Acabnews Bologna

“Cari presidi, voi dov’eravate?”

Lettera del Cas ai dirigenti scolastici, dopo le punizioni annunciate a carico di chi ha partecipato alle occupazioni: “Dov’eravate quando la riforma Gelmini veniva approvata e tagliavano i fondi?”.

04 Dicembre 2013 - 18:18

Cari/e presidi,

vi scriviamo da un posto lontano. Lontano da un mondo, il vostro, fatto di castelli di sabbia e mulini a vento.Ma allo stesso tempo vicino alle vostre presidenze, troppo vicino per non essere ascoltato.

A Bologna abbiamo visto studenti e studentesse che nelle ultime settimane hanno intelligentemente dato avvio ad un percorso contro il caro trasporti, per il diritto di assemblea e per il costo dei libri accessibile a tutti, scendendo in piazza a migliaia per bloccare la città e protestare ad alta voce. E poi ancora la giornata del 5 ottobre quando occupammo gli uffici della provincia e del 15 quando sotto la provincia ci tornammo in centinaia e trovammo ad aspettarci non delle risposte alle nostre richieste ma la polizia alle cui cariche resistemmo per un centinaio di metri, e poi ancora le occupazioni che ci hanno permesso di aprire le nostre scuole a momenti di condivisione, assemblee, incontri e socialità le autogestioni e i flash mob.

Si! Abbiamo bloccato la didattica curricolare per aprire i nostri spazi ai bisogni e ai desideri degli studenti, alla voglia di mettersi in gioco ed essere noi per una volta a decidere sulle nostre attività e sui saperi da apprendere. Insieme studenti, alcuni professori, bidelli, docenti universitari, ricercatori, giornalisti, precari, facchini, No Tav, universitari, ragazzi dei centri sociali ecc insieme per una volta per discutere e informare all’interno delle nostre scuole che dovrebbero essere i baluardi del sapere e che invece si sono trasformati in grigi edifici che impongono una didattica che ha un’unica offerta formativa: la precarietà.

Noi c’eravamo e ci siamo ancora a tentare di guardare negli occhi gli aspetti molteplici di questa crisi e combatterla insieme a chi come noi rigetta la precarietà.

Invece voi dov’eravate quando la Riforma Gelmini veniva approvata, quando tagliavano sulla scuola, togliendoci laboratori, i nostri professori, materiali e insieme il nostro futuro? Voi dove eravate quando si votava la precarizzazione del lavoro in nome del libero mercato e della concorrenza, quando i vostri studenti non sanno cosa farsene di un diploma conseguito nelle vostre scuole? Dove eravate quando venivano aumentate le spese militari, i privilegi della casta e le spese della politica? Voi dove eravate quando venivano finanziate le grandi opere inutili come la Tav e il Ponte sullo stretto? Voi dov’eravate quando ci toglievano le assemblee d’sitituto per mancanza di fondi e nel frattempo alle nostre spalle i consiglieri regionali spendevano mezzo milione di euro in cene? Voi dov’eravate quando l’informazione si faceva sempre più disinformazione di regime?

Forse dietro scrivanie ad applicare le riforme che tanto dite di disapprovare, o ad impedire a qualche studente di accenderesi una sigaretta dentro il confine degli istituti o a scrivere circolari per mantenere l’ordine nelle vostre scuole per difenderle dai vostri studenti che quotidianamente le attraversano e che hanno il diritto di riprendersele, aprirle o occuparle come dite voi. Forse a dire che la legge va rispettata e applicata con grande rigore quando si deve punire!

E puniteci pure! In questo siete davvero dei grandi pedagoghi facendoci assaggiare a 16 anni l’antipasto di quello che ci spetta. Sarete orgogliosi di noi quando tra 5 anni ci spremeranno per due soldi grazie al diploma e ci avrete educato a dire “si signore!”? Ma forse questa soddisfazione non ve la daremo, perché abbiamo imparato a dire “NO” davanti ad una ingiustizia e ad essere uniti per lottare per i nostri diritti!

La scuola non può essere un bancomat dal quale prelevare per risanare debiti creati dalle banche, politici e speculatori. La cultura e l’istruzione devono tornare ad essere le basi della nostra società, e solo ripartendo dalla riappropriazione di questi elementi che si deve ripartire per cambiare e incidere sulla società.

Ci dispiace ma sul nostro futuro non accettiamo più lezioni!

Cas