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Casa, altro flop del Comune: addio al microcredito

L’amministrazione abbandona il progetto nato nel 2011 con l’obiettivo dichiarato di favorire l’accesso a piccoli prestiti per le famiglie in difficoltà con l’affitto. E intanto in via Gandusio, dopo l’Esercito, spuntano anche le guardie private.

03 Luglio 2017 - 12:52

In tema di politiche abitative il Comune di Bologna fa segnare un altro flop: l’amministrazione ha infatti deciso di chiudere il progetto “Microcredito per la casa”, nato nel 2011 con l’obiettivo dichiarato di favorire l’accesso a piccoli prestiti da parte di nuclei familiari in difficoltà nel mantenere un alloggio in affitto o nell’avviare un nuovo contratto. Le ragioni della decisione? “Domande sempre meno frequenti e difficoltà nel presentare garanzie sufficienti per ottenere i prestiti”, spiega il Comune, ammettendo che negli ann il progetto “non è decollato”. Quanto meno, un risvolto positivo è che le risorse comunali residue (245.000 euro) saranno destinate, o almeno così ha annunciato l’amministrazione, in favore di nuclei familiari che si trovano in situazione di transizione abitativa: a beneficiare dei contributi, che al massimo potranno arrivare a 5.000 euro, saranno i nuclei alla fine della transizione abitativa e quelli ospitati nelle strutture di accoglienza temporanea (ex Galaxy e Battistelli, per esempio) oppure alberghiera. Bisognerà però essere in possesso di “caratteristiche tali, a giudizio dei Servizi sociali- precisa Palazzo D’Accursio- da poter intraprendere un percorso di accompagnamento verso l’autonomia abitativa, intesa come locazione”.

Pugno chiuso, intanto, segnala che alcuni giorni fa “si sono presentati nei palazzi popolari sotto sgombero di via Gandusio delle guardie private, chiamate in tutta probabilità dal gestore, Acer, insieme alle ditte che stanno effettuando i traslochi di quei – ancora pochi – inquilini che hanno accettato i trasferimenti peggiorativi proposti dall’Azienda casa. Da mesi ormai le istituzioni ci stanno abituando a vedere polizia di ogni genere e persino l’Esercito, a svolgere operazioni in via Gandusio, sui cui palazzi pende la minaccia dello sgombero massiccio, più volte annunciato dagli esponenti istituzionali. A fine ottobre risale l’operazione svolta dall’Esercito, con la camionetta di ‘Strade sicure’, chiamato da Acer per consegnare un avviso di sfratto ad un occupante, vicenda già riportata da Zic”. Aggiunge l’associazione sindacale: “La sicurezza, di cui tanto si riempiono la bocca gli esponenti istituzionali, finora in via Gandusio l’hanno assicurata gli inquilini coscienti ed organizzati, ovviando alle criminali mancanze del Comune e di Acer. Per rendere vivibile e sicuro il quartiere non servono le forze armate a scorrazzare ed intimorire ad ogni angolo, bensì la riqualificazione ed assegnazione di tutta l’edilizia popolare e pubblica attualmente abbandonata all’incuria ed allo sfitto. Nessun inquilino di via Gandusio deve andarsene senza una soluzione”.