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“B-Side”, per uno spezzone indipendente al Bologna Pride

L’appello: “A Verona Città Transfemminista abbiamo visto tutt* come potrebbe essere il nostro Pride! Per contrastare la visione fascista, familista, razzista e antigender che si sta riaffermando a livello transnazionale, attraverseremo strade e piazze orgoglios* antirazzist* e liber* di essere noi stess*”.

30 Maggio 2019 - 13:57

Sabato 22 è il giorno del Bologna Pride e diverse sigle e associazioni propongono “un nuovo percorso di movimento LGBTIQ*+per partecipare in maniera propositiva all’appuntamento” con uno “spezzone indipendente”.  MIT Movimento Identità Trans, Plus Persone LGBT sieropositive Onlus, Laboratorio Smaschieramenti, Elastico fa/art, Collettiva Elettronika, La Mala Educación, Laboratorio L’isola, Il Barattolo, Ombre rosse e Ryno sono le realtà che hanno diffuso nei giorni scorsi l’appello che parte dallo slogan “Ascolta anche il lato B del movimento Lesbico Gay Bi Queer Inter-Trans+ (molto spesso si rivela il migliore…)” con l’intento di “riunire i gruppi queer e transfemministi con la parte meno rappresentata del movimento LGBT ufficiale: persone LGBTIQ* migranti, richiedenti asilo e razzializzate, persone sieropositiv*, trans*, transgender e intersex, sex worker. Si tratta di rendere visibili le lettere ‘più oscure’ dell’acronimo LGBTIQ* e quelle che ancora mancano, in un’agenda del movimento fin troppo concentrata per decenni sui bisogni delle coppie Gay. Reddito, accesso alla salute e al welfare, permesso di soggiorno, libertà di transitare tra generi e confini sono al centro delle rivendicazioni del B Side Pride”.

“A 50 anni – spiegano – dalla rivolta di Stonewall del 28 giugno 1969 che ha dato origine al movimento LGBTQIA*+ e dopo la manifestazione contro il World Congress of Families a Verona Città Transfemminista organizzata da NonUnadiMeno, in molt* abbiamo sentito l’esigenza di un percorso politico aperto, autorganizzato, autonomo per costruire un Pride che parta realmente dai bisogni delle soggettività: e abbiamo iniziato a farlo con assemblee e iniziative che andranno oltre il Pride. In un momento in cui si stanno affermando nel nostro Paese e nel mondo razzismo istituzionale e sociale e politiche neofondamentaliste, vogliamo mettere al centro le soggettività più colpite e riaffermare che la lotta è una sola: non possiamo separare i diritti civili lgbt dalle lotte sociali, femministe e antirazziste e dalla materialità delle vite”.

Questo il testo dell’appello: “Siamo singol*, associazioni, collettivi, reti, migranti, richiedenti asilo, razzializzate, native e terrone, studentesse/i/*, sieropositiv*, sex worker, frocie, lesbiche, trans*, intersex, non binarie e transfemministe. Abbiamo storie politiche e di partecipazione al movimento lgbtqi diverse tra loro. Abbiamo contattato un esperto di team building per aiutarci a costruire un gruppo omogeneo, ma ha miseramente fallito. Restiamo diverse, ma abbiamo diverse cose in comune. Siamo pro/positive e porteremo gaiamente nel pride i nostri corpi e i nostri bisogni, perché pensiamo sia una manifestazione politica dove renderli visibili. Manifesteremo il nostro orgoglio in una città dove un tempo le froce da tutta Italia venivano perché sapevano che siamo tutte qua, perché con un lavoretto e due soldi potevamo permetterci un tetto e con il coraggio e la sfrontatezza di ognuna e di tutte abbiamo frocizzato le strade. Vogliamo che Bologna resti una città vissuta da chi ci vive, piena di spazi sociali e culturali realmente autogestiti. A 50 anni da Stonewall vogliamo continuare a reinventare un movimento autorganizzato di liberazione di corpi, generi e sessualità. Un movimento che sappia produrre, a partire da sé e dai bisogni delle soggettività che lo costituiscono, un’analisi e una pratica per opporsi alla violenza strutturale dell’eteropatriarcato che produce anche l’omolesbotransbi fobia/negatività e la sierofobia. Non si tratta di discriminazioni da correggere, ma di una matrice eterosessuale da sovvertire. Per questo non faremo l’elenco di tutte le cose che rivendichiamo per ogni specifica soggettività: allora come ora la lotta è una, trasversale e intersezionale. Partiamo dalla materialità delle vite queer e dalla condizione di classe, non vogliamo separare i diritti civili dai diritti sociali e economici. Lottiamo per l’accesso a reddito e condizioni di vita e benessere sociale senza le quali i diritti civili sono carta straccia o diventano privilegi per le coppie gay ‘italiane’. Non baratteremo briciole di riconoscimento in cambio del nostro silenzio sulle morti nel Mediterraneo e sul regime di accesso ai diritti basato sul colore della pelle! Non aspettermo che la caccia alle streghe gender, già in atto nelle scuole e università, si diffonda e si affermi come metodo di controllo dei saperi e dei corpi!Pensiamo che Nonunadimeno abbia mostrato che si può fare un movimento transfemminista e intersezionale, si può essere in tante e incidere socialmente e culturalmente. Basta aver voglia di fare politica: orizzontale, assembleare, autonoma, desiderante e non consociativa. A Verona Città Transfemminista abbiamo visto tutt* come potrebbe essere il nostro Pride! Per contrastare la visione fascista, familista, razzista e antigender che si sta riaffermando a livello transnazionale, attraverseremo strade e piazze orgoglios* antirazzist* e liber* di essere noi stess*. Lo faremo il 22 Giugno al Bologna B-Side Pride e non ci fermeremo più! Venite con noi!”.