Acabnews Bologna

“Abortisco e non mi pento”, tante e tanti contro i No194 [foto+audio]

Musica, canti e performance disturbano la veglia degli integralisti cattolici di destra, una quindicina protetti da due blindati della polizia.

19 Dicembre 2015 - 15:55

In risposta all’appello delle Mujeres Libres un partecipato presidio, dalle prime ore di stamattina, ha rallentato l’afflusso dei manifestanti No194 a piazza San Giovanni in Monte, dove avevano annunciato una nuova veglia antiabortista. I veglianti, integralisti cattolici vicini all’estrema destra, si sono rilevati non essere più di una quindicina, protetti da due blindati e un cordone di polizia.

Il presidio è proseguito fin’oltre mezzogiorno all’incrocio tra via Farini e vicolo Monticelli, tra canti, performance, musica e interventi al megafono. Tra gli striscioni appesi in strada: “Libere e autodeterminate”, “Abortisco e non mi pento”, “Né stato né dio sul corpo mio decido io”.

“Siamo scese in piazza per dire che il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza non deve essere toccato – spiega un’attivista a Zeroincondotta – e per riportare l’attenzione sul problema dell’obiezione di coscenza che ha raggiunto percentuali altissime”.

> Ascolta l’audio:

 


> Foto di Flavia Sistilli:

Presidio contro No194 (foto Flavia Sistilli)

Presidio contro No194 (foto Flavia Sistilli)

 

 

> Il volantino distribuito in piazza:

La legge 194 dal 1978 sancisce la possibilità per le donne di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza (aborto) nei primi 90 giorni di gestazione (150 in caso di aborto terapeutico).

MA E’ VERAMENTE POSSIBILE ABORTIRE IN ITALIA?

A inizio novembre 2015 la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, presentando al Parlamento la relazione sullo stato di attuazione della legge 194, ha dato una lettura decisamente rosea dei dati. In Italia, infatti, nonostante la crescita senza sosta del numero di medici obiettori, le IVG per la prima volta sono scese sotto le centomila l’anno. Insomma, i medici disponibili a fare aborti sarebbero in numero congruo rispetto alla domanda di IVG. Tutto bene. Niente per cui preoccuparsi.

Ma il quadro italiano è molto diverso da quello che ci è stato raccontato in Parlamento: oltre ai medici che esercitano l’obiezione di coscienza (tutelata dall’art.9 della 194), ci sono intere strutture che, pur avendo il reparto di ginecologia, non eseguono IVG. Senza contare che l’aborto farmacologico con la pillola Ru486 è praticamente impossibile per chi vive al Centro-Sud e che chi deve sottoporsi a un aborto terapeutico spesso deve farlo all’estero. Insomma accedere all’IVG è sempre più difficile.

I dati parlano chiaro: in Italia gli obiettori sono aumentati del 17,3% in 30 anni. Nel 2014 in Italia il 70% dei ginecologi è obiettore con picchi del 90% in regioni come Basilicata, Molise e nella provincia autonoma di Bolzano.
Secondo la Laiga, Libera associazione italiana ginecologi per l’applicazione della 194, i dati, però, sarebbero al ribasso, non tengono, infatti, conto della cosiddetta obiezione di struttura: in 253 ospedali su 632 del nostro paese non è possibile abortire. I medici obiettori in Italia sarebbero quindi il 91, 3%.

E se pensate che nella nostra regione, l’Emilia-Romagna, la situazione sia più rosea, di fatto così non è. Poiché i medici obiettori sono “solo” il 56% e quindi accedere all’IVG è più “semplice”, molte donne residenti in regioni in cui abortire è praticamente impossibile vengono qui a farlo con il risultato di liste d’attesa che si allungano all’inverosimile.

Quindi perché le IVG sono calate? È merito di un maggiore uso di anticoncezionali o è a causa di un maggior ricorso ad aborti clandestini?
I dati del parlamento ci dicono che gli aborti clandestini sono circa 15/20 mila l’anno (dato per stessa ammissione del ministero sottostimato e non aggiornato dal 2008), più verosimilmente si aggirano intorno ai 40/50 mila l’anno. A questi si aggiungono gli aborti spontanei, secondo l’Istat, cresciuti del 20% negli ultimi 30 anni che molto spesso sono frutto di interventi “casalinghi” finiti male.
Insomma, le IVG in italia sono diminuite, ma sempre più spesso si ricorre all’”aborto fai-da-te” anche con farmaci acquistabili tramite siti internet che tra le controindicazioni in caso di massicce assunzioni hanno l’aborto. Chi può permetterselo, inoltre, va all’estero o si rivolge a cliniche private a caro prezzo dove a fare le IVG molte volte sono gli stessi medici che nel pubblico obiettano.

Insomma, nonostante la legge 194 sia in vigore da quasi 40 anni, interrompere una gravidanza in Italia è ancora molto difficile. Lo dimostrano le cifre, lo raccontano le storie e lo ha messo per iscritto il Consiglio d’Europa, che di recente ha condannato il nostro Paese per non aver rispettato il diritto alla salute delle donne che vogliono interrompere la gravidanza.

BASTA OBIEZIONE DI COSCIENZA SULL’ABORTO

IL BUON MEDICO NON OBIETTA!

Mujeres Libres Bologna