Lettera aperta dell'AAP al presidente del quartiere S. Stefano

Nessuna sala comunale ai fascisti di "Edera"

L'Assemblea Antifascista Permanente in una lettera aperta al presidente del quartire S. Stefano chiede che venga ritirato il permesso per lo svolgimento dell'iniziativa, organizzata dall'associazione di estrema destra, prevista per sabato nella Sala del Baraccano. Riceviamo e pubblichiamo dal blog dell'AAP.
9 marzo 2009

 

Gentile Andrea Forlani,
recentemente, come presidente del quartiere Santo Stefano, lei ha negato
una sala pubblica all’organizzazione neofascista CasaPound con queste
parole: «Sono assolutamente contrario a questo tipo di iniziative perché
credo che l’antifascismo sia ancora un valore in questa città»
.

Eppure nel pomeriggio di sabato 14 marzo ancora una volta l’Associazione
Culturale Edera svolgerà un’iniziativa presso la Sala del Baraccano
parlando di «Euflazione», una pseudo-dottrina economica che dissimula e
contrabbanda il vecchio mito antisemita del complotto finanziario
internazionale.

Non è certo la prima volta. Sabato 29 novembre 2008 una sala del
quartiere aveva ospitato un’iniziativa dell’Associazione Edera e di
CasaPound. Ed era già avvenuto anche il 21 aprile 2007,
nell’anniversario della Liberazione di Bologna, con una provocatoria
conferenza organizzata dall’Associazione Edera su «Etnicità, Eugenismo,
Genetica delle popolazioni». Anziché uno straccio di dibattito, a
rivendicare la necessità dell’eugenetica fu allora tal Stefano Vaj,
secondo cui, grazie «alle potenzialità della tecnica moderna» (cioè le
biotecnologie), l’eugenetica è «un passo obbligato di qualsiasi
possibile sogno di libertà e di potenza». A nulla valsero nei giorni
precedenti le numerose mail di protesta indirizzate proprio a Lei come
presidente del quartiere, affinché non concedesse una sala pubblica per
simili iniziative d’ispirazione neonazista, spesso frequentate anche da
fascisti nostalgici e naziskin violenti.

L’Associazione Edera di Bologna si autodefinisce un «sodalizio di
destra» con finalità di «promozione e diffusione dei valori spirituali e
delle idee proprie della tradizione culturale europea declinata in
ambito italico», cioè «la concezione che abbiamo del nostro popolo
(stirpe)». Le loro iniziative promuovono l’odio per chi è straniero e
“diverso” mascherato da amore per la «propria» terra e per la «propria»
città. Propagandando i valori dell’«autodifesa etnica totale in senso
nazionalpopolare», i loro discorsi mirano a manipolare un pubblico
acritico o inesperto, per orientarlo con astruse teorie
pseudo-intellettuali verso una cultura di chiaro stampo razzista.

Lo stile specifico dell’Associazione Edera consiste infatti nel
mimetismo politico e nella dissimulazione verbale: contenuti
ultranazionalisti, razzisti e neonazisti espressi con buona educazione e
con forbiti giri di frase. Dietro il velo delle parole, le idee portate
avanti da questi neofascisti – mascherati da rispettabili cittadini –
non sono che una versione aggiornata e travestita delle idee del
nazifascismo storico. Alla lobby giudaico-massonica, cara alla
propaganda nazista, subentra oggi la lobby mondialista. Al razzismo si
sostituisce il «no all’immigrazione» e il «no al multiculturalismo».
Anche il loro fittizio antimperialismo non è difesa della libertà, ma
politica di potenza, rivendicazione geopolitica della Nazione.

Le chiediamo pertanto: che senso ha rifiutare la padella di CasaPound
per poi ricadere nella brace dell’Associazione Edera, ideologicamente
ancor più nociva e insinuante dei «fascisti del terzo millennio»?
Davvero è tollerabile che, in sale pubbliche, si riapra la strada anche
solo allusivamente al razzismo e all’antisemitismo?

Come presidente del quartiere Santo Stefano, ultimamente Lei è stato
oggetto degli attacchi concertati e strumentali di CasaPound e An che
hanno richiesto le sue dimissioni, nel grossolano tentativo di
addossarLe la «responsabilità morale» della presunta e fasulla
«aggressione» di via Orfeo-Castiglione.

Ora, con questo passo indietro e con questa inconseguente concessione,
Lei sembra ignorare che, dalla riabilitazione dei «ragazzi di Salò» in
poi, la destra – dopo aver ringraziato soddisfatta – ha sempre fatto di
ogni concessione un avamposto per incrementare indefinitamente la sua
aggressività e i suoi abusi di potere: dai fenomeni di neosquadrismo
organizzato al revisionismo storico fino a una legislazione sempre più
xenofoba e discriminatoria, per la quale c’è chi ha parlato di «nuove
leggi razziali».

L’ultimo decennio ci ha mostrato che rabbonire o addolcire la destra
oltranzista e razzista con un malinteso senso di tolleranza è
un’illusione fallimentare. Noi crediamo che sia tempo di dare un valore
pieno alla parola responsabilità e di non procedere con il solito passo
del gambero: un passo avanti e tre indietro.

Le chiediamo pertanto di negare la sala il 14 marzo e che il quartiere
Santo Stefano stenda una dichiarazione di antifascismo, antirazzismo,
antisessismo, antiomofobia, antinegazionismo e contraria ai pregiudizi
antiebraici da far firmare a chiunque voglia usufruire di sale pubbliche
del quartiere.

Cordialmente,
l’Assemblea Antifascista Permanente