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Ancora sotto la Regione: “A Natale regala la scuola”

Ieri presidio in viale Aldo Moro lanciato da Priorità alla scuola, con allestimento di un albero natalizio simbolico: “La nostra mobilitazione non si ferma, vogliamo che la didattica ritorni in presenza per tutte e tutti, per questo chiediamo un maggior investimento nel trasporto pubblico e presidi sanitari in tutti i plessi”.

06 Dicembre 2020 - 12:48

Ieri pomeriggio “una nostra delegazione composta da studenti, genitori e insegnanti si è riunita sotto la regione Emilia-Romagna con un albero di Natale particolare. La nostra mobilitazione non si ferma, vogliamo che la scuola ritorni in presenza per tutte e tutti: per questo chiediamo un maggior investimento nel trasporto pubblico e presidi sanitari in tutte le scuole!”, scrive Priorità alla scuola per raccontare il presidio che si è svolto ieri in viale Aldo Moro, il terzo in due giorni dopo quelli dei lavoratori della Fiera e dei sindacati di base. L’appello di convocazione del sit-in conteneva l’invito a tutte le partecipanti e i partecipanti di portare in “regalo” alla Regione un oggetto simbolicamente legato alla scuola (quaderni, zaini, astucci).

Tutto questo “perché in Italia- sono le motivazioni del presidio- ancora una volta tutto riapre, tranne le scuole; perché dal 24 febbraio 2020 per le scuole superiori è stata garantita la scuola in presenza solo per 40 giorni sabati inclusi, a fronte di 130 giorni di Dad al 100%; perché tutti i principali Paesi europei hanno garantito la didattica in presenza, anche con diffusione del contagio maggiore dell’Italia: la loro curva epidemiologica è diminuita sensibilmente e rapidamente, mentre in Italia la curva epidemiologica si è abbassata, ma le scuole restano chiuse; perché dopo l’ultimo D.P.C.M. nulla o quasi nulla è stato fatto dalle istituzioni per risolvere le criticità degli altri settori – come i trasporti pubblici e la medicina territoriale – addotte per giustificare la chiusura delle scuole; perché è forte il rischio che nulla sarà fatto anche nelle prossime settimane, da amministratori che sinora hanno dato prova di considerare più conveniente e facile il ricorso alla Didattica a distanza al 100% nelle scuole superiori; perché il prolungamento della Didattica a distanza non è il rimedio, ma piuttosto il veleno: non solo acuisce le disuguaglianze sociali, ma aggrava le lacune educative e fa aumentare le forme di disagio psicologico negli adolescenti, secondo il giudizio unanime dell’Oms, della Società Italiana di Pediatria e del Comitato Tecnico Scientifico; perché questo danno permanente nella formazione comporterà una minore competitività dei nostri studenti nel mercato del lavoro europeo e globale, con ulteriore depauperamento del capitale umano del Paese; perché la chiusura delle scuole contribuisce in maniera significativa ad aumentare le disparità di trattamento delle donne sul posto di lavoro e sull’occupazione femminile; perché non vogliao che la scuola diventi il capro espiatorio del Natale; perché senza scuola non ci sono diritti e non c’è salute. Denunciamo l’assenza ingiustificata della classe dirigente! Ora basta! Suona la campanella, la scuola deve aprire!”.