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Casa, il progetto sull’autorecupero: altro flop del Comune

Dopo quasi dieci anni, nel migliore dei casi potrebbe andare a buon fine il ripristino solo di una parte degli edifici. A rilento anche la riqualificazione energetica del patrimonio Erp. Venduti alloggi pubblici per 5 milioni.

27 Luglio 2017 - 16:21

Dopo quello sul microcredito, altro flop nelle politiche abitative del Comune di Bologna: in questo caso si tratta del progetto sull’autorecupero, lanciato anni fa per consentire direttamente ai cittadini di ripristinare alcuni immobili pubblici, tra i quali sono compresi anche i civici di via Massarenti di cui abbiamo parlato nell’inchiesta “Chiedi (ancora) alla polvere: quattro anni dopo“. L’autorecupero è su un binario quasi morto. Da qui ad ottobre si capirà se l’iniziativa andrà avanti in modo fortemente ridimensionato o se invece dovrà essere considerata come un completo fallimento. L’idea puntava sul coinvolgimento di cittadini riuniti incooperativa e disposti a mettere a disposizione un monte ore per lavorare nei cantieri. L’obiettivo di partenza era arrivare all’autorecupero di 19 appartamenti attraverso la demolizione e ricostruzione di cinque edifici inutilizzati, corrispondenti ad una prima tranche di una decina immobili complessivi (per 48 alloggi): si cominciava da tre appartamenti in viale Lenin, uno in via Mondolfo, uno in via Roncaglio e uno in vicolo dei Prati. Per farsi un’idea dei costi, un appartamento in viale Lenin per quattro persone, di 90 metri quadrati con cantina e piccola rimessa, era valutato 180.000 euro. L’iniziativa era rivolta a cittadini con Isee non superiore a 70.000 euro e comprendeva la possibilita’ di mutui a condizioni vantaggiose.

Qualche tentativo c’è stato ma finora nessuno è andato in porto. E così ora il Comune ha deciso che entro ottobre dovrà partire almeno una primissima fase del progetto, con l’acquisizione del diritto di superficie di tre edifici e poi entro quattro mesi la partenza dei lavori veri e propri. Altrimenti, la delibera comunale prevede che l’intero progetto sarà da considerarsi “definitivamente superato”. Cosa già decisa per una buona metà degli immobili dell’elenco iniziale, sparsi tra via Massarenti e via San Donato, stralciati fin da ora dal progetto per restituirli al settore Patrimonio; nel tempo era già uscito dal progetto un altro immobile in via Quarto di sopra. Nel migliore dei casi, dunque, potrebbe andare a buon fine l’autorecupero solo di una parte degli edifici.

E va a rilento anche il progetto “Rigenera“, promosso dall’amministrazione con l’obiettivo di reperire risorse sul mercato per la riqualificazione energetica degli immobili Acer. I lavori del primo lotto, che comprende edifici in via Torino e via Ortolani, stanno iniziando solo ora e dunque con un anno di ritardo rispetto alle previsioni. Per questo il Comune ha deciso di “riallocare” le risorse già destinate al secondo lotto, che comprende interventi in piazza Giovanni da Verrazzano e in via Mondo: si tratta di 1,3 milioni che nel frattempo saranno destinati al ripristino degli alloggi Erp che restano vuoti e devono essere riassegnati (compresi quelli recentemente sgomberati in via Gandusio).

Nel frattempo, Comune e Acer hanno messo a segno l’alienazione di 45 immobili pubblici, quasi tutti alloggi più due o tre tra autorimesse e posti auto: l’introito totale è di circa cinque milioni di euro. Gli immobili effettivamente venduti erano stati messi all’asta nell’ambito di un bando ben più consistente: in tutto si trattava di 252 immobili di proprietà comunale e nel complesso, sommando i prezzi a base d’asta di tutti le voci inserite nel bando, si arrivava ad una cifra compresa tra i 25 ed i 30 milioni di euro.