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Al 36 prima la “serrata”, poi le manganellate della celere

Dopo lo smontaggio dei tornelli effettuato ieri, stamattina le porte della biblioteca sono rimaste chiuse. Nel pomeriggio gli studenti entrano lo stesso avviando un’autogestione: agenti all’interno, si parla di cariche e feriti.

09 Febbraio 2017 - 17:51

Prima una vera e propria “serrata” da parte dell’Università, poi l’arrivo della celere con cariche e feriti. Questa la giornata che oggi sta facendo da seguito allo smontaggio, ieri, dei tornelli della biblioteca di via Zamboni 36. Stamattina le porte del 36 erano rimaste chiuse e così, qualche ora dopo, gli studenti le hanno aperte di propria iniziativa. “Centinaia di studenti e studentesse hanno riaperto questo spazio, proclamandone l’autogestione. perchè chiuso senza motivazione stamattina dall’università. Ora e’ tornato a essere un luogo aperto e accessibile, e invitiamo tutti e tutte a venirci a studiare”. Così il Cua sulla sua pagina Facebook: questa la risposta alla “ripicca” dell’Ateneo, che “ha impedito per la seconda volta agli studenti e alle studentesse di accedere alla propria sala studio. Ci siamo per questo riuniti in assemblea e abbiamo deciso di riaprire tutti e tutte assieme la biblioteca di discipline umanistiche! Vogliamo che l’università si assuma le sue responsabilità e agisca di conseguenza! La nostra compatta volontà collettiva ha espresso un’ istanza chiara: il 36 deve restare uno spazio libero ed accogliente! Il rettore deve assumere il portato delle nostre rivendicazioni e riportare il 36 al suo normale funzionamento, senza tornelli o barriere. Di fronte a un servizio che dovrebbe essere garantito e pubblico, loro arbitrariamente chiudono. Noi da qui non ce ne andremo sin quando le nostre giuste richieste non verranno accolte!”, ha ripetuto il Cua. E Hobo scrive: “Ieri l’assemblea delle studentesse e degli studenti ha deciso collettivamente di rispondere colpo su colpo ad ogni attacco dell’università nei confronti del 36, la nostra biblioteca ma anche simbolo di uno stile di vita e di esperienza universitaria altro. Dopo aver tirati giù i tornelli, questa mattina le porte del 36 erano chiuse. Per questo ci siamo riuniti di fronte al 38, la facoltà accanto, e siamo partiti per contrastare questa meschina serrata. Detto fatto: come i tornelli anche le porte vanno giù! Adesso il 36 è di nuovo aperto, libero e autogestito!”. Dal collettivo LuB: “La riappropriazione di oggi è stata una risposta collettiva di studenti e studentesse, perché il 36 è vissuto come uno spazio comune di socialità e studio, in cui tutt* devono avere la possibilità di entrare”.

La tensione è salita in serata: “Ll reparto celere è appena entrato nella sala studio del 36, manganellando violentemente gli studenti e le studentesse che stavano tranquillamente studiando. È una cosa gravissima e inammissibile”, scrive LuBo. “Cariche di polizia dentro la facoltà di Lettere, ci sono fermi e feriti”, racconta il Cua. “Venite tutti in via Zamboni”, è l’appello di Hobo.