra il 56% e il 58% sono donne.

Infine, Afeva, l’Associazione familiari e vittime dell’amianto, dà notizia di un’ulteriore recente decesso tra gli ex ferrovieri: “Mentre stavamo comunicando il decesso per mesotelioma di Mauro Roda, abbiamo saputo della morte avvenuta il 1° marzo 2021 di Giordano Gnudi, elettricista in OGR Bologna dal 1970 al 1974. La notizia ci è stata data da Bruna, la moglie di Giordano e la causa è ancora un mesotelioma da esposizione alle fibre di amianto. Giordano aveva 72 anni (nato il 6 giugno 1948), e nel 1970 era stato assunto in OGR Bologna come metalmeccanico elettricista al Secondo Reparto, Terza squadra dove aveva lavorato fino al 1974 quando lasciava le OGR e veniva assunto alle Poste dove ha lavorato fino al pensionamento nel 1999. Come tanti suoi colleghi, Giordano era iscritto ad AFeVA ER, contribuendo così alla lotta per eliminare l’amianto e garantire la tutela degli ex esposti amianto. La notizia ci lascia sgomenti, ci stringiamo con un abbraccio alla moglie Bruna”.