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“Azzolina dimettiti”, manifestano studenti e insegnanti

Oggi sciopero e presidio mobile tra piazza del Nettuno e piazza Roosevelt. Usb: “Invertire la rotta, reinternalizzare i servizi”. Noi Restiamo: “Diritto allo studio sia garanzia e non privilegio”.

25 Settembre 2020 - 17:09

“Tutto il settore scolastico ed educativo ha subito decenni di tagli e di spostamenti di risorse dal  pubblico al privato. Adesso dobbiamo invertire la rotta, questo e’ soltanto l’inizio perché servono investimenti veri per la scuola e l’educazione pubblica, serve la reinternalizzazione dei servizi di appalto che sono continuamente sotto ricatto e nei quali, e nei momenti in cui non si lavora, non è garantito lo stipendio”. È la posizione dell’Usb, che ha manifestato stamattina sotto la Prefettura e al Nettuno in occasione della seconda giornata di sciopero del mondo della scuola, invocando, con striscioni e cori, le dimissioni della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

In un comunicato diffuso nel pomeriggio, il sindacato prala di “importanti adesioni” allo sciopero (al 55% quelle nei trasporti) e ha aggiunto: “Non è possibile accettare l’attualità situazione nella scuola e in università. La saturazione dei mezzi anche ben oltre all’80%, è un rischio gravissimo per i lavoratori e i cittadini, un’idiozia. Nella scuola si vive nell’emergenza, in classi pollaio, dove mancano i dispositivi di sicurezza adeguati e gli insegnanti. Migliaia di precari ancora non sono stati chiamati. All’appello lanciato hanno risposto anche gli studenti di Osa (Opposizione Studentesca di Alternativa) e altre organizzazioni sindacali della scuola e del trasporto pubblico”.

Scioperavano appunto anche i lavoratori Tper: “Tutelare la salute è la priorità. Aumentare i servizi non la capienza”, chiede sempre Usb, parlando di una situazione sui bus “fuori controllo” e denunciando che gli autisti che segnalassero “il superamento della capienza all’80% rischierebbero addirittura di essere sanzionati”.

Alla mobilitazione hanno preso parte gli studenti di Noi Restiamo: “All’interno delle aule scolastiche e delle aule universitarie non ci è garantita sicurezza, e lo stiamo vedendo dalle notizie di questi giorni. Spazi insufficienti, affollamento dei trasporti e misure che non servono a nessuno.La risposta non è e non deve essere la Didattica a Distanza, che crea solamente disparità come abbiamo visto durante la crisi sanitaria e sociale dettata dal coronavirus.Chi non può permettersi gli strumenti adeguati, viene lasciato indietro continuando ad acuire le disparità che già esistevano tra scuole di serie A e scuole di serie B. Questa disparità la vediamo crescere sempre più forte anche nel mondo dell’università, con il divario tra atenei che puntano ad essere poli d’élite e tutti gli altri. Vogliamo un diritto allo studio che sia una garanzia per tutti e non un privilegio, svincolato da autonomia e regionalizzazione ed uguale per tutti. Riprendiamoci l’università, invertiamo la rotta!”