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Bartleby: “Frascaroli? E’ lei in guerra con anziani e bambini”

Dura replica del collettivo alle accuse della Giunta e alle richieste di lasciare l’ex Santa Marta. Gli attivisti si sono presentati in Comune per chiedere la restituzionedel fondo Roversi. Alle 19 nuova assemblea pubblica.

28 Gennaio 2013 - 16:59
foto da twitter @BartlebyBologna

Un gruppo di ragazzi di Barleby è andato stamattina alla conferenza stampa di presentazione dell’archivio online robertoroversi.it, a Palazzo D’Accursio, portando lo scudo “book block”, dedicato proprio a Roversi, preparato per la manifestazione di sabato scorso.

Intervenendo prima del termine, gli attivisti hanno definito “singolare come il Comune promuova meritevoli iniziative da un lato dall’altro avvalli chi erige muri e sequestra mettendo in stato di insicurezza il fondo di riviste della libreria Palma Verde che ci fu donato”.

“Ci siamo presi in carico la cura di questo fondo – hanno spiegato – e  lo stiamo catalogando e rendendo fruibile alla città anche con la collaborazione dei Bibliotecari
Necessari”. Gli studenti chiedono la resistituzione del materiale, conservato attualmente in un magazzino nel Dipartimento di Italianistica dell’Alma Mater, “per continuare il progetto, anche perchè siamo gli unici a sapere cosa c’è in quel fondo”, ovvero “migliaia di riviste dalla fine dell’Ottocento ad oggi.”

Bartleby dà appuntamento a stasera alle 19 per una nuova assemblea pubblica, mentre  si susseguono le prese di posizione di membri della giunta e forze politiche cittadine, a seguito dell’occupazione dell’ex conservatorio di Santa Marta. Il centrodestra spara a zero, ma anche dalle parti del Pd arrivano parole di condanna. “Quello spazio va liberato subito”, ingiunge il coordinatore di giunta Matteo Leporem “non è in condizioni di sicurezza ed è pericoloso”. Si irrigidisce pure l’assessore alla Cultura, Alberto Ronchi, che aveva gestito in un primo momento la trattativa con Bartleby arrivando a individuare uno spazio in via San Felice, “ma quella soluzione – dice ora – si rivelò impraticabile”.

“Ritengo che i confronti siano possibili e si aprano quando siamo in due a ragionare – aggiunge Ronchi – ma mi pare che il collettivo abbia scelto la via dell’antagonismo”. Insomma, “ognuno fa le proprie scelte e ne risponde, Bartleby è una realtà culturale di questa città, ma non e’ certo l’unica”.

Alle accuse provenienti dal palazzo il collettivo risponde con una nota diffusa pochi minuti fa e che riportiamo integralmente.

> Il comunicato di Bartleby:

Chi libera gli spazi e chi li sottrae alla città

Leggiamo con il consueto imbarazzo le dichiarazioni dell’assessore al welfare (se ancora possiamo considerarlo tale) Amelia Frascaroli, in merito all’occupazione dell’ex convento Santa Marta.
Questa volta Frascaroli si supera, arrivando a dichiarare con con questo gesto Bartleby vuole “fare la guerra ad anziani e bambini”. Forse è allora necessario ricordare la recente storia di abbandono di quest’immobile, che da sabato è stato restituito alla città.

Dal marzo 2006 questa struttura è chiusa in attesa di lavori di ristrutturazione. Nonostante i grandi annunci delle amministrazioni che i sono succedute e del presidente dell’ASP Paolo Ceccardi, che parlò di uno stanziamento di 5 milioni di euro, di quei lavori ad oggi nemmeno l’ombra.

Prima un rallentamento, poi un contenzioso mai risolto tra Comune e la dittà Ati Spinosa (vincitrice del bando di ristrutturazione), hanno continuamente posticipato l’inizio dei lavori.

Verrebbe da gridare allo scandalo, ma sarebbe poco. Perché lo stesso assessore Frascaroli ha svolto, prima di rivestire questa carica, il ruolo di vicepresidente dell’ASP.

Da una carica direttiva all’altra, è la stessa Frascaroli a “fare la guerra ad anziani e bambini”, dimostrando l’incapacità (o la mancanza di volontà) di sbloccare la situazione dello stabile di Santa Marta.
Pertanto la sua accusa nei confronti di Bartleby assomiglia di più a un modo per distogliere l’attenzione dei media dalla sua inadeguatezza a rivestire il suo ruolo che le è stato affidato.

A questo punto non stupiscono più le dichiarazioni di altri esponenti della giunta come Matteo Lepore. Se tanti sforzi fossero stati riservati in questi anni all’apertura degli spazi inutilizzati in questa città oggi ci troveremmo in una situazione ben diversa. La responsabilità dello stato di abbandono si spazi come l’ex convento Santa Marta è del Comune, noi ci assumiamo volentieri la responsabilità di averli liberati e messi a disposizione della cittadinanza. Lo stesso assessore Ronchi quando afferma che Bartleby ha scelto la via dell’antagonismo, ci sembra voler dimenticare che il dialogo avviato proprio con lui si è interrotto non certo per nostra volontà. E il muro eretto sulla porta di via San Petronio Vecchio, con le conseguenti violenze della polizia sugli studenti mostrano senza alcun dubbio da che parte si utilizza la forza e si chiude il dialogo.

Ad ogni modo, dopo l’apertura delle porte di via Torleone 4 la realtà è sotto gli occhi di tutti: gli spazi, nella città di Bologna, esistono, manca solo la volontà politica di sfruttarli e di renderli disponibili a chi sperimenta pratiche di autogestione, chi costruisce iniziative culturali indipendenti e fruibili a tutta la città.

Bartleby, dall’ex convento Santa Marta.