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Al Sant’Orsola la protesta degli “studenti invisibili” di Medicina

Nella pandemia si è determinata una “voragine formativa”, denuncia il Gruppo Prometeo, che sottolinea “l’inadeguatezza dei tirocini online a sostituzione di quelli nei reparti”: lacuna che, sommata all’introduzione della laurea abilitante, “diventa pericolosa e poco tutelante sia per i neoabilitati sia per i loro pazienti”. C’erano anche gli studenti di Saperi Naviganti: “Necessario creare rete”.

21 Aprile 2021 - 19:44

Flash mob degli “studenti invisibili”, oggi, davanti al padiglione 5 del policlinico Sant’Orsola. L’iniziativa è stata lanciata dall’associazione Gruppo Prometeo, che si è rivolta a tutta la comunità studentesca dei corsi di laurea di Medicina e Chirurgia e Medicine and Surgery dell’Alma Mater “per denunciare le insoddisfacenti risposte messe in campo dall’Università in questo anno e mezzo di emergenza pandemica per la sua comunità studentesca e le storture del sistema formativo per studenti e studentesse di Medicina”. Nell’ultimo anno e mezzo, segnato dalla pandemia, “noi studenti e studentesse di Medicina abbiamo assistito ad una riduzione sostanziale in termini qualitativi e quantitativi della nostra attività formativa”, spiega Gruppo Prometeo: “Sicuramente, nel primo periodo dell’emergenza sanitaria, l’attivazione dei tirocini online ha permesso di non bloccare le carriere universitarie di tanti studenti e studentesse. Negli stessi mesi però, nonostante il proseguire della pandemia e la facile prevedibilità di una seconda ondata, che avrebbe inevitabilmente messo pressione alle strutture ospedaliere, è mancata sia la lungimiranza che la preoccupazione verso la nostra formazione”.

A studenti e studentesse “è impedito l’accesso ai reparti dal 9 marzo- continua l’associazione- nonostante la maggior parte sia già stata vaccinata. Alcune Unità operative hanno predisposto delle attività di recupero online dei tirocini, ma in maniera autonoma e scoordinata rispetto alle altre creando ulteriore confusione e differenze sostanziali tra i vari percorsi formativi. Il tutto è accentuato anche dalla mancanza di comunicazioni e direttive chiare da parte dell’Università. L’inadeguatezza di tirocini online a sostituzione di quelli all’interno dei reparti, per quanto concerne la formazione medica, è già di per sé evidente. Se a questo, poi, si aggiunge anche la recente introduzione della laurea abilitante, che consente a studenti e studentesse appena laureati di prendere immediato servizio come guardie mediche, in Pronto Soccorso o in strutture complesse quali le Rsa, la lacuna formativa diventa non solo ancora più grave ma anche pericolosa e poco tutelante sia per i neoabilitati sia per i loro pazienti. Tutto questo, sommato ad un passaggio alla didattica a distanza e a un preoccupante senso di alienazione di studenti e studentesse verso la loro Università, crea una vera e propria voragine formativa e non solo, cose che l’Alma Mater, però, continua ad ignorare. In questi mesi, di fronte a un’offerta formativa totalmente inadeguata non c’è stata alcuna riduzione delle tasse universitarie, così come, anche a livello degli organi di rappresentanza, non c’è stato reale ascolto rispetto alle istanze della popolazione studentesca che, invece, in queste ultime settimane, si è anche confrontata stendendo una vera e propria Carta dei Tirocini, all’interno della quale viene proposta una profonda riforma strutturale che permetterebbe alle Scuole di Medicina italiane di mettersi al passo con quelle Europee, in cui i futuri medici in formazione sono visti come una risorsa per i reparti e non un peso. Ciò è testimoniato dal fatto che, ad esempio, in Paesi come la Francia e la Spagna, anche nel pieno dell’emergenza pandemica, non è mai stato chiesto ai e alle tirocinanti di abbandonare i reparti ma, anzi, sono stati impiegati anch’essi, insieme al personale strutturato, nella gestione dell’emergenza”.

Le/gli studentesse/i hanno organizzato il flash mob posizionandosi nel prato di fronte al padiglione 5, “rispettando tutte le regole di distanziamento, con i nostri camici appesi da un mese nell’armadio, per uscire dalla nostra invisibilità di fronte alla Azienda ospedaliera ma soprattutto all’Università, indifferente e inerte nei nostri confronti”. Il flash mob, inoltre, è stato pensato come un momento in cui far vedere che “è possibile introdurre nuove pratiche all’interno dell’ospedale”, organizzando quattro laboratori nel parchetto tra il padiglione 4 e 5 “su tematiche sia pratiche che teoriche escluse della formazione, rispondendo con l’autogestione alle carenze sistematiche del nostro percorso formativo”.

Nel lanciare il presidio, il Gruppo Prometeo ha concluso con una citazione di Antonio Gramsci, “dalla quale ci sentiamo profondamente rappresentati”, ovvero: “Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza”.

C’erano anche gli studenti di Saperi Naviganti: “Questa mattina eravamo insieme alle future dottoresse e dottori del Gruppo Prometeo, davanti al padiglione 5 del Sant’Orsola.Tra le motivazioni che hanno portato a questo flash mob, in particolare spiccava la questione dei tirocini. Dopo più di un anno e mezzo, infatti, queste studentesse e studenti, futura classe di medici, è ancora costretta a svolgere i tirocini online, sulla base di videolezioni, prescindendo completamente dalla praticità che questa materia necessita all’interno degli ospedali stessi .Ovviamente in tutti e tutte è presente la consapevolezza della situazione pandemica, ma è inaccettabile che dopo tutto questo tempo non si siano trovate soluzioni alternative, o quantomeno una dovuta riduzione delle tasse -tra le più alte quelle della facoltà di medicina- a fronte della mancanza di questo servizio.Il tutto comporta un grave vulnus alla formamentis di questi giovani. Da evidenziare oltretutto che più volte queste studentesse e studenti hanno fatto un passo avanti per collaborare nella gestione sanitaria, come attualmente stanno facendo per il contact tracing. Massima attenzione quando c’è necessità, totale dimenticanza quando c’è da venire incontro ai bisogni e alle richieste, di assicurare il diritto ad una corretta formazione alle stesse persone che precedentemente ti danno una mano. Per questo ed altro è necessario creare rete tra noi, prenderci cura tra noi e autorganizzarci per richiedere e prenderci tutto ciò che ci spetta!”.