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Ateneo, “il 36 ha riaperto le porte; si fa per dire…”

Cua: “Cortile ancora inagibile e abbandonato a sè stesso”, mentre Unibo “spende migliaia di euro per pulire i muri esterni”. Anche Noi Restiamo attacca Ubertini sulla pulizia delle pareti. Hobo a Repubblica contro manifestazione pro Tav.

15 Novembre 2018 - 14:44

“Di ritorno dalla pausa estiva, la biblioteca del 36 ha riaperto le porte; si fa per dire perché lo spettacolo che ci siamo trovati davanti è stato un cortile inagibile, sbarrato con un cartello che giustificava l’inaccessibilità dello stesso con un presunto pericolo di caduta tegole. Oggi il cortile del 36 si presenta così: ridotto a discarica e lasciato abbandonato a sè stesso”. E’ il messaggio diffuso ieri dal Collettivo Universitario Autonomo dopo la riapertura della biblioteca universitaria, all’ingresso della quale l’Università tentò di installare – senza riuscirci, poiché furono subito rimossi – i tornelli per consentire l’ingresso solo a chi fosse stato munito di badge. Continuano dal collettivo: “Mentre i lavori per renderlo accessibile continuano a rimanere bloccati, l’università spende regolarmente migliaia di euro per la pulizia dei muri esterni in nome di un apparente decoro. Insomma, nessuna sorpresa: la solita Università che incentra il suo essere sull’apparenza ignorando le necessità degli studenti”.

Sul tema dell’utilizzo di denaro finalizzato alla pulizia dei muri, anche il collettivo Noi Restiamo prende la parola per denunciare la situazione, in un comunicato dal titolo: “Operazione ‘muri sicuri’: 100mila euro dall’Unibo, 500.000 dal Comune”, che affronta la questione mettendo al centro il problema del reperimento degli alloggi che molti studenti stanno vivendo: “Grazie Ubertini. Come soluzione al problema abitativo ci proponete affitti stratosferici in studentati di lusso messi su da qualche multinazionale del mattone golosa dei profitti possibili nelle nostre periferie, perchè ‘non ci stanno i soldi’. Ma poi quando si tratta del tuo stipendio (o onorario, o come più ti piace chiamarlo) e della necessità di normalizzare la zona universitaria in pieno stile leghista, sovvenzionando una movida per ricchi e imbellettando i muri che spesso portano la voce della rabbia di chi vive quelle strade, ecco che Comune e Unibo sono sempre in prima fila per aprire il portafogli”.

Il collettivo Hobo segnala invece di aver dato vita ieri a un’azione presso la sede del quotidiano La Repubblica di Bologna, contestando la scelta di avere “in occasione della ‘manifestazione gentile’ Sì Tav, promossa dalla borghesia torinese, in prima linea nella difesa dei suoi profitti e privilegi, a discapito di chi il proprio territorio lo vive e lo difende” riportato sulle proprie pagine “con rinnovato entusiasmo e ipocrisia la piazza, composta da chi, per anni, ha speculato sugli effetti della crisi, guadagnando dalle misure di austerità e impoverimento imposte dai governi di sinistra e destra. E poco male se in quella piazza era presente anche la Lega del tanto odiato Salvini. Che sia il partito del Matteo buono e democratico o quello del Matteo cattivo e razzista, l’importante è salvaguardare il ‘progresso’: ovvero la difesa dei loro privilegi. Del movimento No Tav, che da più di vent’anni difende la Val Susa e lotta contro gli speculatori, nemmeno una parola: ma si sa, cosa ci si può aspettare dai difensori dello spread, delle banche e della precarietà?”.