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Comitato Esa: “A noi niente sala, ai neofascisti sì” [foto]

Rinviata al 4 giugno l’iniziativa pubblica impedita, ieri sera, dalla revoca della sala da parte del quartiere Santo Stefano. Intanto, nuove solidarietà per lo sgombero di Taksim.

29 Maggio 2014 - 19:38

Baraccano - © Michele LapiniIeri, all’ultimo momento, il quartiere Santo Stefano ha revocato la disponibilità della sala Biagi del Baraccano per lo svolgimento dell’iniziativa pubblica “Autogestione bene comune”, organizzata dal Comitato per la promozione e la tutela delle Esperienze sociali autogestite: “Si tratta di un gravissimo precedente politico- commenta oggi il Comitato, che ieri ha comunque tenuto un presidio davanti al Baraccano- avvenuto in un Quartiere la cui Giunta è impegnata in una campagna contro le Esperienze sociali  autogestite, mentre si è distinta per aver più volte concesso sale pubbliche a gruppi neofascisti”. La revoca è stata comunicata “a poche ore dall’iniziativa, nonostante la regolare prenotazione effettuata dieci giorni prima e nonostante non fosse in corso alla stessa ora nessun’altra iniziativa, come invece comunicato dal quartiere Santo Stefano a giustificazione della revoca”. Per approfondire l’episodio e presentare il progetto del Comitato, è convocata una conferenza stampa per domani, alle 12, nel cortile di Palazzo D’Accursio. L’iniziativa che era in programma ieri sera, invece, è stata rinviata al 4 giugno.

Si allunga, intanto, l’elenco degli attestati di solidarietà per lo studentato Taksim, sgomberato ieri in via Zanolini. “Ancora una volta constatiamo come la risposta delle istituzioni cosiddette democratiche a chi tenta di proporre soluzioni a problematiche reali, sempre più pressanti, non sia altro che violenza e repressione”, scrivono da Noi Restiamo. Commenta invece Ross@: “Ieri Bologna sembrava essere la cartina di tornasole del nuovo assetto politico che le recenti elezioni ci hanno consegnato. Da un lato decine di poliziotti in assetto antisommossa e dall’altro l’opposizione sociale di questa città, unita, che difendeva uno spazio occupato. Da una parte il potere, dall’altra un blocco sociale e conflittuale che sembra lievitare, a Bologna così come in tutto il Paese”.  E Hobo: prima che Polizia e Carabinieri riuscissero a completare lo sgombero “ci sono state 14 ore di lunga resistenza, portata avanti dalle e dagli occupanti saliti sul tetto, dalle compagne e dai compagni di varie realtà cittadine, da student@, precar@ e lavorator@ solidali. Questo tessuto di resistenza è costituito da una molteplicità di lotte ed esperienze di autorganizzazione, nell’università, nelle cooperative, nella logistica, negli spazi urbani. Per questo vi diciamo ancora una volta: con uno sgombero cosa credete, in tutta la città ci troverete!”.

 

> Foto dello sgombero di Taksim inviateci da Marco Piras:

Sgombero Taksim (foto Marco Piras)

Sgombero Taksim (foto Marco Piras)

Sgombero Taksim (foto Marco Piras)