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Bergamo / Ultras contestano Maroni, la politica dà il via alla caccia alle streghe

Ad Alzano Lombardo tensione con la polizia e automobile incendiate. Dalla Lega paragoni tra tifosi e narcos messicani, il Pd tenta il soprasso a destra.

26 Agosto 2010 - 18:07

Non e’ proprio andata giu’, al ministro dell’Interno Roberto Maroni e al collega orobico Calderoli la dura contestazione di ieri sera che cinquecento ultras dell’Atalanta hanno riservato all’esponente del Carroccio “padrino” della tessera del tifoso. La protesta e’ andata in scena mercoledi’ sera alla Berghem Fest, la festa leghista di Alzano Lombardo, dove Maroni, Calderoli e Tremonti erano stati invitati ad un dibattito. All’esterno dell’area si sono presentati gli ultras, intenzionati a contestare l’introduzione della tessera del tifoso, vista come una schedatura ingiusticata e preventiva di massa. La proposta di un incontro fra una piccola delegazione di ultras e il ministro, ipotizzata dall’assessore regionale leghista Belotti, non e’ andata a buon fine. La forte presenza di polizia ha provocato la scintilla, che ha causato momenti di tensione, l’incendio di alcune vetture e alcuni refertati fra gli agenti. Cinque ultras, invece, dicono le agenzie, sono stati fermati nella notte e altri accertamenti sarebbero in corso. Subito dopo la vicenda tutte le forze politiche di centrodestra, di centro e il Pd hanno manifestato la loro solidarieta’ al ministro. (Dall’Agenzia di Radio Onda d’UrtoAlcuni diritti riservati)


Nel pieno spirito folkloristico che contraddistingue le feste leghiste come quella dove ha avuto luogo la contestazione a Bobo Maroni, registriamo la reazione del vicepresidente dei senatori del Carroccio, Lorenzo Bodega, che si esercita nell’arte tutta padana del paragone iperbolico e della minaccia celodurista: «Se credono di comandare come i narcos in Messico ebbene quel tipo di tifosi, come ieri sera, sappiano che hanno trovato pane per i loro denti da parte del ministro dell’Interno e della Lega Nord che sarà sempre al suo fianco».

Il Pd non perde l’occasione per superare la destra a destra, col responsabile sicurezza Emanuele Fiano che, dispensato l’assioma «si tratta di vandali, non di tifosi» e premesso che «la tessera del tifoso va nella giusta direzione», chiede al governo maggiore rigore rammaricandosi per «l’impreparazione a causa della quale, in fase di acquisto dei biglietti per le partite in trasferta, si e’ dovuto derogare al rilascio delle tessere, accontentandosi della sola ricevuta di
presentazione della domanda».

Intanto domenica ricomincia la Serie A, e tutto lascia presagire altre energiche proteste contro la tessera del tifoso.  Sembra che il pugno duro del ministro saxofonista finisca per ottenere il contrario dei suoi intenti: tifoserie quanto mai pronte allo scontro, gli stadi trasformati in un fronte di conflitto sociale aperto a inaugurare un autunno che darà non pochi grattacapi al governo.

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