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“Ancora pochi tamponi per il personale sanitario”

Sgb: serve “vasta operazione di prevenzione e protezione”. Il bollettino di oggi: sopra le mille le persone contagiate nel bolognese, oltre diecimila quelle in regione. Intanto, arriva un contributo da Vag61: “Cerchiamo nuove strade per non fermarci e ritrovarci prima possibile”.

25 Marzo 2020 - 18:30

Balzano a 1.107, 139 più di ieri, i casi di positività al Coronavirus nel territorio metropolitano, di cui 208 nell’imolese, e altre 17 persone hanno perso la vita. Complessivamente in Emilia-Romagna, a fronte di 38.045 test refertati (+4518), i contagi sono 10.054 (+800),  di cui 4265 sono pazienti in isolamento a casa (+273), e 294 i ricoverati in terapia intensiva (+3). Le persone guarite sono 721 (+193), di cui 113 risultate negative in due tamponi consecutivi, i decessi 1077 (+92). Arrivano a 4323 i posti letto aggiuntivi (+408).

Nelle altre province: Piacenza 2.122 casi (+141), Parma 1.525 (+90), Reggio Emilia 1.586 (+149), Modena 1.533 (+179), Ferrara 204 (+14), Ravenna 387 (+19), Forlì-Cesena 454 (+17), Rimini 1.136 (+52).

Nel mentre, a dispetto dei recenti annunci della Regione, non sarebbe partita una campagna di test di positività per i dipendenti della sanità emiliano-romagnola. Ne scrive Sgb, che segnala “centinaia” di denunce all’Inail dovute al contagio.

Scrive inoltre il sindacato: “La situazione dei tamponi è diffusamente caotica anche per i cittadini che sono stati messi a casa in quarantena perché sintomatici e che sono in attesa di essere sottoposti al test. Infatti, una cruda realtà dell’attuale emergenza sanitaria è che vi è una carenza di reagenti (oltre alla scarsità di professionisti che possano effettuare tamponi a domicilio) che causa forti ritardi nella esecuzione dei tamponi e un considerevole sovraccarico di lavoro per i laboratori di analisi del servizio sanitario regionale. Tutto questo perché nelle aziende sanitarie e ospedaliere dell’Emilia-Romagna le dotazioni organiche basali sono stati ridotte al minimo da anni e anni di tagli, riduzione del personale, blocco del turnover e delle assunzioni, precariato diffuso, esternalizzazione dei servizi ecc. Sicché, in piena emergenza sanitaria, si vive anche il paradosso che, per quanto vi siano strutture e posti letto a disposizione, non c’è personale sufficiente per garantire la piena funzionalità dei servizi”.

Sgb chiede dunque alla giunta regionale “di informare e comunicare giornalmente il numero dei dipendenti del servizio sanitario regionale contagiati da Covid19, ma anche di mettere in pratica, a tutela della salute di tutte e tutti, una vasta operazione di prevenzione e protezione per contrastare efficacemente la diffusione della epidemia Covid-19 effettuando non solo tamponi oro-rino faringei a tutto il personale del servizio sanitario regionale, ma anche test sierologici basati su sull’identificazione di anticorpi IgG e IgM verso il coronavirus”. Tra le altre rivendicazioni, la stabilizzazione del personale di ogni ruolo e la compensazione con fondi regionali delle “scarse misure poste in essere dal governo per i congedi parentali e il baby sitting”

Un nuovo contributo arriva, intanto, da Vag61: “In questi giorni di quarantena e di isolamento fisico ci siamo confrontati/e su come poter dare seguito alle iniziative già programmate o in cantiere. Non è semplice, ma pensiamo sia importante continuare a lavorare alla loro realizzazione, continuare a informare, confrontarci, creare comunità e coscienza critica. Oggi più che mai crediamo che sia fondamentale contribuire alla nascita di nuove forme di resistenza che sappiano far fronte alle tante ingiustizie rese ancora più intollerabili dallo stato di crisi sanitaria, economica e sociale in cui ci troviamo. Vogliamo continuare a parlare di antifascismo, femminismo, Resistenza, memoria storica e dare spazio alle realtà che con noi avrebbero collaborato alla realizzazione delle iniziative. Nella consapevolezza che l’attività politica, culturale e sociale possa e debba reagire alle situazioni di difficoltà, vogliamo portare avanti percorsi già avviati e costruirne altri, cercando nuovi approcci per la condivisione di tutto questo. Con contributi vecchi e nuovi, materiali di archivio e di nuova realizzazione, iniziative rinviate e riformulate, compagne e compagni di viaggio da coinvolgere, cerchiamo nuove strade per non fermarci e per ritrovarci il più presto possibile”.