Culture

Biblioteche e privatizzazione, parte una raccolta firme

Contestata anche messa a pagamento delle attività didattiche per le scuole nei musei dell’Università. Promuove il Cesp: “No allo smantellamento della fruizione gratuita della cultura”. Il “36”, intanto, resta accessible senza badge, anche di sera.

30 Gennaio 2017 - 16:01

Parte una raccolta firme, indirizzata al sindaco Virginio Merola e al rettore Francesco Ubertini, “contro la privatizzazione della biblioteca Lame e contro la decisione dell’Università di mettere a pagamento le attività didattiche rivolte alle scuole”. A promuovere l’appello è il Centro studi per la scuola pubblica, il Cesp. Dal testo diffuso per la raccolta delle firme: “Negli ultimi anni la didattica della scuola di base ha subito duri colpi che la spingono a rinchiudersi nelle aule o a pagare per aprirsi alla città. Prima è stata la ministra Gelmini a togliere nel 2009 le compresenze che fino ad allora permettevano agli insegnanti di rispettare i vincoli assicurativi e di accompagnare in coppia le classi ai musei e ai teatri. Poi il Comune di Bologna nel 2014 ha messo a pagamento le attività proposte dai musei cittadini per le scuole. Quest’anno due nuovi tasselli minacciano di aggiungersi allo smantellamento del diritto ad una fruizione sociale e gratuita del patrimonio culturale cittadino: le attività dei musei universitari e il funzionamento delle biblioteche di quartiere. I musei universitari, che hanno sempre proposto alle scuole attività didattiche gratuite per la conoscenza delle loro collezioni, hanno deciso poche settimane fa di cambiare regime, facendo pagare due euro a bambino per ogni attività. Si cambia quindi paradigma, passando da un’università che promuove la propria ricchezza culturale accumulata nel tempo ad un’istituzione che vende quello stesso patrimonio alle bambine e ai bambini delle scuole. L’amministrazione comunale invece avvia un piano di esternalizzazione completa della gestione delle biblioteche pubbliche, dando in appalto i servizi a cooperative. Il processo dovrebbe iniziare proprio in questi giorni dalla biblioteca Lame ‘Cesare Malservisi’, una sede tra le più attive e virtuose che collabora strettamente con le scuole del territorio e che rappresenta un importantissimo presidio sociale e culturale per l’intero quartiere. Il processo di esternalizzazione avrebbe un effetto distruttivo sulle attività in essere con le scuole e sulla qualità del servizio attualmente offerto ai cittadini; inoltre sostituirebbe lavoratori e lavoratrici tutelati nei diritti e nei salari con altri sottopagati e precari. Per questo diciamo no a questi nuovi passi verso la messa in vendita e lo smantellamento dei servizi cittadini di fruizione gratuita del patrimonio culturale e chiediamo che le istituzioni ritornino al più presto sulle loro decisioni”.

Intanto prosegue la lotta degli studenti contro i filtri all’ingresso della Biblioteca di discipline umanistiche di via Zamboni 36. Anche stamattina c’è stato il consueto intervento dal basso per disattivare la ‘bussola’ all’ingresso, ma con o senza tornelli, fa sapere l’ateneo, da stasera è confermata l’apertura della sala studio fino a mezzanotte. Alle 18 di oggi gli studenti si riuniranno in assemblea “per salvaguardare – si legge sulla pagina facebook del Cua – e difendere uno spazio prezioso per la zona universitaria e la città tutta” , se il prolungamento serale fosse saltato – avevano annunciato – avrebbero valutato “la possibilità di tenerla aperta noi”.