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Cambia il rettore, ”finisce l’era Dionigi”

Ieri Francesco Ubertini ha battuto Gianluca Fiorentini, candidato “delfino” del numero uno uscente dell’Ateneo. Cua: “Alle promesse di rinnovamento concediamo un freddo benvenuto, non arretrando di un millimetro rispetto ai percorsi di lotta costruiti negli anni”.

01 Luglio 2015 - 09:36

Dionigi se ne va, noi siamo ancora qua!

cuaÈ di poche ore fa (ieri, ndr) la notizia dell’elezione di Francesco Ubertini a nuovo rettore dell’università di Bologna. Con la sconfitta del suo delfino, Fiorentini, finisce definitivamente l’era Dionigi.

Dietro la vetrina dell’ateneo delle eccellenze, della ReUniOn e dello scintillante progetto di Campus Staveco, lo scenario che si presenta dopo il settennato Dionigi è, però, ben più desolante delle sue autonarrazioni.
La sua intransigente applicazione della riforma Gelmini e la sua progressiva costruzione di un’università basata su canoni aziendalistici ha stravolto l’Alma Mater e la sua tradizione di università di massa, minando il diritto allo studio, attaccando gli spazi occupati e autogestiti nelle facoltà, incrementando la precarietà, smantellando i residui di welfare studentesco e implementando l’asservimento dei saperi e il disciplinamento interno all’università a colpi di Codice Etico e misure disciplinari per zittire il dissenso.

Se l’opinione pubblica ora si scalda attorno alle promesse di rinnovamento di cui il neo-rettore Ubertini si è ammantato durante la sua campagna elettorale, noi non possiamo che concedergli il nostro freddo benvenuto, non arretrando di un millimetro rispetto ai percorsi di lotta che in tutti questi anni abbiamo costruito all’interno dell’Università di Bologna!

Se, dietro la maschera della discontinuità, Ubertini propone di non aumentare le tasse durante il suo mandato ci chiediamo come si comporterà di fronte all’entrata in vigore del nuovo calcolo Isee che escluderà centinaia di studenti dall’accesso alla borsa di studio o allo studentato? Quali soluzioni a fronte dell’impoverimento giovanile ormai dilagante tra gli studenti Alma Mater costretti a barcamenarsi tra affitti in nero e appartamenti fatiscenti offerti dal palazzinaro di turno? Si romperà il silenzio attorno al progetto Staveco, tenuto sotto segreto da Dionigi per favorire interessi speculativi? Se il nuovo rettore ha ammesso che esiste un problema di spazi per gli studenti, quali proposte per interfacciarsi al territorio dell’università?
Dal nostro canto, possiamo solo riaffermare che i rettori cambiano, ma i percorsi di lotta rimangono qua!

Cua