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Aumenta il numero di morti per droga, ma mancano sempre i fondi

L’Osservatorio dell’Ausl (che dopo il taglio dei finanziamenti tira avanti con studenti volontari): cambia l’utenza dei Sert, sempre più scolarizzata e integrata. Alti i numeri sulle intossicazioni da alcol fra i minori, aumentano le ludopatie.

30 Ottobre 2018 - 11:22

In Emilia-Romagna il numero di decessi per overdose è in aumento a livello regionale. A Bologna, dopo il calo del dato nel 2017 (nove casi contro i 19 del 2016), nei primi mesi di quest’anno si registra un nuovo incremento: 13 decessi certificati tra gennaio e settembre. A segnalarlo è il direttore dell’Osservatorio epidemiologico dell’Ausl di Bologna, che nei giorni scorsi ha presentato il rapporto 2017 sulle dipendenze in città. Grazie al sistema di allerta rapido organizzato dall’Osservatorio – che va avanti col lavoro volontario degli studenti,  poiché dall’anno scorso la Regione ha tagliato i fondi – col quale vengono monitorati gli accessi ai Pronto soccorso e i decessi per overdose, “abbiamo visto che da gennaio a settembre sono già 13 i decessi- segnala il direttore- in aumento rispetto all’anno scorso. E il target è sempre lo stesso”. Si tratta di persone in media tra i 40 e i 45 anni, con una “lunga storia di rapporto con le sostanze e coi servizi, in condizioni di vita disagiate e con uno stato di salute compromesso”. In sostanza quindi “non è un fenomeno sociale, che coinvolge tutti i consumatori. E’ un fenomeno circoscritto, su un target di persone ben definito”. Per questo, sostiene il direttore dell’osservatorio, “andrebbero fatti dei programmi mirati di prevenzione su utenti ed ex utenti dei servizi, oppure sulle persone che si sono già rivolte a un pronto soccorso in seguito a un’overdose non letale” e che, negli ultimi anni, sono in calo. Se nel 2017 le morti sono diminuite a Bologna rispetto al 2016, sono invece aumentate in altre città dell’Emilia-Romagna. Ad esempio, a Modena si è passati da nessuno a cinque casi nel giro di un anno. Allo stesso tempo, rispetto alle zero morti per overdose nel 2016, nel 2017 si sono verificati tre decessi a Reggio Emilia, due a Parma e altri due Rimini. “Quindi è un problema che riguarda anche i piccoli centri – dice il direttore – non solo le grandi città”. A livello regionale, nel 2017 sono morte 25 persone per overdose (furono 24 nel 2016 e 23 nei due anni precedenti): 20 erano uomini, 23 con cittadinanza italiana, cinque non erano residenti in Emilia-Romagna. L’età media è intorno ai 45 anni, da un minimo di 25 a un massimo di 62 anni.

Allo stesso tempo cambia l’utenza dei consumatori di droghe, almeno per quanto riguarda quelle che si rivolgono ai Sert: si tratta perlopiù di lavoratori, con diploma o laurea e con vite che si potrebbero definire ordinarie. Nel 2017 sono state infatti 408 le persone che si sono rivolte al Sert per la prima volta per consumo problematico di sostanze illegali, in calo rispetto all’anno precedente: età media 34 anni, l’86% è maschio, il 36,5% è di origine straniera. Quasi il 38% ha un diploma o un laurea (era il 29% nel 2016) e il 49% risulta occupato, in calo rispetto all’anno prima ma in netta crescita a confronto del 2015. Diminuiscono le persone che vanno al Sert per eroina (dal 49,5% al 45%) e cannabis (dal 34,6% al 32%), aumentano i casi per cocaina (dal 54,7% al 60%). In totale, nel 2017 a Bologna sono state individuate 3.255 persone con consumo problematico di sostanze, in calo rispetto all’anno prima, di cui 678 nuovi casi. Per la maggior parte sono uomini (80,5%), italiani (78%) e residenti in area metropolitana (78%). Nel 65% dei casi consumano oppioidi (in calo), nel 39% cocaina (in aumento) e nel 17% cannabinoidi (stabile). In 2.671 si sono rivolti al Sert, 482 persone sono andate al pronto soccorso e 277 in ospedale. Nel 2017 sono state 902 le persone che sono arrivate al pronto soccorso per abuso di sostanze: età media 36 anni; 22% donne; 28,5% non nativi. Nel 45,3% dei casi sono arrivati di notte e il 35% nel weekend, il 4,5% in codice rosso. Nel 29% dei casi si tratta di abuso di cocaina, il 22% per cannabis e il 14% per oppioidi. Quasi 400 persone sono state ricoverate e nel 50% dei casi per abuso senza dipendenza.

“In pratica c’è una forbice- spiega il direttore dell’osservatorio epidemiologico- ai Sert vanno persone intorno ai 40 anni, mentre i più giovani vanno per lo più al Pronto soccorso”. Da una parte, spiega l’epidemiologo, “abbiamo i servizi dove le persone stanno calando e l’utenza sta cambiando. Ai Sert si rivolgono sempre più persone socialmente integrate, con un lavoro e con una scolarità alta, molto più per problemi legati alla cocaina e non all’eroina, che arrivano ai servizi in conseguenza di un consumo protratto nel tempo”. Si parla cioè di consumo di droga “socialmente integrato”, quotidiano, che non interferisce con la vita di tutti i giorni. “Riflette il cambiamento della società- dice il direttore- oggi se facciamo 100 la quota dei consumatori, 90 sono socialmente integrati, ovvero persone per le quali l’utilizzo di sostanze non pregiudica i ritmi di vita”. In altre parole, gli stupefacenti “non sono più un problema ma fanno parte della loro quotidianità del loro stile di vita o del fine settimana. E se hanno problemi in emergenza, si rivolgono ai servizi sanitari. Oggi la realtà è questa, completamente diversa dall’ondata di eroina dei primi anni 2000”. Inoltre, “sta aumentando di nuovo la quota di persone con problemi legati al consumo di cocaina”. Dall’altra parte, invece, “abbiamo un fenomeno molto più elevato nelle fasce giovanili, soprattutto tra i minori che si rivolgono a ospedali e pronto soccorso per consumo problematico di alcol e sostanze illegali”.

Sull’alcol in particolare “vediamo un aumento dei casi di intossicazione alcolica acuta tra i minori -rimarca il direttore- che riflette un cambiamento di abitudine tra i giovani”. E anche negli accessi al pronto soccorso per abuso di sostanze illegali tra i minori, “vediamo che uno su quattro ha anche un abuso di alcol”. A Bologna e provincia, tra i ragazzi fra i 12 e i 17 anni “è in aumento l’incidenza del consumo problematico di alcol, in entrambi i sessi”, con 0,6 casi ogni mille abitanti. In calo invece il consumo problematico di sostanze illegali tra i non nativi, mentre è in aumento tra gli italiani. Al contrario degli anni scorsi, si registra anche “la diminuzione dell’incidenza del consumo problematico di eroina e di cocaina” tra i minori. Tra i nuovi accessi al Sert nel 2017, si registra anche un aumento di persone positive all’Hiv (2,2%). “Non sono nuovi casi -spiega il direttore dell’Osservatorio- non sono giovani. Sono persone che si sono rivolte per la prima volta ai servizi ma che avevano un quadro già chiarito”, ovvero con una storia di consumo di sostanze pesanti alle spalle. “Probabilmente è la coda del fenomeno, vuol dire che tutti stanno arrivando al Sert”, spiega. Del resto, segnala, “il rapporto tra conosciuti e sconosciuti ai servizi è bassissimo”. La stima e’ di uno a uno: per ognuno che si rivolge ai servizi per eroina o cocaina ce n’è un altro che non lo fa. Negli anni passati il rapporto era uno a due. “Vuole dire che bene o male sono tutti in contatto e sta calando anche la stima del numero oscuro di eroinomani”.

Aumentano allo stesso tempo in città i malati di gioco che si rivolgono al Sert, anche se la maggior parte dei ludopatici rimane sottotraccia. In tutta l’area metropolitana si stimano “tra le mille e le 1.500 persone che avrebbero bisogno di essere curate per il gioco”, con una prevalenza di 1,78 giocatori problematici ogni mille residenti. L’anno scorso si sono presentate al Sert 200 persone per problemi dovuti al gioco, in costante aumento rispetto al passato (erano 32 casi nel 2009). Cresce anche l’eta’ media di chi chiede aiuto (49,6 anni) e la percentuale di non nativi (10%). In calo la quota di femmine e quella di soggetti con scolarità medio alta.