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Aborto, in Emilia-Romagna aumentano i ginecologi obiettori

L’ultimo rapporto della Regione rende noto che nel 2018 la percentuale è salita al 55,5%: era al 50,5% nel 2017 e al 49,8% nel 2016. A Bologna va molto peggio con il Sant’Orsola: si arriva intorno al 70%.

14 Ottobre 2019 - 12:21

In Emilia-Romagna aumenta la quota di medici che rifiutano di praticare l’interruzione volontaria di gravidanza. Nell’ultimo rapporto annuale diffuso dalla Regione, relativo al 2018, si rende noto che nelle strutture sanitarie in cui è possibile abortire l’incidenza dell’obiezione di coscienza tra il personale dipendente riguarda il 55,5% degli ostetrici-ginecologi (più il 32,2% dei medici anestesisti): la percentuale era del 50,5% nel 2017 e del 49,8% nel 2016. A Bologna, negli ospedali dell’Ausl i ginecologi obiettori sono il 47% (42,9% nel 2017) ma è il Sant’Orsola che preoccupa di più, confermando una percentuale ben superiore alla media: 69% (era addirittura all’80,6% nel 2017). A livello nazionale, l’incidenza dell’obiezione è del 68,4% tra i medici e del 45,6% tra gli anestesisti.

Il rapporto della Regione segnala anche che le interruzioni volontarie di gravidanza diminuiscono: 6.874 nel 2018, il numero piu’ basso dal 1980, con una diminuzione del 4% rispetto al 2017 (furono 7.130 casi). Anche a Bologna il numero è in diminuzione: 1.596 nel 2018 contro le 1.658 del 2017 e le 1.811 del 2016.