Acabnews Bologna

Ateneo, Cub: “Fermare l’esternalizzazione del centro stampa”

Il sindacato di base: “Follia gestionale che pesa sulla collettività in termini di costi aggiuntivi ma anche di professionalità buttate”.

28 Maggio 2015 - 16:56

Centro stampa d’ateneo: fermate quel bando di esternalizzazione!
Così si butta il denaro pubblico e si svilisce il personale!

(repertorio Zic.it)Il centro stampa dell’ateneo di Bologna è stato chiuso a partire dall’8 di Maggio 2015. Nessuno è stato informato della situazione e chi normalmente utilizzava il centro stampa si è visto recapitare una mail con scritto che per qualsiasi necessità si sarebbe dovuto rivolgere all’esterno.

Un fulmine a ciel sereno per tutti. Ora sembra che l’ateneo stia studiando un bando per l’ennesimo appalto di servizio che certamente farà lievitare i costi per tutti gli utenti interni o esterni che se ne servivano! Ma non si deve risparmiare in questo momento di crisi e di tagli.

Non solo… L’ateneo di Bologna che ha un contratto con una ditta che fornisce il macchinario di stampa tipico delle stamperie professionali continua a pagare il canone pur non utilizzando il macchianinario!
La cosa più grave è il motivo che ha portato l’ateneo su questa strada!

Due erano le unità di personale addette. Una aveva inoltrato domanda di pensionamento da tempo e dal primo di Maggio non lavora più. L’altra unità di personale, non essendo inquadrata nell’esatto profilo chiedeva da tempo che gli venisse riconosciuto il suo lavoro.

L’ateneo era a consocenza del pensionamento almeno da sei mesi, formalmente, informalmente sicuramente da più tempo visto che ad una certa età è normale smettere di lavorare. Il collega che con la sua devozione ha collaborato a far funzionare il centro stampa e a farlo crescere svolgendo mansioni superiori da anni si aspettava almeno un ringraziamento. Ma no! Quel che gli è ritornato sono stae risposte alla stregua di “a far funzionare una copiatrice sono buoni tutti”.

L’irritazione era alta e la risposta del collega è stata una domanda di mobilità per non riconiscimento e, visto che l’ateneo lo poteva trattenere, una richiesta di riconoscimento di mansioni superiori (1200 euro lorde anno). La risposta alla domanda di riconoscimento di mansioni superiori deve ancora arrivare. E’ arrivata però la risposta alla domanda di trasferimento: praticamente immediata!

Molti lavoratori per vedersi rispondere alle domande di mobilità aspettano mesi quando non anni perchè la norma è: sei fondamentale dove stai e finchè non abbiamo una sostituzione non ti muovi! Lecito! Ma perchè non è valsa la stessa cosa lecita per il collega del centro stampa?

L’ateneo pensava già di esternalizzare? Ma perchè nessuno ha detto nulla e al collega interessato invece era stato chiesto di affiancare altro personale per formarlo?

Perchè l’ateneo non ha bandito la gara d’appalto nei sei mesi precedenti il pensionamento e nello stempo tempo non ha informato anche il collega che rimaneva?

La nostra ipotesi? Se quel lavoratore fosse stato ancora zitto e supino e soprattutto non avesse messo per iscritto le sue richieste il centro stampa sarebbe ancora aperto e funzionante!

Per non riconoscere 1200 euro lordi ad un lavoratore quanto sta spendendo l’ateneo per riprodurre i faldoni degli organi, le locandine di alcuni convegni, e tutto il materiale normalmente utilizzato nelle varie attività interne ed esterne? Quanto sta spendendo di canone per i macchinari?

Questa è follia gestionale che pesa sulla collettività in termini di costi aggiuntivi ma anche di professionalità buttate. Costi diretti e indiretti che determinano danno a chi quei soldi li poteva utilizzare per scopi sicuramente migliori. Un danno per i docenti, per le strutture di ricerca, per il personale tecnico ammisnitrativo e per tutta la collettività. Ora quel lavoratore che poteva far produrre quelle macchine fa il portiere! Con che spirito lavorerà quel collega da oggi in poi dopo aver subito un trattamento degno di Crudelia De Mon!

Il rettore dovrebbe bloccare il bando, richiamare il collega, riapreire il centro stampa. Questo sarebbe un segnale di buona amministrazione del denaro pubblico. E i soldi spesi inutilmente dovrebbero essere ripagati da chi non ha affrontato il problema prima e poi ha deciso di chiudere!

Bene hanno fatto oggi i rappresentanti TA in Senato, nell’assemblea di confronto tra il personale tecnico amministrativo e i candidati rettore a porre la questione. Tutti i candidati hanno espresso la loro intenzione di richiamare il collega e di riaprire il centro stampa!

Fermate il bando, riaprite il centro stampa così che il nuovo Rettore possa valutare!

Cub Sur