La lotta contro le ordinanze del sindaco Cofferati

La "pratellanza" deve resistere

Un appello ai bolognesi e non, a quelli che vanno, che andavano e che ancora andranno in via del Pratello… E intanto, in Piazza Verdi “contro il degrado” viene aperto uno sportello bancario di Unicredit per gli sudenti… non sappiamo se ridere o piangere.


10 novembre 2008 - Franco Berardi Bifo

Cofferati stringe la mano a tex Da molti anni a Bologna si definisce degrado tutto ciò che non piace alla minoranza che detiene il potere sociale.
Sessantamila lavoratori e quarantamila studenti fuori sede incrementano la ricchezza della città, ma non sono ammessi al voto. La città non ne riconosce neppure l’esistenza. Paghino e stiano zitti. Sono nomadi non hanno diritti.
La minoranza stanziale e benpensante pensa che gli studenti vanno benissimo quando pagano trecento euro per un letto, ma sono degrado quando si aggirano nelle strade del centro vestiti in maniera tale generare turbamento ed allarme.
Il sindaco Cofferati ha costruite le sue fortune (si fa per dire…) sullo sfruttamento della paura. Ma per poter sfruttare la paura occorre creare la paura.
Da quattro anni la Giunta lavora a seminar paura.
L’ultima idea è quella di chiudere i locali nei quali gli studenti e i lavoratori si riuniscono la sera. Due settimane fa è stato fatto chiudere alle 18 un locale in piazza Aldrovandi [1 - 2 - 3]. Un locale che stava aperto ogni giorno fino alle dieci di sera. Dunque non poteva disturbare la notte degli onesti stanziali. Allora perché l’anno chiuso? Dall’ordinanza municipale si evince che il bar è stato chiuso perché si verificavano assembramenti di persone vestite in maniera tale da generare paura nella popolazione.
Motivazione fascistoide.
Venerdì scorso sono stati chiusi cinque locali nella via del Pratello [1- 2].
Forse il sindaco che tiene i suoi stivali su questa città non ne sa niente, lui che di Bologna è solo usurpatore, ma il Pratello è luogo in cui si è sedimentata nel tempo una tradizione di libertà di antifascismo e di indipendenza.
E' il luogo in cui i nazisti sequestrarono un comandante partigiano, in cui nacquero i primi gruppi della nuova sinistra, il luogo da cui trasmetteva Radio Alice, e nel quale le osterie da sempre sono ritrovo dell'intellettualità libera. E’ la via del Circolo Pavese dove negli anni sessanta si andava per ascoltar parlare Gianni Scalia e Vittorio Boarini. E’ la via del cinema Lumiere, gioiello della cineteca comunale, unica istituzione che ha saputo resistere all’epoca della barbarie.
Chiudono i locali. E adesso?
Adesso dove può andare quel migliaio di persone che ogni sera andavano a sedersi da Osvaldo o al Barazzo e negli altri locali della via? Si siederanno per terra? Non se ne parli. Un’ordinanza municipale vieta il sedersi per terra e multa coloro che infrangono questo divieto.
Quale idea di città ha nella sua lucida testa l’uomo che per alcuni mesi dovremmo sopportare ancora?
Sentite qual è la sua idea.
Anche piazza Verdi, non meno che via del Pratello, gode fama di luogo degradato.
Sono anni che comitati antidegrado si lamentano per quello che accade in piazza Verdi.
Ci sono le merde di cane e le lattine per terra. Allora adesso alla giunta è venuta un’idea.
Si è deciso che nella piazza sorgerà, finalmente, una banca. Sarà una filiale Unicredit e rimarrà aperta fino a tardi la sera.
Lo sportello bancario offrira' la possibilita' di effettuare operazioni come in una qualsiasi altra filiale dell'Unicredit (prelievi, pagamenti di tasse universitarie o bollette), ma fornira' supporto specifico anche per gli studenti stranieri e la gestione del prestito fiduciario.

Mi sembrava di avere capito, dalla lettura dei giornali negli ultimi due mesi, che il sistema bancario ha costruito una truffa gigantessa, basata generalmente sull’apertura di crediti e sullo strozzinaggio, che ha portato alla più spaventosa crisi finanziaria che il mondo abbia conosciuto.
Mi sembrava di avere capito che la concessione di prestiti agli studenti è servito, soprattutto in America, per catturarli dentro un meccanismo che li obbliga ad accettare qualsiasi lavoro pur di poter pagare il mutuo, come racconta benissimo Anya Kamenetz in un suo libro intitolato Generation Debt.
Alla ricerca di nuove prede il sistema bancario viene a curare il degrado di Piazza Verdi.
Possiamo immaginare la militarizzazione perpetua della zona, la ripulitura forzata dell’abbigliamento dei passanti.
L’idea che una banca possa vivacizzare un luogo in cui la gente si ritrova per chiacchierare bere e parlarsi poteva venire in mente soltanto a dei maniaci. Dei maniaci in ritardo, però.
Ci sono stati tempi in cui la banca poteva essere giudicata trendy, high tech, fascinosamente luminosa, ma quei tempi sono passati.
Adesso per gli studenti banca significa soltanto: coloro che stanno cercando di rubarci il futuro.
C’è qualcosa di torvo nel comportamento di questo sindaco del suo partito e della sua giunta.
Sanno che si avvicina il giorno in cui si parlerà di loro come di un brutto ricordo.
Sembrano Bush e Dick Cheney, si posso paragonare questi piccoletti a quei giganti del male.

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