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“Siamo tutti meritevoli” [report+audio]

Report e audio dall’assemblea dell’Onda anomala a Lettere

06 Novembre 2009 - 00:43

Alle 17 del 5 novembre in un’Aula III di Lettere particolarmente affollata (mentre quasi in contemporanea se ne svolgeva un’altra a Scienze), gli studenti dell’Onda si sono riuniti in assemblea per discutere del DDL Gelmini. Disegno di legge che a differenza dell’anno scorso si ripresenta con termini più concilianti e meno aggressivi, riuscendo ad ottenere il plauso di buona parte dei media “istituzionali” (in primis il Corriere della Sera). Fra i meriti delle Riforma vi sarebbero le promesse di allontanare i poteri baronali dal mondo dell’università, di renderla più meritocratica (termine che ricorre frequentemente nelle trenta pagine del DDL), di ridare la speranza di un posto fisso ai ricercatori precari, di modernizzare gli atenei e di “razionalizzarne” i fondi. Altro merito della Riforma consisterebbe nella sua attuazione, che non comporterebbe nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Nel corso dell’assemblea è invece emerso chiaramente quali siano gli intenti reali della Riforma Gelmini. Per modernizzazione dell’università, s’intende il sistema di Governance, ossia l’entrata diretta delle aziende nel Consiglio d’amministrazione (fino a un 40% di membri esterni, presidente incluso) che avranno potere decisionale, ma che non contribuiranno con nessun tipo di stanziamento economico da parte delle imprese a favore degli atenei. Altro elemento di modernizzazione e meritocrazia sarebbe il Prestito ad honorem, borsa di studio erogata agli studenti più meritevoli valutati secondo test nazionali (di cui ancora non conosciamo i parametri), studenti che oltretutto saranno da subito abituati all’indebitamento, poiché il prestito dovrà essere restituito in parte alla fine del percorso di studi (ma con interessi bassi). La precarizzazione a una prima lettura del testo sembrerebbe effettivamente attenuarsi, dato che i ricercatori potranno avere contratti per un massimo di tre anni, con l’opportunità di un’ulteriore rinnovo al termine del quale potrebbe seguire un’assunzione a tempo indeterminato. Resta solo da chiarire con quali fondi un ateneo potrebbe assumere un ricercatore, dopo il passaggio di una Riforma orgogliosamente definita “a costo zero” e che non utilizza nuovi finanziamenti pubblici. Altro mistero resta la scomparsa dei poteri baronali, visto che l’assegnazione dei posti di ricerca o di docenti associati spetta a commissioni composte da ordinari, e che l’assegnazione dei contratti d’insegnamento verranno decisi da una commissione nazionale formata sempre da ordinari eletti tramite sorteggio.

Unendo tutti questi elementi e sommandoli con nuovi tagli alla ricerca e ai corsi di laurea eseguiti sempre in nome del “merito” (concetto ideologico rifiutato dall’Onda) non è difficile immaginare quale potrebbe essere la situazione dell’università italiana dei prossimi anni.

L’assemblea degli studenti dell’Onda, non aveva solo lo scopo di far luce su questi punti, ma anche di riaffermare il no deciso a questo modello di Università e di proporne un altro radicalmente diverso. Davanti al modello dell’Università-Azienda della Gelmini (che rientra in un quadro più generale di attacchi al mondo della cultura perpetrati negli ultimi anni), si avverte da parte di chi l’università la costruisce, la vive e la migliora realmente dall’interno giorno per giorno, la necessità di crearne un’altra, gestita dal basso, formata anche da percorsi autoformativi e creatrice di una cultura libera e disponibile per tutti. Tra i prossimi appuntamenti è previsto un corteo con gli studenti medi per il 10 novembre e una fiaccolata per il 17 nel tentativo di creare uno spazio di discussione e di opposizione a questa Riforma che sia il più ampio possibile. Insomma, come ci ha sottolineato Niccolò dell’Onda nell’intervista “Da oggi ricominciamo”.

> Ascolta l’intervista a Nicolò dell’Onda Anomala