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Atlantide in 14 anni di punk hardcore da sfogliare

Un libro con “foto, flyer e contributi scritti di chi c’era e di chi ci ha suonato” ripercorre la storia di autogestione che ha fatto vivere il cassero di porta Santo Stefano, occupato nel 1997, nel periodo che va dal 2001 allo sgombero nel 2015.

16 Marzo 2021 - 12:57

“I concerti erano rumorosi e stipati, con la luce che saltava spesso a causa del sovraccarico dell’impianto, era difficile riuscire ad entrare nella stanza, era difficile riuscire a vedere chi stava sul (non)palco; spesso ci si trovava in un vortice, trascinati da un’onda e capovolti a testa in giù in mezzo a strati di persone. Ma tutti erano pieni di sorrisi, pieni di sudore, pieni di pestate sui piedi, pieni di salti, pieni di abbracci per evitare che chi ti finiva addosso cadesse a terra, mentre la marea ti teneva a galla”. Dove? Tra le mura di Atlantide, ovviamente. La storia continua tra le pagine di “Atlantide – Hardcore d.i.y. punx live 2001-2015”, libro che consente di “sfogliare 14 anni di punk hardcore in Atlantide tra foto, flyer e contributi scritti di chi c’era e di chi ci ha suonato”, si annuncia nella sinossi del volume, frutto di una collaborazione tra ZOOO print&press, Serimal Screenprinting Studio, Red Star Press – Hellnation Libri e @Atlantide NullaOsta.

“Il 30 marzo 2001 il collettivo NullaOsta organizza il suo primo concerto all’interno di Atlantide, un cassero di 70 metri quadri nel centro di Bologna. Occupata nel 1997- continua la presentazioe del libro- è autogestita dai collettivi Clitoristrix femministe e lesbiche, Antagonismogay/Laboratorio Smaschieramenti e NullaOsta che la caratterizzeranno come punto di riferimento per un’elaborazione critica dal basso, promuovendo libertà ed autonomia per le donne, visibilità politica e (auto)organizzazione transfemminista e lgbtiq, ma anche autoproduzione e distribuzione culturale indipendente. Atlantide diventa punto di riferimento internazionale del punk hardcore. E’ stata sgomberata il 9 ottobre 2015. Questo libro ne documenta i 14 di vita”. Il cassero di porta Santo Stefano, intanto, dopo lo sgombero operato dal Comune è ancora inutilizzato.