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Anarchici arrestati nel 2005, tutti prosciolti

Cinque anni fa sotto i riflettori dei media gli investigatori strombazzarono di aver catturato la cellula di bombaroli attiva a Bologna nel 2001, oggi il teorema crolla miseramente.

19 Maggio 2010 - 13:30

Non ci sarà nessun processo: cade l’accusa di associazione sovversiva “perché il fatto non sussiste”, quelle relative agli episodi specifici contestati “per non aver commesso il fatto”. E’ netta la pronuncia di ieri del gup in relazione ad una serie pacchi bomba rinvenuti nel 2001: quello di via dei Terribilia del 18 luglio 2001 (destinato a personale della Questura), i plichi esplosivi recapitati nello stesso periodo alla redazione del Tg4, ai Carabinieri di Genova e alla Benetton di Ponzano Veneto (Treviso).

Secondo il teorema accusatorio i sette imputati sarebbero stati membri della “Cooperativa artigiana fuoco e affini (occasionalmente spettacolare)”, “nucleo eversivo” operante a Bologna dal 2001 che poi conflui’ nella piu’ vasta Fai (Federazione anarchica informale, da non confondersi con la quasi omonima Federazione Anarchica Italiana fondata a Carrara nel 1945).

A due dei sette era stata imputatata anche una tentata rapina aggravata ad una banca di piazza dei Martiri a Bologna, il 19 dicembre 2001, a cui avrebbe partecipato anche il “ladro gentiluomo” Horst Fantazzini.

I sette passarono alcune settimane in custodia cautelare in carcere nel 2005, furono poi scarcerati dal riesame che giudicò inconsistenti gli indizi, non atti a dimostrare né l’esistenza di un’associazione sovversiva,né l’affiliazione degli indagati alla medesima, né la relazione di alcuno di loro con i fatti specifici contestati. Questa pronuncia, come quella analoga del Tribunale del Riesame alla base della revoca delle misure di custodia cautelare del 2005 contraddice nettamente il clamore mediatico con cui procura e investigatori presentarono ai tempi gli arresti.