Attualità

Acqua, da governo e Pd “totale disprezzo della volontà popolare”

La denuncia del comitato Acqua bene comune di Bologna: stravolto in commissione il ddl ripubblicizzazione, mentre il testo unico sui servizi pubblici locali reintroduce la remunerazione degli investimenti cancellata dal referendum del 2011.

20 Marzo 2016 - 17:46

Acqua sotto attacco: stravolta dal PD la proposta di legge per la ripubblicizzazione dell’acqua

AcquaCinque anni dopo la straordinaria vittoria referendaria del movimento per l’acqua, il Partito Democratico in commissione Ambiente stravolge il disegno di legge per la ripubblicizzazione dell’acqua.

La proposta di legge è nata come proposta di legge di iniziativa popolare e sottoscritta da oltre 400.000 cittadini ed è stata ripresentata in questa legislatura dai parlamentari per l’acqua pubblica in accordo con il Forum Nazionale dei Movimenti dell’Acqua.

La legge che approda in parlamento è stata stravolta nel suo contenuto principale, il suo cuore, la ripubblicizzazione, alla faccia dei 27 milioni di cittadini che hanno votato al referendum.

E, mentre in Parlamento si consuma questa ignobile farsa, il governo Renzi e il ministro Madia tentano un affondo per chiudere definitivamente l’anomalia di un pronunciamento democratico dell’intero paese,con il Testo Unico sui servizi pubblici locali, decreto attuativo della Legge Madia n. 124/2015.

Tuttavia, mentre il comma c) dell’art. 19 della legge cosi recita: “individuazione della disciplina generale in materia di regolazione e organizzazione dei servizi di interesse economico generale di ambito locale (..) tenendo conto dell’esito del referendum abrogativo del 12 e 13 giugno 2011”, ecco quali sono le finalità dichiarate del decreto attuativo, così come riportate nell’analisi di impatto allegata:

a) ridurre la gestione pubblica dei servizi ai soli casi di stretta necessità;

b) garantire la razionalizzazione delle modalità di gestione dei servizi pubblici locali, in un’ottica di rafforzamento del ruolo dei soggetti privati.

Il decreto è un vero e proprio manifesto liberista che –art. 4, comma 2- promuove “la concorrenza, la libertà di stabilimento e la libertà di prestazione di servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione dei servizi pubblici locali di interesse economico generale”.

Logica conseguenza di quest’assunto sono:

l’obbligo di gestione dei servizi pubblici locali a rete attraverso società per azioni (art. 7, comma 1);

l’obbligo, laddove la società per azioni sia a totale capitale pubblico, di rendere conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato (art. 7 comma 3), di presentare un piano economico-finanziario relativo a tutta la durata dell’affidamento, sottoscritto da un istituto di credito (art. 7, comma 4), di acquisire il parere dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato.

E perché sia chiaro a tutti come l’anomalia referendaria vada definitivamente consegnata agli archivi, ecco ricomparire, dopo anni con cui si era tentato di nasconderla dentro la dicitura “oneri finanziari”, l’”adeguatezza della remunerazione del capitale investito” nella composizione della tariffa, nell’esatta dicitura che 26 milioni di cittadini avevano democraticamente abrogato.

Il totale disprezzo della volontà popolare e della democrazia non poteva essere meglio esternato.

Hanno annichilito il paese con la trappola-shock del debito pubblico e lo hanno rinchiuso nella gabbia del pareggio di bilancio, del patto di stabilità e dei vincoli monetaristi: ora si apprestano alla definitiva espropriazione di ciò che ci appartiene per consegnarlo ai grandi interessi delle lobby finanziarie.

Alle donne e agli uomini che in tutti questi anni hanno detto chiaramente come l’acqua e i beni comuni siano garanzia di diritti universali e, come tali, da sottrarre al mercato e da restituire alla gestione partecipativa delle comunità territoriali, il compito di fermare Renzi, Madia e le lobby della finanza, che hanno deciso di assecondare.

Oggi più che mai si scrive acqua, si legge democrazia.

Comitato Acqua Bene Comune Bologna