Acabnews Bologna

“Autogestione, ora!”

Domenica 1 luglio’012 dalle 10, in vicolo Bolognetti, una giornata di confronto per “affermare il valore delle esperienze sociali autogestite basate sulla cooperazione e sul mutualismo”.

28 Giugno 2012 - 16:08

Autogestione, ora!

1 luglio 2012, Sala Silentium (vicolo Bolognetti)

Una giornata di confronto, fuori dalle liturgie istituzionali e del mercato, per affermare:

– il valore delle esperienze sociali autogestite basate sulla cooperazione e sul mutualismo
– la natura di bene comune delle forme del vivere solidale collettivamente generate, dell’arte e della cultura
– autocostruzione e autorecupero contro la speculazione per la difesa del territorio
– l’urgenza di modificare le norme giuridico-anministrative ai fini del pieno riconoscimento delle pratiche dell’autogestione

LA TENSIONE AL BENE COMUNE NON PUO’ RIMANERE INEVASA,
NE’ ESSERE REPRESSA

> Programma:

Ore 10.00 – Workshop paralleli su “Pratiche dell’autogestione” e “Beni comuni e innovazione giuridico-amministrativa”

Ore 13.00 – Pranzo sociale

Ore 15.00 – “Autogestione, ora!”, assemblea cittadina

Partecipano: Asilo Filangieri – La Balena (Napoli); Teatro Valle
(Roma), Metropolis (Roma) MACAO (Milano), Teatro Garibaldi (Palermo),
Campagna GenuinoClandestino

Invitiamo tutte e tutti, singoli, esperienze sociali e culturali autogestite, associazioni – la cittadinanza attiva nel suo complesso – a una giornata pubblica per avviare un percorso cittadino sul tema della promozione delle pratiche di autogestione. Riteniamo infatti che lo scenario della crisi attuale possa e debba essere letto anche in termini di apertura di una nuova fase di transizione sistemica, che oltre a numerose incognite e a drammatiche criticità, presenta però margini di agibilità che dovremmo saper sfruttare, se vogliamo fare la nostra parte nel determinare la direzione del cambiamento. Le recenti occupazioni a Roma (Teatro Valle), Napoli (Asilo/Balena), Palermo (Teatro Garibaldi), Milano (Macao), ecc., pur nelle loro evidenti differenze, sembrano alludere all´apertura di un processo costituente del tutto inedito che pone al centro le esperienze sociali autogestite (ESA) come bene comune.

Il progetto che vorremmo proporre alla città ha lo scopo, da un lato, di promuovere azioni di riconoscimento delle esperienze sociali autogestite già esistenti, dall’altro, di favorire la moltiplicazione e il consolidamento di nuove esperienze che assumano l’autogestione e l’orizzontalità nella gestione come propri principi guida. Con esperienze sociali autogestite (ESA) intendiamo quell’insieme composito e continuamente mutevole di percorsi sociali e culturali che, originandosi spontaneamente, innescano una trasformazione profonda nel modo di agire e di pensare all’interno di un determinato territorio. In ultima analisi queste esperienze, non finalizzate al conseguimento di un profitto individuale, né di un interesse di natura patrimoniale, non fanno che riconsegnare alla collettività il prodotto della cooperazione sociale, anche mediante la pratica dell’occupazione di spazi dismessi, allo scopo di sottrarli ai meccanismi della rendita fondiaria e di renderli nuovamente fruibili ai cittadini in quanto beni comuni.

Le ESA, come beni comuni, sono il frutto di relazioni sociali tra pari, dell´agire condiviso. Nascono dalla partecipazione attiva e diretta della cittadinanza e si autorganizzano, difendendo la propria autonomia sia dall´interesse proprietario sia dalle istituzioni pubbliche che governano con logiche privatistiche e autoritarie i beni pubblici .

L´autogestione è una pratica fondante di tali esperienze. L´autogestione consiste nella volontà di non costituire strutture organizzative stabili, nel rifiuto di delegare a singoli rappresentanti la propria gestione, nel riconoscere l´assemblea di gestione come unico momento decisionale vincolante per tutti, nel rifiutare l´ottica rappresentativa delle maggioranze e delle minoranze.
Questo insieme eterogeneo di esperienze ha rappresentato un luogo di produzione e sperimentazione di pratiche culturali, politiche e sociali che ha arricchito questa città rendendola sicuramente più vivibile. Si tratta di esperienze che, su più piani, anticipando e innovando, hanno colto tendenze e intercettato domande sociali che altrove non trovavano ascolto o possibilità d´espressione. Non esenti da limiti e contraddizioni, hanno mantenuto nel tempo la capacità di dare voce e spazio a ciò che nelle viscere del corpo sociale simuoveva e ad accogliere le diverse istanze che si presentavano. Se hanno conservato negli anni questi tratti peculiari è in prima istanza dovuto all´orizzontalità e alla pratica dell´autogestione che ne hanno definito le modalità quotidiane di organizzazione, facendone luoghi attraversati quotidianamente da centinaia di persone.

Ci vogliamo impegnare – e offrire ad altri la possibilità di impegnarsi a loro volta – nel compito di salvaguardare e promuovere la riproduzione delle molteplici forme che già oggi il fondamentalepatrimonio comune rappresentato dalle ESA riveste in città, e di tutte quelle che potrà assumere in futuro. In particolare attraverso:

1) la promozione di un confronto pubblico sulle esperienze sociali autogestite e sulle pratiche che si producono al loro interno. Il progetto che proponiamo dovrebbe farsi promotore in città di un dibattito su queste esperienze: sulla loro evoluzione, sulle progettualità politiche, culturali e sociali che nascono e crescono al loro interno, le criticità che li attraversano.

2) la promozione di un processo di innovazione giuridica tramite il confronto con l´amministrazione cittadina e altre istituzioni, nella convinzione che le esperienze sociali autogestite costituiscano un genere giuridico del tutto nuovo, indipendente rispetto al titolo di appartenenza, «cioè dalla titolarità della proprietà sul bene, che può essere pubblica o privata. Il bene comune è piuttosto individuato in quanto necessario alla realizzazione dei diritti fondamentali degli individui» (Commissione Rodotà). Queste esperienze, nel momento in cui si trovano a confrontarsi con i diversi ordinamenti, costruiti sulla dicotomia pubblico/privato, si scontrano con un’empasse: o accettare
la natura “privata” della propria esperienza, o sottrarsi al confronto, non contemplando i diversi ordinamenti uno statuto giuridico terzo. Inoltre, le attuali norme che regolano l´associazionismo, le attività di promozione sociale e culturale, produzione indipendente non finalizzata al profitto e consumo critico, appaiono del tutto inadeguate tanto a regolamentare le esperienze sociali autogestite, quanto a valorizzare forme di vita non mercificate e mercificanti, rispettose della solidarietà sociale e ambientale.

3) la promozione di iniziative di dibattito e di formazione finalizzate alla ricerca ed elaborazione, autonoma e indipendente, di proposte comuni di rigenerazione sociale, economica e produttiva, culturale e politica, in una prospettiva di transizione sistemica.

Gruppo di iniziativa per la promozione delle esperienze sociali autogestite