Acabnews Bologna

“Chi devasta è il Pd, chi saccheggia è Acer”

Presidio giovedì scorso davanti all’ex-mercato per respingere le accuse sul blitz del 28 maggio: Xm24 contro azienda casa “che si vanta delle zero occupazioni” e partito “che sgombera per svendere il quartiere alla speculazione”. C’erano anche gli attivisti di Noi Restiamo, tornati inoltre a contestare l’immobiliare che ha rifiutato di ridurre i canoni sotto pandemia.

17 Ottobre 2020 - 17:12

“Giovedì 15 ottobre, siamo nuovamente scesi per le strade del quartiere Bolognina per fare sentire la nostra voce”. Ne dà conto in un comunicato Xm24.

“Nel primo pomeriggio – si legge poi – c’è stata una manifestazione per contestare l’inaugurazione dello Student Hotel (peraltro nuovamente rimandata), lo studentato/ostello per ricchi creativi per aprire il quale è stata sgomberata l’Ex-Telecom, una delle esperienze di occupazione abitative piu’grande, multiculturale e riuscita della città. A seguire ci siamo ritrovati nel parchetto dietro Xm24 per portare solidarietà ai nostri compagni accusati di ‘devastazione e saccheggio’, un reato risalente all’epoca fascista che prevede pene che vanno dagli 8 ai 15 anni di carcere; rispolverato nei processi che sono seguiti ai fatti del G8 di Genova da allora è utilizzato sempre piu’ frequentemente per punire e reprimere il movimento antagonista. Abbiamo scelto di farlo con quel modo irridente che tanto ci piace, organizzando la parodia di un’asta di quartiere in cui svendere al migliore offerente il patrimonio sociale e culturale della Bolognina, cosi’ come abbiamo imparato dagli amministratori e politici che stanno trasformando il volto del nostro quartiere attraverso un’opera di gentrificazione che sembra inarrestabile. Poi abbiamo affidato alla facciata di Xm24 il nostro messaggio di solidarietà: chi devasta è il PD, chi saccheggia è Acer”.

Prosegue il testo: “Le accuse di devastazione e saccheggio contestate ai nostri compagni si riferiscono a fatti avvenuti il 28 maggio scorso, un giovedì in cui un ingente schieramento di forze dell’ordine si presentò nel primo pomeriggio al parchetto dietro XM24 accompagnando una squadra di operai mandati da Acer incaricata di recintare il parco e di distruggere le panchine e le aiuole da noi costruite, persino sradicare i tre alberi piantati in memoria del nostro compagno Rocco. Dopo lo sgombero del 6 agosto 2019 quel parchetto arido e brullo è diventato un luogo di memoria, di aggregazione e di socialità per la comunità che girava attorno allo Spazio Pubblico Autogestito Xm24, una comunità che reclama a gran voce un nuovo spazio, che non ha dimenticato le promesse da marinaio dell’Amministrazione né l’insensatezza della scelta di strappare Xm24 alla città e al quartiere. Lo sgombero e la perdita di Xm24 è per tante/i una ferita aperta, sono rimaste inascoltate le molte petizioni, gli appelli e le lettere dei cittadini alle istituzioni e le voci delle migliaia di persone che hanno partecipato al corteo del 29 giugno 2019. Con Xm24 è stata persa la possibilità di avere uno spazio, una casa comune in cui autodeterminarci ed esprimerci attraverso laboratori, collettivi, iniziative, concerti, mostre, proiezioni, dibattiti, assemblee pubbliche. Questo mentre ogni giorno insieme alla Bolognina, sono messe all’asta le nostre vite ed il futuro che vorremmo per questo quartiere e per questa città. Dove c’erano decine famiglie da domani ci saranno ricchi studenti, dove c’era Xm24 c’è ancora il Nulla. Ed è un vuoto insopportabile, pretendiamo la possibilità di costruire socialità, solidarietà e comunità in spazi liberi ed autogestiti, ancora di più adesso, in cui l’urgenza della crisi economica e sanitaria riporta in primo piano la necessità di non lasciare nessuno indietro e di prenderci cura le une delle altre, oltre le logiche della competizione e del profitto ad ogni costo, con amore e solidarietà”.

Continua Xm24: “Sebbene sia evidente quanto non ci fosse nulla da ‘devastare e saccheggiare’ nel cantiere inesistente di Acer, l’autorità non esita a colpire tramite tale accusa, mettendo in scena il solito copione, con tutto il repertorio inquisitorio e il solito carrozone mediatico. A dirigire l’orchestra un’Amministrazione che vorrebbe estinta ogni forma di dissenso in un quartiere sventrato da 15 anni di gentrificazione selvaggia e sottoposto ad una funzionale stretta securitaria senza precedenti. Il costo delle lamiere abbattute, secondo le ultime stime dei media è di 60.000 €, ma che son d’oro? Ad affondare, gli apparati repressivi con la linea dura della Procura, che prosegue con la stagione della ‘prevenzione’ inaugurata con l’emergenza Covid: colpire forte come monito per intimidire tutti. Si aggrediscono i singoli facendone capri espiatori, ignorando i bisogni e le contraddizioni espressi da un’intera comunità. Ed infine, a manipolare, delegittimare e strumentalizzare la nostra voce troviamo ancora la stampa,p ronta ad attivarsi in sinergia come nelle peggiori epoche nere. Rispediamo le accuse al mittente: chi saccheggia è Acer, che si vanta della quota zero delle occupazioni a Bologna, chi devasta da anni in Bolognina è il PD, che sgombera spazi sociali ed esperienze di comunità per svendere il quartiere alla speculazione, chi annienta sono le Procure, che perseguitano e reprimono. Ringraziamo di cuore chiunque ci stia dando solidarietà e, in particolare, la stia dando ai nostri compagni sotto accusa”.

Erano sotto l’ex mercato, giovedì sera, anche gli attivisti di Noi Restiamo: “È vergognoso che per queste manifestazioni di dissenso ci siano provvedimenti così gravi. Contro questa repressione, attuata solo per gli interessi di chi esclude e di chi specula, come lo Student Hotel, e contro questo modo di vedere la città, scendiamo in piazza in solidarietà ai compagni e alle compagne. Ci opponiamo a questo modello di città, a questa repressione, per riprenderci questi spazi e rimetterli a servizio della collettività, contro l’interesse privato”. Il collettivo ha anche protestato, la stessa sera, davanti all’immobiliare che ha rifiutato di ridurre gli affitti agli inquilini colpiti dall’emergenza Covid-19: al proprietario “abbiamo detto che il quartiere lo odia, che non c’è spazio per speculatori come lui. Negli uffici hanno così ben pensato di chiamare i loro unici difensori, le forze dell’ordine, che subito sono accorse sul posto.Come lo student hotel è l’immagine di un’università elitaria, dei privati che speculano sui lavoratori e sul quartiere”, così l’immobiliare “continua a costruire in bolognina, che continua a fare case a costi spropositati. Come lo student hotel, anche questi investitori privati devono essere colpiti dalla requisizione immediata, per far cessare i profitti che fanno sulla pelle dei giovani studenti e dei giovani precari. Le grandi proprietà non possono permettersi di continuare a influenzare il mercato a loro favore, ma il pubblico deve intervenire per porre un freno al loro accumulo di proprietà e ai loro profitti.Il pubblico ha aiutato in questi mesi le tasche degli speculatori, che mantengono e sono favoriti dall’amministrazione nel tenere i prezzi così alti. Lo student hotel come la P House devono essere requisiti, subito! I prezzi delle case devono essere abbassati, di modo che siano proporzionati al reddito e ai bisogni degli inquilini: per fare ciò serve l’equo canone e la requisizione. Il pubblico deve riprendere il suo ruolo centrale nel servire gli interessi della collettività”.