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Calcio, le responsabilità della Fifa tra Israele e Palestina

Come da regolamento internazionale, i palestinesi chiedono alla federazione del football di escludere le squadre che hanno sede nelle colonie. Ma Netanyahu minaccia Infantino: “Il conflitto palestinese dura da tempo e la Fifa non lo risolverà”.

18 Maggio 2017 - 16:24

La Federazione internazionale che governa il calcio mondiale decide di non decidere sulla questione sollevata da centinaia di società sportive palestinesi. A marzo infatti queste squadre avevano chiesto la sospensione di tutte quelle società calcistiche israeliane, sono sei, che hanno sede nei territori occupati in contrasto con le risoluzioni Onu. La stessa mozione era finalizzata, secondo i club palestinesi che l’hanno sottoscritta, a ottenere la sospensione della Federazione Calcio Israele per violazione del regolamento, che prevede l’esclusione delle squadre che si sono registrate e giocano all’interno del territorio di altre associazioni calcistiche.

La Fifa però continua a rimandare ogni decisioni in merito, nonostante le sue stesse linee guide prevedano l’esclusione di team che si sono registrati nel territorio di altre associazioni: “Le associazioni membro e i loro club non possono giocare nel territorio di un’altra associazione membro senza l’approvazione di quest’ultima”. In questo caso nel territorio della Federazione Calcio Palestinese sei squadre delle colonie: Maccabi Ariel, Ironi Ariel, Beitar Givat Ze’ev Shabi, Beitar Ma’ale Adumim, Hapoel Oranitm e Hapoel Bikat Hayarden.

Così il 9 maggio scorso, giorno previsto per l’incontro a Manama del Consiglio Fifa, è stata annunciata la decisione di rimuovere la risoluzione su Israele dall’agenda del Congresso: “A seguito del rapporto del presidente del Comitato di monitoraggio Israele-Palestina, Mosima Sexwale, il consiglio della Fifa ha considerato che in questo momento sia prematuro per il Congresso prendere qualsiasi decisione”.

A spingere la Fifa verso la rimozione della risoluzione palestinese sembrano essere state le pressioni israeliane: lo stesso premier Benyamin Netanyahu avrebbe telefonato al presidente Gianni Infantino per avvertirlo che l’eventuale accettazione della mozione palestinese avrebbe “rovinato la Fifa”. “Il conflitto palestinese dura da tempo e la Fifa non lo risolverà”, avrebbe continuato Netanyahu col numero uno Fifa.

Subito è giunta la condanna dell’Olp che ieri ha attaccato le pressioni israeliane sulla Fifa, definendole come senza precedenti. Il segretario del dipartimento Giovani e Sport, Husam Arafat, ha chiesto ad Infantino di non permettere che simili interferenze danneggino l’implementazione delle regole della Fifa.

La lotta palestinese continua e alcune settimane fa il movimento Bds (Boicottaggio Disinvestimento Sanzioni) ha lanciato a livello internazionale la campagna #RedCardIsrael per spingere la Federazione Calcio Israele a escludere le squadre che hanno sede nelle colonie e per convincere la Fifa a prendere provvedimenti contro la stessa federazione israeliana qualora si rifiuti di collaborare. Tuttavia le pressioni del governo israeliano hanno convinto i dirigenti della Fifa a sospendere il giudizio sulla mozione palestinese.

Insomma i palestinesi vogliono che le leggi internazionali vengano applicate nella vita quotidiana. E anche nello sport. Chiedono che Israele ponga fine agli insediamenti, dichiarati illegali dal diritto internazionale. Muhammed Qafesha, commentatore sportivo della tv palestinese, ha spiegato a Nena News che “i coloni stanno combattendo una battaglia perché non vogliono che le loro squadre di calcio vengano escluse. Le posizioni all’interno dell’opinione pubblica israeliana sono variegate: c’è chi appoggia i coloni, chi li contrasta e altri che non ne vogliono parlare”.

Un’eventuale decisione della Fifa contro le squadre israeliane che si trovano negli insediamenti illegali, secondo Qafesha e il movimento che rappresenta, potrebbe aiutare la causa palestinese, perché “contribuirebbe a consolidare la tesi secondo la quale anche Israele deve sottostare alle norme internazionali. Ciò avrebbe sicuramente l’effetto di diminuire le violazioni”.