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Assolto il giornalista finito sotto processo per aver seguito una protesta NoTav

Dopo la sentenza di rinvio della Cassazione, riconosciuta in appello la “particolare tenuità del fatto”. Notav.info: “Resta l’amaro in bocca”, per un cronista che segue le proteste della Valsusa “fare il proprio lavoro rimane reato”.

16 Ottobre 2020 - 14:10

Occupazione Geovalsusa 2012 (foto notav.info)Finisce l’odissea giudiziaria di Davide Falcioni, il giornalista di Fanpage che era stato condannato per concorso in violazione di domicilio per aver seguito alcuni militanti NoTav che, nel 2012, avevano occupato uno studio professionale. Lo scorso gennaio la Cassazione lo aveva rinviato in appello, dove ieri è stato finalmente assolto.

“I NoTav erano andati a citofonare alla sede di una delle ditte impiegate nella devastazione dei boschi della Clarea – si legge sul sito Notav.info – una piccola azione dimostrativa il cui momento clou era stato srotolare uno striscione notav dal balconcino dell’azienda”. Falcioni quel giorno “aveva avuto l’ardire di raccontare che non c’erano state minacce ai dipendenti né danni alle cose, riferendo anzi di un’azione pacifica portata avanti da signore cinquantenni e ragazzi a volto scoperto che si sono fatti aprire semplicemente suonando al citofono. Un grosso problema visto che la polizia aveva appena arrestato 7 persone e sottoposto altre 10 a misure cautelari e il resoconto di Falcioni andava leggermente a incrinare la ricostruzione delle autorità. Il delitto di lesa Tav è quindi costato al giornalista un’incriminazione e una condanna: ciò che fanno i notav va raccontato solo con le parole della polizia”.

Dopo la sentenza di ieri “resta l’amaro in bocca – prosegue il testo – per le motivazioni che se non sanciscono il diritto alla protesta (che sappiamo ormai sospeso da tempo in Val di Susa) non riconoscono nemmeno fino in fondo il diritto alla cronaca. Quando si parla di movimento notav, per un giornalista fare il proprio lavoro rimane reato ma Falcioni è stato assolto per ‘particolare tenuità del fatto’. Quanto ai notav coinvolti nella vicenda, nonostante la ricostruzione della procura sia stata clamorosamente smentita proprio dalla testimonianza del cronista, quattro di loro sono stati condannati in appello a 5 mesi di carcere nel giugno dell’anno scorso”.