Storia e memoria

Brescia / Appello-bis piazza della Loggia, sentenza riconosce matrice fascista

Diffuse le motivazioni della condanna pronunciata dalla Corte d’assise d’appello di Milano. Il centro sociale Magazzino 47: “Un popolo intero già a conoscenza della verità dal 1974”.

11 Agosto 2016 - 17:40

Strage di Piazza della Loggia, BresciaPubblicate ieri le motivazioni della sentenza della Corte d’assise d’Appello di Milano, che vede condannati i neofascisti Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte per la strage di Piazza della Loggia a Brescia del 28 maggio 1974. Le motivazioni non fanno altro che confermare ciò che è già Storia, ovvero che l’attentato è “sicuramente riconducibile” alla destra eversiva.

Nelle motivazioni si legge che Maggi aveva “la consapevolezza” di poter contare “a livello locale e non solo, sulle simpatie e sulle coperture, se non addirittura sull’appoggio diretto, di appartenenti di apparati dello Stato e ai servizi di sicurezza nazionale ed esteri”, anche “attraverso le molteplici riunioni preparatorie anche con militari italiani e americani”. Vengono inoltre messi in evidenza gli “intrecci che hanno connotato la malavita, anche istituzionale, dell’epoca delle bombe”, attraverso “l’opera sotterranea” di un “coacervo di forze” che hanno reso “impossibile la ricostruzione dell’intera rete di responsabilità”.

Caustico il commento diffuso oggi su facebook dal csa Magazzino 47: “La notizia ‘calda’ di questi giorni, sui fatti di Piazza della Loggia,  arriva alle orecchie come ottimistica denuncia per la verità trovata. ‘Sentenza di estremo valore!’, dichiarano. Giustificazioni che ne contestualizzano la situazione storica, i complotti, lo spettro comunista a est, l’odore di golpismo e gli gnomi sui balconi. E’ strano come di contro, un popolo intero sia già a conoscenza della verità sin dal 1974, senza che qualche giornale l’abbia scritta, qualche politico l’abbia ammessa o qualche magistrato l’abbia scovata”.

Concludono gli attivisti del centro sociale: “Complimenti ai giudici per lo scoop, tra tutti quei insidiosi depistaggi, immaginiamo lo stupore a scoperta avvenuta! Non ci sarebbe voluta neppure tanta fantasia, ma quella sappiamo che vi hanno chiesto di sedarla. E, aivoi, noi non dimentichiamo e, più di tutto, non perdoniamo”.