Dopo lo sgombero di stamane e le manganellate in rettorato

Con Bartleby [aggiornato]

Stanno pervendendo diversi comunicati di solidarietà all'esperienza di occupazione di via Capodilucca, interrotta manu militari alle prime luci dell'alba. Molte realtà fanno riferimento anche all'attacco che sta subendo in questi giorni Vag61
6 aprile 2009

Vai alla cronaca dello sgombero e della giornata di lotta degli ex-occupanti

 

Il filo bianco e nero dell'intolleranza e della repressione a Bologna.

Solidarietà allo spazio sociale autogestito VAG61 ed all'atelier occupato Bartleby, vittime dell'intolleranza e della repressione figlie delle manie autoritario-poliziesche che imperversano nella città cofferatiana, svendutasi al liberismo economico più sfrenato, che produrrà solo povertà in ogni senso...
Il comune di Bologna smarrito dallo sbando della propria compagine politica di maggioranza, si "appoggia" al bastone della "sicurezza", della "lotta al degrado" e del vaticano, aprendo la porta a neofascisti e nuovi inquisitori. Anche l'università di Bologna dimostra di allinearsi ai tempi, mettendo in mostra come unico strumento "formativo" la repressione violenta del dissenso!
Invece di dare voce a comitati "antidegrado" e sostenere le cariche agli studenti, amministrazione comunale e università di Bologna dovrebbero attivarsi per portare solidarietà laddove occorre, in special modo ora, agli abitanti della città di L'Aquila, senza però perdere di vista i problemi del territorio come il diritto alla Casa o il Diritto ad un Lavoro dignitoso.

Proponiamo che:
almeno una mensilità o gettoni di presenza dei vari assessori, sindaco e dirigenti di aziende pubbliche, parastatali ed enti locali e la percentuale degli oneri di urbanizzazione secondaria del bilancio del comune di Bologna spettante agli istituti religiosi, vengano devolute per l'acquisto di generi di prima necessità per le Persone vittime del terremoto a L'Aquila.

tanto ci premeva
cordialmente
lista RENO

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Come Sinistra Critica Bologna intendiamo esprimere piena solidarietà
agli studenti e alle studentesse dello spazio sociale Bartleby,
sgomberato nella mattina dello scorso lunedì ( 6 aprile) su ordine
del prefetto.
Acquistato dall' università nel 2002, questo spazio é stato lasciato per sette
lunghi anni in disuso: gli studenti e le studentesse dell'Onda lo
avevano finalmente sottratto al degrado ( quello vero ) programmando
una ricca serie di eventi culturali e musicali, ottenendo l'appoggio
di molti intellettuali e docenti, nonché degli stessi residenti di via
Capo di Lucca. Ancora una volta la miopia istituzionale ha represso
con la forza un percorso sorto dal basso che praticasse un altro
tipo di socialità, non asservita a logiche di mercato. A loro e a Vag 61,
anch'esso sotto attacco, di nuovo la nostra incondizionata solidarietà.

Sinistra Critica Bologna

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Il filo bianco e nero dell'intolleranza e della repressione a Bologna.


Solidarietà allo spazio sociale autogestito VAG61 ed all'atelier
occupato Bartleby, vittime dell'intolleranza e della repressione figlie
delle manie autoritario-poliziesche che imperversano nella città
cofferatiana, svendutasi al liberismo economico più sfrenato, che
produrrà solo povertà in ogni senso...
Il comune di Bologna smarrito dallo sbando della propria compagine
politica di maggioranza, si "appoggia" al bastone della "sicurezza",
della "lotta al degrado" e del vaticano, aprendo la porta a neofascisti
e nuovi inquisitori.
Anche l'università di Bologna dimostra di allinearsi ai tempi, mettendo
in mostra come unico strumento "formativo" la repressione violenta del
dissenso!
Invece di dare voce a comitati "antidegrado" e sostenere le cariche agli
studenti, amministrazione comunale e università di Bologna dovrebbero
attivarsi per portare solidarietà laddove occorre, in special modo ora,
agli abitanti della città di L'Aquila, senza però perdere di vista i
problemi del territorio come il diritto alla Casa o il Diritto ad un
Lavoro dignitoso.

Proponiamo che:
almeno una mensilità o gettoni di presenza dei vari assessori, sindaco e
dirigenti di aziende pubbliche, parastatali ed enti locali e la
percentuale degli oneri di urbanizzazione secondaria del bilancio del
comune di Bologna spettante agli istituti religiosi, vengano devolute
per l'acquisto di generi di prima necessità per le Persone vittime del
terremoto a L'Aquila.

tanto ci premeva
cordialmente
lista RENO

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Solidarietà a Bartleby e Vag61

Sempre più chiuse a ogni sperimentazione sociale e culturale, le istituzioni bolognesi non trovano oggi altra risposta che vietare, reprimere e sgomberare. Durante il mandato del pessimo sindaco Sergio Cofferati, Bologna ha visto un crescendo incredibile di decreti autoritari, allarmismi sulla "sicurezza", minacce e attentati contro i migranti, gesti sessisti e omofobi, aggressioni e violenze neofasciste.
Cofferati se ne va lasciandosi alle spalle una città più grigia, più ottusa, più violenta.

È in questo clima gretto e opaco che i vertici dell'Università di Bologna autorizzano - o comunque permettono - lo sgombero di uno spazio occupato e autogestito dagli studenti come Bartleby, che ha riscosso la solidarietà e l'interesse non solo di tantissimi studenti, ma anche di docenti e ricercatori. Non soltanto il Rettorato non ha scelto la via del dialogo, ma una studentessa è rimasta ferita da un'ingiustificabile, assurda manganellata.

È in questo clima mediocre e oppressivo che il comitato "Progetto Cirenaica" chiede di fatto la chiusura di Vag61 presentandolo falsamente, attraverso le pagine del Resto del Carlino e un servizio del Tg3 regionale, come una sorta di discoteca che diffonde musica "fino all'alba". Per noi Vag61 è invece un'esperienza viva di solidarietà e autogestione sociale al di fuori delle soffocanti logiche di mercato.

A Bartleby e Vag61 esprimiamo la nostra piena solidarietà e condanniamo vivamente quelle istituzioni "democratiche"sempre pronte a ricorrere al manganello e alla bugia in nome del perbenismo e del profitto.

Assemblea Antifascista Permanente - Bologna
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Esprimiamo la nostra condanna per lo sgombero
dell'Atelier Occupato Bartleby di Via Capo di Lucca

Con l'intervento della polizia, ancora una volta, si risponde con la forza al tentativo di creare a Bologna spazi sociali, giovanili e culturali.
Nella Bologna dei divieti di manifestare nel centro città, anche la chiusura di spazi sociali risponde alla necessità di ridurre gli ambiti e gli strumenti di organizzazione di chi si oppone ad una gestione della crisi da scaricare sui settori popolari, sui lavoratori, studenti, precari e disoccupati.
Lo stabile occupato dagli studenti era un locale in disuso di proprietà dell'Università di Bologna, che se non ha avuto nessuna fretta nel deciderne un suo uso pubblico, lasciandolo abbandonato, non ha avuto tentennamenti di fronte alla richiesta della Procura di sgomberare, dopo solo due settimane e con la forza, i locali di Via Capo di Lucca.
La stessa forza e violenza utilizzata, dalla polizia, contro gli stessi studenti che hanno organizzato subito dopo una giusta protesta al Rettorato, dove chiedevano di incontrare i responsabili istituzionali e proprietari dello stabile.
Una gestione espressamente repressiva che si accompagna alle minacce e richieste di sgombero di un altro spazio cittadino come quello del VAG61.
Esprimiamo la nostra solidarietà agli occupanti del Bartleby, sostenendo la necessità di garantire in questa città le iniziative e gli spazi di lotta e di organizzazione sociale.

RdB/CUB Bologna

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Fuori la polizia dall'Università!

Per l'autogestione degli spazi e dei saperi!
Antefatto: Tredici fa giorni alcuni studenti e studentesse dell'Università di Bologna hanno occupato uno stabile in via Capo di Lucca 30, uno stabile di proprietà dell'Università in disuso da quasi dieci anni. Il nome che è stato dato a quel progetto è "Bartleby", e l'idea era quella di un atelier della produzione culturale e politica. Un luogo in cui mettere in campo e in sinergia la forza di autoproduzione culturale e politica degli studenti e delle studentesse, dei precari e delle precarie. Immediatamente alcune decine di docenti dell'Università e di artisti, scrittori e musicisti si sono esposti in prima persona per appoggiare il progetto Bartleby.
Ieri, 6 aprile, la cecità degli organi accademici ha messo in campo repressione e violenza. Il rettorato, nella figura della Prorettrice agli studenti Paola Monari, ha inviato DIGOS , celere e carabinieri a sgomberare lo stabile. Uno stabile che era vuoto, abbandonato e triste in cui era stata portata cultura, vita, socialità. Ancora una volta il Rettore e tutta la sua corte dimostrano lo schiacciamento sulle posizioni d'ordine dello Sceriffo Cofferati, dimostrandosi ciechi anche nell'afferrare il fallimento del cofferatismo.
Dopo un presidio partecipato, in cui decine e decine di studenti e studentesse hanno portato la loro solidarietà al Bartleby occupato, dopo averci mandato ancora manganelli ed aver procurato otto punti di sutura ad una studentessa che tentava di far sentire la sua voce al Rettorato ed agli organi accademici, la prorettrice Monari si è finalmente decisa a partecipare ad un'assemblea che si è tenuta nel cortile del rettorato.
Ancora una volta, come già successo nei mesi scorsi, l'Alma Mater considera un movimento politico una questione di ordine pubblico da risolvere tramite provvedimenti prefettizi.
Certo, la prorettrice ci promette che tutti gli spazi di tutte le facoltà saranno sempre disponibili per iniziative studentesche di carattere politico e culturale anche dopo l'orario di chiusura, e ne prendiamo atto.
Certo, la prorettrice ci assicura che avremo sempre spazio per la nostra voce all'interno dell'Università.
Prendiamo atto delle dichiarazioni della prorettrice, ma non ci bastano.
Non ci bastano nella misura in cui alla disponibilità a parole seguono le manganellate in piazza. Non ci bastano nella misura in cui la nostra libera espressione, le nostre rivendicazioni e le nostre azioni pratiche di rimessa in discussione dal basso dello status quo universitario vengono trattate come fastidiosi contrattempi da risolvere con una chiamata alla digos.
Non ci siamo fermati e non ci fermeremo dinanzi alla repressione: ieri lo abbiamo dimostrato con un corteo che ha attraversato le strade del centro cittadino, che ha bloccato i viali, che ha occupato fino a notte fonda i
giardini del rettorato portandovi gli studenti e le studentesse, i ricercatori e le ricercatrici precari, che hanno diritto più di tutti ad usare quegli spazi.
E lo dimostreremo ancora con le nostre pratiche di formazione orizzontale, condivisa e conflittuale. Lo dimostreremo ancora continuando a fare cultura e musica all'università. Lo dimostreremo ancora portando critica e conflitto nelle aule vuote di quest'università. Lo dimostreremo ancora, autorganizzandoci contro chi ci vuole addomesticati, spenti e venduti.
Solidarietà al Bartleby occupato!

Assemblea Permanente di Scienze Politiche/Scipolmove

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Solidarietà a Bartleby, Vag61 e agli spazi sotto attacco

Dodici giorni fa veniva occupato il Bartleby. Un'occupazione compiuta da studenti in uno spazio di proprietà dell'università in disuso da anni.
Uno spazio dentro il quale portare avanti percorsi di autoformazione, proposta culturale e rivendicazione di diritti dentro l'università. La mattina del 6 aprile quest'esperimento ha subito un grave attacco, lo sgombero con forzato dell' immobile all'alba da parte di un grosso numero di digos, carabinieri e polizia. Un corteo spontaneo sorto sul posto ha poi cercato di entrare nel rettorato, trovando l'ingresso sbarrato e subendole cariche della polizia, in seguito alle quali una ragazza è stata portata in ospedale.
Otto punti di sutura in testa il bilancio della mattinata di protesta.
La manifestazione è arrivata , infine, nelle stanze del Rettorato. Decine di studenti e studentesse hanno attraversato il rettorato ribadendo la determinazione ad agire spazi liberi da logiche securitarie, di controllo e di produzione, a riaffermare la potenza della propria alternativa culturale e politiche.
Un corteo spontaneo, comunicativo e deciso, si è poi snodato per le strade della città praticando blocchi del traffico, per poi confluire e occupare l'edificio di via Zamboni 33.
Il flusso di studenti ha poi occupato i giardini dorati del rettorato, tenendoli aperti.
Lo sgombero arriva negli stessi giorni che il VAG61 di via Paolo Fabbri subisce un attacco diretto, con un fantomatico 'Progetto Cirenaica' che chiede la chiusura con la forza di una delle più importanti esperienze recenti di autogestione a Bologna. Uno spazio di comunicazione dal basso, aggregazione intergenerazionale e cultura popolare che da anni lotta per
una Bologna più aperta, più libera. Un'esperienza, come quella del Bartleby occupato, scomoda per chi vuole costruire una Bologna di razzismo, cemento e paura. Soggetti che dietro la maschera della "democrazia" legalitaria sanno rispondere solo con la violenza alla rivendicazione di libertà che si esprime nell'occupazione e nell'autogestione. La loro violenza è la conferma che i loro discorsi sono vuoti, la loro democrazia una farsa che di libertà non ha nulla.
Solidarietà al Bartleby occupato, al VAG61 e a tutti gli spazi sotto attacco.
Per l'autogestione degli spazi e della vita.

Aula C Autogestita-Scienze Politiche

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Solidarietà a Bartleby

Ancora una volta in città uno sgombero interrompe un percorso di autogestione e di condivisione di saperi e d'esperienze. Ma la straordinaria mobilitazione seguita all'intervento militare evidenzia al contempo che le istanze che hanno portato
all'occupazione dello spazio abbandonato dall'università in via Capo di Lucca non sono disponibili ad accettare il nuovo ordine imposto con la forza.
Da qui occorre ripartire.

Spazio Pubblico Xm24

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Solo dodici giorni fa nasceva «da una piega dell'Onda» e dall'occupazione di una stabile in via Capodilucca Bartleby, e parlavamo di una «boccata d'ossigeno per tutta la città».
Ora l'aria torna asfissiante: stamane la forze dell'ordine, su incarico della Procura, hanno sgomberato Bartleby, interrompendo un programma di alto livello culturale e negando ad una zona universitaria sempre più militarizzata un fondamentale spazio di socialità non mercificata e produzione lotta e sapere vivo. Tutta la nostra solidarietà alle compagne e ai compagni sgomberati, e in particolare alla studentessa ferita da una manganellata fuori da un rettorato blindato.

Nel frattempo un comitato ha chiesto la chiusura dello spazio che autogestiamo da anni, sottraendo al (vero) degrado i locali di via Paolo Fabbri 110.
Rispediamo al mittente ogni attacco agli spazi sociali, linfa vitale di una città che non vuole piegarsi al silenzio di morte e intolleranza a cui il delirio securitario la vuole condannare.

Vag61
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Il laboratorio Crash esprime solidarietà agli studenti e alle studentesse sgomberati questa mattina dalla polizia. Bartleby fin dal primo giorno di occupazione aveva iniziato ad essere uno spazio importante di aggregazione giovanile e produzione dal basso di cultura non mercificata. In questa città c'è bisogno di spazi liberati e di autogestione, risorse preziose per i precari, gli studenti e disoccupati che non sono più disposti a pagare il costo della crisi scatenata dai padroni. Per questo siamo al fianco di Bartleby e lotteremo con tutti e tutte quell* che vogliono continuare a conquistare spazi per affermare il diritto ad una socialità altra e all'espressione artistica, culturale e politica.

Lab Crash!
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Sgombero dopo sgombero dopo sgombero dopo sgombero...

Oggi è toccato essere sgomberato all´Atelier Occupato Bartleby. Il luogo di produzione culturale e di socialità, che l´Onda aveva sottratto al nulla a cui era stato destinato, è tornato questa mattina al non utilizzo precedente.
Pare che ciò sia avvenuto su diretta richiesta di sequestro preventivo dello stabile da parte della Procura. Così come era avvenuto per il Laboratorio Crash di via Zanardi.
Non contenti di ciò, le forze dell´ordine hanno pensato bene di impedire a suon di manganellate alle studentesse/precarie ed agli studenti/precari di Bartleby di avere un incontro immediato con l´Università (proprietaria dello stabile).
Contemporaneamente un fantomatico "comitato" della Cirenaica chiede di fatto - supportato in modo indecente da parte del sistema mediatico ufficiale - la chiusura anche di Vag61.
Prendiamo atto che le istituzioni locali dello Stato, assieme a qualche cittadino un po´ confuso, hanno deciso di aprire, a modo loro, la campagna elettorale nel segno di "legge ed ordine", anche se il recente divieto di manifestare nel centro di Bologna un po´ ci aveva insospettito.
Dopo questi anni di PD cofferatiano ne sentivamo davvero la mancanza!
Chi governa probabilmente preferisce che i giovani studenti e precari si ritrovino assieme - senza essere visibili e dare fastidio - solo per iniettarsi qualcosa nelle vene o spendere i loro soldi in qualche costoso locale alla moda.
Per noi, al contrario, essi sono l´unica speranza per far uscire dal declino culturale e sociale in cui le amministrazioni locali che si sono avvicendate hanno portato questa città e questa provincia.
A Bartleby e Vag61 va tutta la nostra solidarietà e saremo, come sempre, assieme a loro nelle mobilitazioni a sostegno di tutti gli spazi autogestiti, convinti come siamo che essi rappresentino una ricchezza per i nostri territori e non un problema di ordine pubblico.

Valerio Monteventi - Bologna Città Libera
Tiziano Loreti - Terre Libere
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Esprimiamo una netta condanna dello sgombero avvenuto questa mattina in via Capo di Lucca, contro lo spazio occupato "Bartlebly", uno stabile in disuso dell'università di Bologna che era stato restituito alla cultura e alla socialità. Si è usato il solito atteggiamento repressivo contro ragazze e ragazzi inermi, si è tornato nuovamente a usare il manganello contro chi a mani nude reclama diritti e spazi di agibilità politica e sociale. Tutto ciò e inacettabile e invitiamo a esprimersi in maniera decisiva anche tutte le forze democratiche e progressiste della città di Bologna che devono sollecitare tutte le istituzioni, a partire da quella universitaria, di farsi garanti dei bisogni e dei diritti delle stundentesse e degli studenti.
Allo stesso modo auspichiamo che non corra pericoli di sgombero il Vag61, una risorsa preziosa per la nostra città, in quanto fonte di socialità e di lotta al degrado in un quartiere difficile. Pertanto invitiamo il comitato "Progetto Cirenaica", che ne ha chiesto di fatto la chiusura, a guardare in faccia realmente le compagne e i compagni del Vag61 per capire quali sono le
loro reali intenzioni e come sia positiva la loro esperienza.
Gli spazi autogestiti, liberati dall'incuria e sottratti alle speculazioni, per Bologna sono risorse e non covi di banditi da sgomberare e chiudere.

Rossella Giordano - Segretaria Prc Federazione di Bologna
Agostino Giordano - Coordinatore Giovani Comunisti di Bologna
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I ragazzi del Bartleby chiedevano risposte in merito alla questione di agibilità dello spazio inutilizzato e occupato e riportato alla disponibilità delgi studenti e non solo Bolognesi. La risposta è arrivata ...con lo sgombero.
Situazione simile per il Vag dove il comitato antivag , con l'ausilio dei media producendo piena disinformazione su quello che è ed è stato nel corso del tempo il vag, ha chiesto intervento sul caso alle istituzioni...ed al futuro sindaco di Bologna.
Che dire? piena solidarietà al Vag 61 di Bologna , ed invito tutti a d aderire all'appello lanciato sul loro sito, ed al Bartleby , basta con la poltica sicuritaria e pseudolegalitaria...Gli sgomberi e le intimidazioni non fermeranno le lotte!

Marco Barone
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Lo sgombero di Bartleby, stabile occupato dagli studenti dell'Onda, fornisce ancora una volta una modalità di gestione della domanda di aggregazione sociale e culturale del tutto inefficace e ottusa. In questo senso riteniamo che le responsabilità di quanto avvenuto questa mattina siano anzitutto da individuare nella mancata volonta' dell'istituzione universitaria di aprire uno spazio di dialogo con gli studenti: ulteriormente inaccettabile da questo punto di vista l'uso della forza e dei manganelli con i quali e' stato negato l'accesso al rettorato agli studenti che reclamavano un incontro con la prorettrice Monari.
La questione della formazione e della cultura sollevate dall'occupazione studentesca investono a pieno il dibattito sul ruolo della stessa Università all'interno della citta': favorire lo sviluppo di esperienze che vedano protagonisti anzitutto coloro che ne costituiscono la principale fonte di ricchezza non solo economica, ovvero gli studenti, e, di conseguenza, la necessità di garantire spazi permanenti in cui poterle svolgere, divengono questioni altrettanto inderogabili. E' necessario quindi che
la programmazione urbanistica tenga adeguatamente conto di queste esigenze per evitare che luoghi di pregio ambientale
siano unicamente sottoposti alla speculazione edilizia.
Per questi motivi pensiamo sia necessario aprire un reale tavolo di confronto tra studenti, Universita' e amministrazione in grado di definire un percorso strategico e di ampio respiro nel rilancio della stessa zona universitaria.

Carlo Bottos, Presidente dei Verdi di Bologna
Filippo Boriani, vicepresidente dei Verdi di Bologna

Per l'Esecutivo Comunale dei Verdi di Bologna
Filippo Bortolini, Simona Bruni, Marco Coppi, Alessandro Masi

 

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