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Casapound, “perché Merola mette la testa sotto la sabbia?”

Il Coordinamento Antifascista Murri attacca il silenzio del sindaco (e dell’Anpi) sulla sede neofascista in via Malvolta. E sabato sfilerà Forza Nuova, il blog Staffetta: “Sono neonazisti e xenofobi”.

10 Dicembre 2012 - 20:01

> La lettera aperta del Coordinamento Antifascista Murri

All’attenzione del Sindaco Virginio Merola e dell’ANPI di Bologna

Alcune considerazioni sul quartiere Murri e la città, sui rigurgiti neofascisti e sulla mobilitazione popolare per la chiusura della sede di CasaPound.

Nei primi mesi del 2012 il partito fascista CasaPound apre di soppiatto una propria sede in via Malvolta 16D, dietro il nome di Associazione Sole e Acciaio. CasaPound è conosciuta da tempo in tutto il territorio italiano per le proprie azioni violente. Solo nel corso degli ultimi due anni sono state decine le aggressioni, dal Lazio all’Abruzzo, dalla Toscana al Trentino, dall’Emilia alla Lombardia, dalle Marche alla Campania. Nel dicembre 2011 Ganluca Casseri militante della sede di CasaPound di Firenze prende il fucile e spara sui venditori ambulanti dei mercati rionali ammazzando due lavoratori senegalesi e ferendone tre. Questa è CasaPound, al di là delle parole opportunistiche che usano i loro leader, al di là dei tentativi di presentarsi come “brave persone” in vista delle prossime elezioni politiche.

Poco dopo l’apertura della sede di CasaPound in via Malvolta, diversi residenti del quartiere si sono mobilitati e hanno dato vita a iniziative di informazione rivolte alla cittadinanza e agli abitanti. Sabato 24 novembre più di mille persone hanno attraversato il quartiere per oltre tre ore: via Mazzini era strapiena, da piazza Trento e Trieste all’incrocio con via Palagi, di donne e uomini che, in nome di valori quali l’internazionalismo, la libertà e la giustizia sociale, nonché la sicurezza di tutti, hanno espresso la propria ferma volontà: la sede di via Malvolta deve chiudere subito!

Di fronte a tutto ciò la giunta non ha espresso nemmeno una parola e così l’ANPI. Strano perché il quattro febbraio 2011 in piena campagna elettorale il sindaco aveva affermato, riferendosi a una sede di CasaPound in via Guerrazzi (chiusa ancora prima di aprire grazie a una vasta mobilitazione antifascista): “Non vedo con piacere che si apra una struttura di questo tipo […] non c’è la libertà di opinione sul fascismo e sulla negazione dei campi di concentramento. Non c’è e non ci può essere. Mi auguro non sia questa l’intenzione di CasaPound, perché se c’è un’intenzione di questo tipo non ha cittadinanza a Bologna” (http://radio.rcdc.it/archives/anche-merola-si-schiera-contro-casapound-restare-vigili-70904/)

Perché oggi Merola mette la testa sotto la sabbia e fa finta di non vedere né sapere?

E perché l’ANPI si trincera anch’essa dietro al proprio silenzio quando numerose sezioni in tutto il nord Italia (Milano, Trento, Cuneo, Reggio Emilia, Casalgrande, Brescia ecc.) si sono espresse chiaramente contro CasaPound e hanno appoggiato le mobilitazioni antifasciste nate dalla gente comune? Virginio Merola e l’ANPI vogliono forse offendere la memoria dei nostri nonni e degli antifascisti tutti, o sono solo degli inetti?

Noi, abitanti antifascisti del quartiere Murri facciamo appello ai residenti della zona affinché si uniscano a noi nell’esprimere la propria indignazione nei confronti della sede di via Malvolta.

Noi siamo convinti infatti che tale sede rappresenti una minaccia e un pericolo per l’incolumità fisica di tutti. Non solo: noi sappiamo che, oggi come ai tempi di Mussolini i fascisti, del secondo e del terzo millennio (come si definiscono i militanti di CasaPound), sono schierati con i settori più reazionari e oscurantisti della società.

Noi non vogliamo più vedere i fascisti in quartiere, né da altre parti della città, perché siamo irrimediabilmente altro da loro: noi siamo infatti al fianco di coloro che si battono oggi per il diritto a un lavoro dignitoso, a una scuola per tutti, a una sanità pubblica, gratuita ed efficiente, che lottano per abolire una legislazione razzista nei confronti degli immigrati, per fermare la devastazione del territorio. Queste lotte, cui ci dedichiamo quotidianamente, non possono evidentemente coesistere con una sede neofascista in quartiere. Chiunque si trovi d’accordo con queste parole è pertanto benvenuto a unirsi a noi nella campagna per chiudere la sede di via Malvolta 16D. Ci troviamo in riunione ogni martedì alle ore 18 presso la biblioteca del centro sociale della Lunetta Gamberini.

Coordinamento Antifascista Murri

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> Il post del blog Staffetta

Ormai i neonazisti, leghisti o neofascisti li conoscono quasi ovunque. Non solo per gli omicidi, i pestaggi, le violenze razziste, omofobe, sessiste, squadriste, ma anche perché nell’ultimo ventennio hanno abbondantemente mangiato nella greppia del potere. Così è stato per l’ormai scomparsa Lega Nord. Così è accaduto per i gruppi neofascisti sovvenzionati da sindaci come Alemanno o da governatori regionali come la Polverini. E con tutti quei soldi, concessioni, appalti, favori… poi nascono le faide interne…
A Bologna neofascisti e neonazisti non sono mai riusciti a prendere piede. Ma la Questura e il Comune di Bologna pare si adoperino ad ammorbidire il forte sentimento antifascista della città.
C’è il Quartiere Santo Stefano che sta diventando una centrale dell’estrema destra. C’è il Comune di Bologna che ha addirittura affisso negli appositi spazi a pagamento i manifesti di “Fascismo e libertà”. Ci sono le piccole squadrette razziste. C’è CasaPound che rilancia le sue provocazioni esplicitamente fasciste e velatamente razziste. E ci sono i neonazisti di Forza Nuova che svolgono regolarmente i loro presidi xenofobi, e che il 15 dicembre 2012 dalle ore 15 faranno addirittura una manifestazione pubblica da Piazza dei Tribunali.
Forza Nuova? Quelli che il 25 aprile esponevano a Milano la bandiera della Repubblica di Salò che, fra le altre cose, collaborò attivamente allo sterminio nazista degli ebrei italiani? Già, proprio loro. Nel silenzio delle istituzioni cittadine.
Con l’aggravarsi della recessione economica, i ceti dirigenti si rendono ben conto che dovranno fronteggiare la rabbia e la rivolta di quella massa di persone a cui è stata tolta la possibilità stessa di un’esistenza accettabile.
Per questo in questi ultimi anni abbiamo assistito a un incremento di provvedimenti autoritari, a pratiche crescenti di controllo sociale, a campagne pervasive di disciplinamento.
E non a caso sono cresciute le simpatie dei ceti dirigenti verso i gruppi neofascisti, patriottici, nazionalisti. Ma non riusciranno a ingannare e opprimere un’altra volta la gente come hanno fatto nel Ventennio. Non passeranno.
La tempesta è in arrivo, riesci a sentirlo?