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Blitz a Scienze politiche: diverse assoluzioni e una condanna

Concluso il processo di primo grado a carico di tre studenti di Hobo accusati di aver murato nel 2014 la porta dell’ufficio di Panebianco: quattro mesi a uno degli accusati.

15 Dicembre 2018 - 16:30

Diverse assoluzioni e una condanna, a quattro mesi: è l’esito del processo di primo grado sul blitz compiuto da Hobo a Scienze politiche nel luglio 2014, quando fu murata per protesta la porta dell’ufficio del docente Angelo Panebianco. Tre gli studenti finiti a processo con le accuse di violenza privata, diffamazione, danneggiamento aggravato, imbrattamento e per aver tentato di non farsi identificare indossando “cappucci, kefiah e altri capi di abbigliamento”. La Procura aveva chiesto una condanna a otto mesi per la diffamazione, l’imbrattamento e il travisamento e l’assoluzione dall’accusa di violenza privata “perche’ il fatto non sussiste”, mentre per il danneggiamento aggravato era stata chiesta l’assoluzione sulla base dell’articolo del Codice di procedura penale che parla di “prova mancante, insufficiente o contraddittoria. Il giudice invece ha accolto in buona parte le richieste di assoluzione avanzate dal legale degli imputati, Ugo Funghi: tutti assolti dalle accuse di violenza privata, imbrattamento e in parte danneggiamento aggravato “perchè il fatto non sussiste”; assoluzione anche per la diffamazione, in questo caso per “difetto di querela” (non presentata da Panebianco). Due degli accusati sono stati assolti anche per l’accusa di danneggiamento aggravato relativa alle scritte tracciate sul muro. Per lo stesso fatto (ma con imputazione riqualificata in “imbrattamento aggravato”) e per il travisamento il terzo attivista è stato condannato a quattro mesi e al pagamento delle spese processuali.

Dopo la sentenza, il legale degli studenti ha ricordato che per lo stesso episodio uno degli attivisti assolti oggi era stato sospeso per due mesi dall’Università, nonostante il processo penale fosse ancora in corso: a conferma del fatto che l’iter disciplinare dell’Ateneo è “un rito inquisitorio”.