Attualità

Brescia / Viaggio nella terra dei veleni [foto]

Reportage di Gianluca Rizzello per raccontare un territorio in cui si “stanno pagando le conseguenze di anni e anni di produzione industriale sottoposta a pochissimi vincoli e controlli soprattutto per quanto riguardava la gestione dei rifiuti e degli scarti della lavorazione”. Nelle immagini anche la recente marcia “Basta veleni”.

10 Novembre 2019 - 15:49

di Gianluca Rizzello

L’immagine satellitare della pianura padana contraddistinta dal colore rosso è drasticamente chiara. La concentrazione di ossidi dell’azoto e di polveri sottili, in tutta la zona circostante la grande pianura italiana, è preoccupante: nel nord Italia c’è l’area più inquinata d’Europa.
Il nord Italia è anche la zona più ricca d’Italia ed è facile intuire come lo sviluppo economico, trainato dal dopo guerra in avanti, dallo sviluppo industriale è avvenuto a spese della tutela del territorio e dell’ambiente.
Poi tutto il resto.

Bene, in mezzo a quel rosso, proprio dove le sfumature si fanno più cupe e drammatiche, c’è la città di Brescia, ci sono i cittadini di Brescia, che stanno pagando le conseguenze di anni e anni di produzione industriale sottoposta a pochissimi vincoli e controlli soprattutto per quanto riguardava la gestione dei rifiuti e degli scarti della lavorazione. È risaputo come negli anni del boom la creazione e la tutela dei posti di lavoro vinceva su tutto e le normative ambientali e di tutela della salute dei lavoratori sono venute assai dopo.
Emblematico il caso dello stabilimento Caffaro, a pochi passi dal centro della città, che nei decenni ha contaminato una vastissima porzione di territorio con conseguenze con cui ancora oggi si devono fare i conti.

A voler contare i morti, sono tre al giorno solo quelli quelli legati a smog e insalubrità dell’aria.

Ma la situazione nelle acque dei fiumi e delle falde non è per niente migliore.
A causa dei reflui delle lavorazioni industriali che dicevamo e a causa delle numerosissime discariche di rifiuti speciali disseminate nella provincia in una concentrazione tra la più alta d’Europa, tutta la provincia bresciana è irrimediabilmente compromessa.
Il business dei rifiuti è tale da aver compromesso anche lo skyline e il paesaggio della provincia.

Gli inquinanti oramai hanno raggiunto le falde acquatiche e attraverso il latte e le carni degli allevamenti e i prodotti dell’ agricoltura, negli anni, hanno contaminato anche l’ uomo.
Le diagnosi di tumore, in controtendenza con il dato del resto d’ Italia, qui continuano ad aumentare e oggi, un bresciano su tre, muore di tumore.

Solo grazie alla consapevolezza che cresce, al lavoro dei comitati e alla partecipazione dei cittadini è possibile immaginare una inversione di tendenza o quantomeno un argine allo scempio.

Il tavolo di coordinamento Basta Veleni, promotore della partecipatissima e riuscita Marcia del 27 ottobre, ne è un esempio.
La marcia ha attraversato il centro della città e scandito per bene gli slogan e le priorità: basta veleni subito, una moratoria per bloccare tutte le discariche e un piano di bonifica per tutto il territorio.

Perché salute e ambiente oggi non possono più essere barattati con lavoro e sviluppo.

Nelle foto un breve viaggio in questa terra.

Brescia: un viaggio nella terra dei veleni