Acabnews Bologna

C’era una volta un vigile razzista…

Dal Comune un corso di antirazzismo per la Municipale. Alla buonora: cinque anni fa Zic.it segnalò il caso dell’agente che ce l’aveva con gli “zingarelli”, poi il “Non siamo mica in Burundi” pronunciato da una vigilessa…

03 Ottobre 2018 - 15:36

Il Comune di Bologna ha deciso di dare l’avvio ad un corso di formazione antirazzista per i propri vigili urbani. L’incarico è stato affidato all’associazione Eos, che per un anno si occuperà di laboratori e seminari per dirigenti e funzionari della Polizia municipale, lavorando “sul tema delle differenze e della società multiculturale”. Tra i docenti anche il presidente dell’Ucoii e della Comunità islamica bolognese, Yassine Lafram, e il numero uno dell’associazione Sinti italiani di Bologna, Luigi Chiesi. Alla buonora, verrebbe da dire, pur sapendo che non può bastare un corso per sciogliere i nodi profondi del razzismo e che dietro al concetto di divisa “buona” non si va molto lontano. Alla buonora, però, nel senso che casi di esplicito razzismo tra i vigili bolognesi ce ne sono già stati nel passato. Sono infatti passati più di cinque anni, ad esempio, dalla segnalazione che proprio Zic.it fece riguardo ad un agente della Municipale che amava pubblicare foto scattate durante il servizio accompagnandole con frasi del tipo “Oggi dobbiamo sgomberare giusto qualche zingarello”, per poi apprezzare commenti altrui anche più pesanti (“Dovrebbero esplodere in un solo colpo” oppure “Dovrebbero dovrebbero saltar loro fuori le budella”). Se la cavò con un mese di sospensione. Ancora il nostro giornale, poi, un paio di anni dopo scrisse anche di una vigilessa che apostrofò l’autista (all’apparenza straniero) di un furgone con queste parole: “Ci sono delle regole da rispettare qui, non siamo mica in Burundi!”. E altri episodi dello stampo, nel tempo, sono circolati sulla stampa mainstream.

Intanto l’iniziativa del Comune, che costerà 5.000 euro, è stata prontamente criticata da Lega e Fi: vari esponenti dei due partiti hanno parlato di progetto “offensivo e svilente” nei confronti dei vigili, di “pregiudizi inesistenti” e della necessità di occuparsi di problemi più seri come il “degrado”. Ma, ovviamente, dalla destra cittadina è stato anche bocciato il coinvolgimento di Lafram, il quale dal canto suo ha spiegato che non parteciperà al progetto in quanto presidente dell’Ucoii o della Comunità islamica, bensì per il suo lavoro: “Di mestiere faccio docenze e formazione sul tema della comunicazione interculturale”. Contrario anche il sindacato di categoria Sulpl, perchè a loro dire “da sempre la Polizia municipale ha dimostrato piena aderenza al rispetto dell’essere umano come tale, senza distinzione di sesso, razza o credo religioso”. Tutti motivi in più per dire che un problema esiste, eccome.