Acabnews Bologna

Ad Anzola sfratto eseguito con la polizia

Un altro rinviato al 3 ottobre, Asia-Usb: “Comune trovi una soluzione dignitosa per la famiglia allontanata e cerchi una soluzione per l’altra”. E sugli effetti della riforma Erp: “Violento attacco al diritto alla casa”.

29 Settembre 2017 - 11:44

Uno sfratto eseguito con la forza pubblica, uno rinviato fino al 3 ottobre. E’ il bilancio della resistenza messa in atto da inquilini e solidali ieri mattina a San Giacomo del Martignone, frazione di Anzola dell’Emilia. Racconta Asia-Usb: “Abbiamo difeso lo sfratto di due famiglie della comunità marocchina del luogo. La Polizia, con l’ausilio di un battaglione di Carabinieri, ha provato a forzare la resistenza degli inquilini e solidali venuti a difendere l’ennesimo sfratto. Dopo un’ora sono riusciti a sfondare il cancello di entrata del cortile, grazie anche alla presenza dei Vigili del Fuoco, utilizzati per tagliare le reti e i lucchetti del cancello. Durante lo sfondamento dei cancelli una signora è svenuta e ha dovuto ricorrere alle cure del 118,. Inoltre, in quel frangente, anche una bambina è stata ferita alla gamba da un ferro della rete. Nel cortile le forze dell’ordine hanno trovato una forte resistenza e tenacia da parte degli inquilini e dei solidali. Dopo vari tentativi di entrare nei due appartamenti (tra scale dei pompieri, spintoni e minacce), sembrava che la situazione si stesse risolvendo al meglio, con una trattativa aperta con gli assistenti sociali presenti. Ma è stato proprio in quel frangente che la polizia ha effettuato un improvviso blitz nei due portoni, riuscendo ad entrare in uno dei due appartamenti. Mentre il primo appartamento veniva svuotato, consegnando la famiglia (solo la madre e i figli) ad una soluzione transitoria in un dormitorio a 30 km da Anzola, siamo invece riusciti a far rinviare lo sfratto dell’altra famiglia, ma con l’ufficiale che ha concesso solo cinque giorni”.

Continua Asia: “Ormai non solo nella città di Bologna e le sue periferie, ma anche in tutta la cinta metropolitana delle varie cittadine di provincia, si vedono le conseguenze dell’emergenza abitativa e della la totale mancanza di soluzioni adeguate per affrontare questo problema. Il sindaco di Anzola, molto bravo a promettere e poi a non mantenere le promesse, ha l’obbligo ora di ascoltare e trovare una soluzione dignitosa per la famiglia sfrattata e cercare di non arrivare al prossimo sfratto (previsto già per il 3 ottobre) senza soluzioni. Noi continueremo con le famiglie e la comunità di inquilini e solidali, che si è oggi battuta tenacemente , la battaglia per il diritto all’abitare: 1. Non vogliamo assistenza né assistenzialismo, ma diritti: casa e lavoro sono i primi tra questi e devono essere garantiti a tutti. 2. Non accetteremo ricatti: la casa e il lavoro, come tutti i diritti, vanno riconosciuti senza passare per rapporti clientelari o tra ‘amichetti’, queste non sono le modalità con cui operano le istituzioni Pubbliche. 3. Ogni alloggio vuoto di Anzola e dintorni va rimesso a disposizione in quota pubblica, o comunque equiparato per costi e modalità di assegnazione alla Casa Popolare”.

Sempre Asia, inoltre, interviene così sul tema delle quasi 700 famiglie che saranno escluse dall’Erp a causa della riforma regionale: “Il Pd si prepara per l’attacco finale ai diritti dei ceti popolari. E’ in arrivo una nuova ondata di sfratti in città. La governance cittadina dopo aver appaltato alla polizia e alla magistratura la gestione dell’emergenza abitativa, attuando con violenza gli sgomberi delle innumerevoli occupazioni abitative presenti in città, si prepara all’attacco finale al diritto alla casa. Se prima venivano prese di mira le famiglie resistenti presenti nelle occupazioni e coloro che resistevano al loro ingiusto sfratto ora il bersaglio dell’amministrazione diventeranno anche gli inquilini presenti negli alloggi popolari. La nuova riforma Erp prevede l’aumento del canone dell’alloggio e l’istituzione del ‘Turn over’ negli alloggi popolari. L’abbassamento della soglia di permanenza nelle case Acer (prima 34.000 Isee ora 24.000) provocherà l’esplusione di circa 490 famiglie che fino a prima della riforma avevano tutti i requisiti in regola. Il presidente di Acer dichiara: ‘Vogliamo lasciare la casa a chi ne ha davvero bisogno e oltre questa soglia le famiglie devono uscire’. Una chiara dichiarazione di guerra a tutti coloro ritenuti senza un vero bisogno da parte dell’Acer. L’amministrazione vuole creare una guerra tra famiglie ‘bisognose’ e famiglie ritenute ‘non più bisognose’ senza affrontare i reali problemi della gestione del patrimonio abitativo in città”.

Continua Asia: “Questa riforma ha il fine di trasformare, tramite l’istituto del ‘Turn over’, la ratio che ha costituito la nascita delle case pubbliche: da strumento di salario indiretto conquistato dalla popolazione, le case popolari diventeranno un servizio temporaneo per famiglie in difficoltà. Tale processo trasformerà cosi gli alloggi Acer in grosse strutture che gestiranno l’emergenza abitativa. Questa riforma si inserisce in un piano preciso volto ad attacare il diritto alla casa, invece di assegnare le numerose abitazioni sfitte di proprietà di Acer e del Comune, si preferisce sfrattare numerosi inquilini con il fine di creare nuovi posti per le molte famiglie in attesa di un alloggio popolare. Il Partito Democratico con questa nuova riforma porta avanti il suo piano di smantellamento dell’edilizia pubblica ponendosi di nuovo come garante degli interessi del mercato immobiliare. Eliminando e depotenziando l’ediliza popolare l’amministrazione garantisce cosi la rendita privata. Il mercato privato agirà sempre di più senza la concorrenza degli alloggi pubblici potendo cosi imporre, ancora più di prima, le proprie leggi di mercato a tutela degli interessi dei grossi gruppi di proprietari ai danni di tutte le famiglie che soffrono la crisi economica. Con questa operazione inoltre continua il progetto di gentificazione e di espulsione dei ceti popolari dai quartieri nel nome di Bologna ittà vetrina per turisti, dove le contraddizioni sociale non possono trovare spazio. Emblematico è l’esempio del quartiere Bolognina dove la costruzione della nuova Edilizia Sociale (vedi Trilogia Navile) ha portato ad una grossa speculazione ai danni degli abitanti. Quartiere in cui è presenta unalto tasso di case sfitte di proprietà di Acer, alloggi che non vengono assegnati ma verranno via via venduti ai grossi gruppi di interesse tramite l’utilizzo delle aste pubbliche. Questo attacco violento al diritto alla casa da parte del Partito Democratico dovrà trovare una forte risposta nei quartieri per difendere le famiglie sotto sfratto e imporre l’assegnazione delle case sfitte e la requsizione gli stabili privati e pubblici al fine di assegnare la casa a tutti coloro che ne hanno bisogno. Nessuno sfratto dalle case popolari sarà permesso”.