Nuova denuncia del blog sullo sfruttamento del lavoro stagionale

Schiavi in Riviera: intervista ad un "albergatore onesto"

Una lunga ed interessante intervista è apparsa sul blog "Schiavi in Riviera", punto di riferimento per i lavoratori stagionali di alberghi, spiagge e ristoranti della riviera romagnola. Tomas, albergatore noto per non sfruttare troppo i suoi dipendenti, racconta e analizza le dinamiche legate alle assunzioni e alla gestione dei lavoratori stagionali.
22 febbraio 2009

> Dal blog "Schiavi in Riviera":

Intervista ad un albergatore della Riviera romagnola

Tomas è un albergatore della riviera romagnola che abbiamo avuto la fortuna di intervistare grazie al suggerimento di Gianluca, un suo ex dipendente, che ci ha descritto Tomas come l’unico datore di lavoro onesto che abbia avuto l’occasione di incontrare nella sua carriera lavorativa.
Tomas e Gianluca sono nomi di fa schiavi in riviera ntasia, così come tutti quelli che seguiranno, come richiesto dall’intervistato.
Il vento è gelido, gli alberghi a Cesenatico quasi tutti chiusi, in pochi provano a scommettere sui turisti di Natale; per via di un imprevisto non abbiamo la macchina per andare all’appuntamento, quindi dobbiamo affrontare la mancanza di mezzi pubblici tra Bellaria e Cesenatico, ma questo è un altro capitolo, almeno apparentemente. Ad accoglierci c’è Valentina da anni lavora per Tomas, e con premura ci prepara il caffè servito in bicchierini di plastica, le spieghiamo che faremo un’intervista al titolare perché siamo stati informati del fatto che faccia lavorare i propri dipendenti in modo umano, sia per quanto concerne il giorno libero che la paga.
Non siamo solo Pirati che attraversano i Mari alla caccia di Schiavisti, ma vogliamo mettere in luce che qualcuno prova a trattare i lavoratori in modo differente rispetto alla norma romagnola.

Qual è la tua attività?

Ho un albergo nella riviera romagnola, aperto sei mesi all’anno.

Nel tuo albergo i dipendenti sono assunti con contratti regolari?

Sì… Io non sono un buon samaritano, è una logica d’investimento che mi porta ad avere un atteggiamento rispettoso dei miei dipendenti. Assumere gente poco preparata comporta una mancanza di organizzazione sul lavoro e quindi è conveniente solo per l’imprenditore che ha poca imprenditorialità e che vede nel basso prezzo la sola attrattiva turistica.
Io sono del parere che bisogna investire nella qualità, ma è anche vero che i grandi investimenti sono rischiosi. Quando si fa un investimento spesso non si ha un riscontro immediato. Il problema del personale è quindi una conseguenza, se non ti rinnovi puoi solo puntare sul prezzo economico, ma questo puoi farlo solo tagliando i costi e quindi utilizzi una merce scadente, non metti in regola il personale etc… ma poi anche il servizio ne risente. Tenere in regola il personale è per l’imprenditore uno svantaggio economico che però ha altri vantaggi se si fa un discorso di prospettiva, e quindi se si pensa all’organizzazione del lavoro, alla motivazione che il lavoratore ha a lavorare meglio ed in condizioni di serenità.

Perché non si investe per avere strutture nuove e innovative?

Se non si investe ciò è dovuto sia ad una incapacità, sia ad una impossibilità.
Anche se il passato anno per ristrutturare ventuno camere ho speso una cifra che non riesco a guadagnare in un’estate, il guadagno lo vedo se guardo in prospettiva.
Una volta i nostri nonni buttavano tutto nell’azienda, mentre oggi il trend è cambiato…

Cosa intendi dire?

Molti albergatori hanno investito in borsa. Ma non crediate, è un fenomeno generale: i dipendenti delle fabbriche hanno comprato le azioni della Parmalat e i grandi industriali italiani hanno investito nel mercato degli USA fino all’altro giorno. Bisogna anche dire, però, che da noi non ci sono aiuti. Ad esempio, in Trentino (?), la regione aiuta per il 50%: una metà attraverso dei mutui con interessi agevolati, l’altra metà a fondo perduto… Da noi, prova ad andare a chiedere i soldi per ristrutturare l’albergo!!

Quanti dipendenti hai?

Venticinque.

Quanto pesano i loro salari sul totale dei ricavi?

Mah, direi il 30%, in cui, secondo i nostri consulenti finanziari, dobbiamo includere lo stipendio del titolare. Come dicevo prima, se io garantisco un certo atteggiamento ai miei dipendenti, possono lavorare meglio e soddisfare i miei clienti. Se uno va al bar a parlare male del servizio nel mio albergo sono finito, certo adesso non c’è la fidelizzazione di una volta…

Adesso ci sono i siti internet che trattano di turismo?

Ma certamente. Oggi vengono consultati dai potenziali clienti i siti internet che parlano di turismo, utilizzati soprattutto dai turisti “veloci”, quelli del week-end o poco più per capirci. Da un lato, è difficile conquistare clienti che pernottano solo un week-end e si formano un giudizio in appena due giorni, dall’altro sempre più gente si fida dei commenti scritti su questi siti

Tornando al tema del lavoro, Gianluca ha detto che è stato bene nella tua azienda…

Gianluca, rispetto agli altri miei dipendenti, è stata un’eccezione perché ha lavorato solo per un anno da me; solitamente i miei dipendenti si fermano a lavorare per molte stagioni. Sono scelte…

Qual è il minimo salariale che tu dai ai dipendenti?


I 1200 euro al mese per 40 ore di lavoro alla settimana compreso il giorno di riposo settimanale, tfr a fine stagione, tredicesima, quattordicesima, ferie non godute, insomma sono tutti in regola. Io li metto in regola per 40 ore, anche se spesso, quando chiedo loro di fare qualche straordinario, la loro busta paga risulta più alta rispetto a quella indicata dal contratto nazionale.
Ma certo, i più preferiscono i famosi rumeni per risparmiare. In giro ci sono molti alberghi dove i rumeni lavorano per 1.000 euro, ma, sicuramente, ci saranno anche quelli che prendono di più senza avere una mansione specifica, sono quelli che vengono chiamati “i tuttofare”. Io, dovete sapere, non posso dare ai dipendenti 2.500 euro, quindi molti di questi non vengono a lavorare da me perché vogliono guadagnare di più.

Quando è iniziato il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori stranieri?

Circa dieci anni fa…

Il personale del tuo albergo è composto anche da stranieri?

Nel mio albergo non lavorano stranieri, a differenza di molti altri alberghi della zona. La motivazione ufficiale di chi si affida ai lavoratori extracomunitari è la loro flessibilità e disponibilità sul lavoro. In realtà sono molto poco preparati e vengono assunti perché costano molto meno e questo fa la differenza.

Come arrivano a lavorare negli alberghi in Romagna?


Attraverso pseudo-agenzie, che in realtà è caporalato. Queste persone (i lavoratori rumeni n.d.a) devono garantire una percentuale (del salario n.d.a) a tali figure (i mediatori-caporali n.d.a ) Ma parlo per sentito dire, io, ripeto, non li utilizzo.

Come gestisci il personale?


Un dipendente professionalizzato è uno che forma anche gli altri, da me le mele marce vengono eliminate autonomamente, cioè vengono eliminati dal gruppo. Non mi devo proprio rapportare con quello che non ha le carte in regola per stare in casa mia. La mia filosofia è costosa, ma quando un dipendente scazza è il cliente a pagarne direttamente, e io non voglio che accada.
I nostri clienti inoltre, ricercano nelle loro vacanze anche la possibilità di ritrovare un clima familiare, e i miei camerieri infatti sanno chi preferisce un piatto piuttosto che un altro, e le ragazze (le segretarie n.d.a) sanno come fare accoglienza con i diversi clienti.

Ma come si riesce a portare avanti questo modo di gestire il personale?

Io sono in grado di garantire certe condizioni al mio personale, perché ho certi standard, ma gli standard richiedono un certo numero di dipendenti. Io so che ci sono alberghi che hanno 100 clienti e hanno due camerieri. Ma come fanno sti poveri Cristi? Volano?

Forse basta correre e non rispondere alle richieste dei clienti….
Ma come fai con i costi rispetto agli altri albergatori?


E’ come ho già detto, pagando di più posso garantire un servizio migliore, vendibile ad un prezzo maggiore. Qui (in Romagna n.d.a) c'è una corsa la ribasso, ma riesco ad essere competitivo anche se i mie concorrenti hanno prezzi più bassi.

Questa corsa al ribasso, anche dei salari è una questione culturale?

Sicuramente è una questione culturale. La problematica principale è la qualificazione del personale, che sono pochi e alla fine ce li rubiamo fra di noi albergatori. Se licenziassi la mia segretaria qualificatissima, gli altri albergatori le farebbero i ponti d’oro per averla a lavorare da loro. D’estate quei pochi dipendenti qualificati vengono contesi tra noi albergatori perché se ne trovano pochissimi in giro. Il problema è che non c’è gente che voglia puntare su questo settore. È visto come un riempitivo. Chi invece investe su questo tipo di lavoro e possiede un notevole curriculum, può crescere. Ad esempio conosco un ragazzo che fa la stagione da me e poi, in inverno va in montagna e, in tutto, guadagna più di un direttore di banca. Per crescere poi, ci si può imbarcare su navi da crociera. Questo lavoratore specializzato ha un valore per me: se un cliente è alla ricerca di un buon vino di qualità non posso mandargli un rumeno.
Ma uno che vale non può stare fermo per dieci anni nello stesso albergo, alla fine se vai in Versilia fai un’esperienza e vedi un altro modo di lavorare. Tutti parlano di globalizzazione e voi mi parlate di Bellaria, ma posso limitarmi ( come dipendente nda ) a lavorare tutta la vita a Bellaria?
Noi abbiamo bisogno di donne qualificate anche per fare le camere. Non è una questione di persone, la mentalità del dipendente è: “Faccio un esperienza temporanea, sono ligio al lavoro, finisco la stagione e in da questo albergo non torno più”

Quello che dici è vero per un certo tipo di personale come cuochi, maître, sommelier …specializzato, ma ad esempio le cameriere ai piani (donne che fanno le camere), non intraprendono una specializzazione nel loro tipo di lavoro perché sanno che, almeno nella riviera romagnola, le condizioni lavorative offertegli dai datori sono spesso e volentieri illegali e quindi non sono stimolate ad iniziare un percorso formativo e di crescita in quel settore.
Pensando agli alberghi più piccoli del tuo, è possibile pensare a dipendenti “volanti”, che, lavorando in diversi alberghi, garantiscano a tutti il giorno libero….? Il modello per capirci, sarebbe quella delle cooperative bagnini nei confronti dei salvataggi…che funziona bene.


La vostra è solo una bella teoria. Nell’albergo il lavoro è differente che a spiaggia.

Per chiudere, pensi che i controlli degli ispettori del Lavoro siano aumentati?

Certamente sono aumentati, se vengono, di solito, “ti aprono” visto che controllano in modo mirato. Poi io ti parlo della situazione di Cesenatico, non so per il Riminese.

Un’ultima domanda: Sai che un dipendente stagionale può utilizzare il “diritto di precedenza” in base al decreto legislativo 368/2001 e la legge 247/2007?

No, non so nemmeno in cosa consiste. Nessun mio dipendente se ne è mai avvalso.