Gli "ultimi fuochi" di Cofferati

Abdel in sciopero della fame e della sete

Ieri sera, alle 22, è iniziato la forma di lotta estrema e disperata di Abdelhadi Sanhaji , il gestore del Tarbakan di via del Pratello, uno dei cinque locali colpiti dall’ordinanza di Cofferati. Questa mattina l'incontro è andato a vuoto e, intanto, il sindaco annuncia più polizia in Piazza S. Stefano, dato che lì non ci sono locali.

10 dicembre 2008

una candela per Abdel Ieri sera, alle 22, è iniziato lo sciopero della fame e della sete di Abdel, il gestore del Tarbakan di via del Pratello, uno dei cinque locali colpiti dall’ordinanza del sindaco Cofferati.
Davanti al suo locale, alla stessa ora, si sono riunite decine di persone che gli hanno portato solidarietà accendendo un cero e posizionandolo davanti all’entrata. Altri locali del Pratello hanno chiuso e messo i ceri. La strada ieri sera, al di là del civico 96/f, era deserta, dava l’idea di una zona morta, colpita dal coprifuoco, con la polizia che girava a cadenza costante con auto e a piedi. Da una finestra della via, con un videoproiettore, dei ragazzi hanno proiettato sulla facciata di un palazzo l’immagine della fiamma di una candela, con la scritta “hope” che si ripeteva a ritmo quasi ossessionante.
Abdelhadi Sanhaji (Abdel) non toccherà cibo, di giorno starà in Piazza Maggiore, la sera e la notte starà nel suo locale ed è lì che dormirà.
In una lettera che distribuito spiega le ragioni della sua protesta estrema: "Non posso più aspettare, non riesco ad andare avanti e a dare da mangiare alla mia famiglia, è un caso sociale prima che economico. Sono quattro anni che va avanti una persecuzione nei confronti del mio locale, tra controlli e multe spesso per motivi futili. Ora con questa ordinanza Cofferati mi ha tolto il lavoro e la dignità, come posso ancora entrare in casa a testa alta quando vedo che ai miei figli mancano delle cose e io non posso dargliele?
Non ho tempo per aspettare mediazioni, io mi sono già bruciato, sono già al limite, ho dovuto rinunciare a tutti i miei progetti e a tutti i miei sogni.
Continuerò fino a che Cofferati non annuncerà il ritiro dell'ordinanza. Ho iniziato stasera perché oggi in Marocco è la Festa del montone e, se non fosse stato per l'ordinanza, a quest'ora avrei dovuto essere a festeggiarla nel mio paese. Ed era l’occasione per fare conoscere a mia madre il mio figlio più piccolo… da quando è nato non l’ha ancora visto. Avevo già prenotato il viaggio, ma ho dovuto annullarlo perché non ho più i soldi per andarci e non ce li ho nemmeno per mangiare".

Il comitato residenti felici “LiberaPratello” ha diramato un comunicato: “Abdel, vuole riaccendere, con il suo gesto, una nuova luce su via del Pratello. Vuole richiamare la nostra attenzione, i nostri occhi, la nostra voce, i nostri gesti. Via del Pratello non si deve spegnere, ed al buio imposto vuole opporsi con la luce del dialogo e della ragionevolezza. Il "Buio" che cala alla chiusura dei locali, è un buio che ci spaventa”.

Questa mattina, Abdel è salito all’anticamera del Consiglio Comunale, a Palazzo d’Accursio, come promesso ha portato i datteri e il latte per Cofferati “per addolcirgli la bocca”. Dopo più di un’ora davanti al suo ufficio è stato ricevuto dal sindaco che non nemmeno allungato una mano per ricevere i “doni”… così dopo un po’ Abdel li ha appoggiati sulla scrivania… Il colloquio, molto freddo e formale, non ha prodotto nessun risultato. Cofferati ha ribadito che non ha nessuna intenzione di ritirare le ordinanze. Abdel, all’uscita, ha detto che il sindaco gli ha risposto mettendo sul tavolo il fascicolo con tutte le denunce: “è stato duro, senza pietà. Non ha neanche sorriso per l'offerta dei datteri e del latte, né mi ha detto niente per il mio sciopero della fame. Io comunque continuerò con la mia protesta”.

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