Processo Aldrovandi, si è tenuta il 9 gennaio la ventiquattresima udienza

Aldro, «fu morte violenta»

Sentito Gaethano Thiene, anatomopatologo di fama mondiale, che sulla base degli esami autoptici sul cuore esclude ogni altra spiegazione dall'asfissia per pressione toracica
11 gennaio 2009 - gi.ast.

Aldro è morto per un'asistolia da ematoma. E' una cartezza, nelle parole Gaethano Thiene, anatomo-patologo dell'Università di Padova, esperto di fama mondiale, ex presidente della Società americana di Patologia Cariovascolare, che durante l'udienza di venerdì scorso del Processo Aldrovandi ha confermato quanto scritto di suo pugno nella memoria presentata nell'udienza del 24 novembre. E l'unica causa possibile di tale asistolia sarebbe «una forza notevole, una pressione molto molto pesante» sul torace.
Thiene scarta decisamente ogni altra spiegazione: l'ematoma non può essersi formato dopo la morte del ragazzo, non si può trattare della excited delirium syndrome ipotizzata nelle perizie disposte dalla difesa, una morte per intossicazione da stupefacenti presenterebbe sintomi diversi.
Il cuore di Aldro insomma era sano, non si è trattato di morte naturale ma di morte traumatica. Una simile emorragia porta al decesso in alcuni minuti, ha aggiunto, «chi la subisce è coscente e lucido e può chiedere aiuto».
Riguardo ai consulenti che non hanno riscontrato prove di tale dinamica della morte di Federico, il commento di Thiene è lapidario: «nessuno di loro è patologo cardiovascolare»

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