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Blitz in rettorato contro tagli e riforme della Gelmini, Dionigi non convince

Ricercatori annunciano astensione dalla docenza da settembre se passa il ddl Gelmini. Bartleby: “Lotte corporative sono perdenti”. Mobilitazione anche a Modena.

18 Maggio 2010 - 23:39

Studenti, ricercatori, docenti, personale tecnico-amministrativo mobilitati stamattina in numerosi atenei italiani, con assemblee, presidi e occupazioni di rettorati, contro tagli e riforme voluti dal ministro Mariastella Gelmini.

A Bologna dopo un’assemblea nell’aula V di via Zamboni 38, si è mosso un corteo verso il Rettorato, dove i dimostranti hanno avuto modo di parlare col rettore Ivano Dionigi e consegnargli il documento unitario della protesta. Dionigi ha dichiarato, in linea con la Crui (la conferenza dei rettori), che il ddl Gelmini sarebbe per certi versi emendabile, ma «da non respingere», si muove in una direzione «tutto sommato giusta» soprattutto quando parla del «riconoscimento della meritocrazia». «Devo attermi perche’ il fondo di riequilibrio venga mantenuto», aggiunge «e gli atenei virtuosi abbiano la stessa percentuale dell’anno scorso».

Il rettore resta dunque nel solco del suo predecessore Calzolari, invitando il governo ad avere riguardo per gli «atenei virtuosi», laddove la virtù è calcolata su criteri prettamente aziendali. La dottrina aziendale è  stata abbracciata dall’Alma Mater negli scorsi anni  partecipando attivamente alla costituzione lobbistica dell’Aquis, Associazione per la Qualità delle Università Italiane Statali, che reclama per sé l’esenzione dai ogni contrazione del finanziamento… e gli altri affondino pure.

Dionigi non è stato contestato ma certo la sua posizione non ha strappato più di una tiepida e critica accoglienza. Ha preso la parola anche Michele di Bartleby, dottorando, che ha invitato l’assemblea a organizzare iniziative di protesta «davvero pubbliche” e “diverse da quelle tipiche sindacali”, coinvolgendo anche i lavoratori del Teatro comunale, gli studenti del Conservatorio e dell’Accademia di Belle arti: “Se pensiamo di fare lotte corporative, abbiamo perso in partenza».

I rappresentanti dei ricercatori, che contestano l’intenzione dell’esecutivo di mandare ad esaurimento i ricercatori assunti a tempo indeterminato, che significherebbe un taglio di ventimila docenti nei prrossimi anni, e il rischio di arrivare ad una guerra tra poveri,generazionale e tra assunti e precari. Nell’assemblea di oggi, molti ricercatori  (le adesioni sarebbero al 67%)  hanno manifestato l’intenzione di non darem lezione a partire da settembre, se il ddl entrasse in vigore. La docenza, d’altronde, non rientra nei compiti istituzionali del ricercatore.

Blitz dei ricercatori in rettorato anche a Modena: lì il rettore Aldo Tomasi, che con l’Aquis d’altronde non c’entra, ha espresso preoccupazione per le conseguenze dei tagli sul bilancio dell’Ateneo, prospettando il rischio di finire in bancarotta, e ha speso parole fortemente critiche verso le politiche governative sull’università.

devo battermi perche’ il fondo
di riequilibrio venga mantenuto e gli atenei virtuosi abbiano la
stessa percentuale dell’anno scorso