La lotta delle Università non si ferma.

NoGelmini / Comunicato dall'assemblea No Gelmini di Scienze Politiche di Bologna

Pubblichiamo il comunicato dell'assemblea No Gelmini di Scienze Politiche, che ribadisce la volontà di continuare la mobilitazione e lancia un momento di socialità al termine dell'assemblea di Ateneo convocata da Calzolari. Appuntamento per domani, venerdì 24, alle 18e30 nel cortile della facoltà.


23 ottobre 2008

Dopo l'importante giornata di lotta di martedì che ci ha visto prendere parola nelle piazze, nelle strade di questa città la mobilitazione a scienze politiche continua, nonostante il consiglio di facoltà continui a dimostrarsi sordo alle richieste della mobilitazione.
Ieri il consiglio di facoltà di scienze politiche ha approvato un documento, scritto dallo stesso, nel quale non si prende una posizione di contrarietà ai  provvedimenti del governo riguardanti l'università, ma semplicemente  vengono accolti con deboli delle riserve. Le stesse riserve poste già da senato accademico e dal cda in linea con la posizione dell'aquis. Nei fatti il consiglio si dichiara preoccupato riguardo alla natura indifferenzata dei tagli, difendendo l'eccellenza dell'ateneo di bologna calcolata in base ai criteri che questo governo e i precedenti stanno cercando di imporre all'università pubblica: produttività, mercificazione del sapere, sfruttamento dei ricercatori precari, annichilimento della didattica.
Nell'Assemblea pubblica, chiesta dal preside al termine del consiglio di facoltà, questa posizione per noi inaccettabile si è resa evidente per tutti gli studenti presenti, e per molti docenti.
Come Assemblea permanente abbiamo portato un documento nel quale si chiedeva una presa di posizione netta contro il decreto e un aperto sostegno alla mobilitazione, da conncretizzarsi nelle forme di un blocco della didattica.
Nessuna di queste richieste è stata accolta, anzi, è risultato evidente come il consiglio di facoltà di scienze politiche sia schiacciato sulle posizione del rettore e dell'aquis.
Questa è l'ennesima prova di come sia impossibile, a scienze politiche, tentare un dialogo con il preside di facoltà e con il consiglio. Nonostante ciò, anche all'interno del corpo docente il consenso non è unanime, in questi giorni diversi docenti e ricercatori precari si sono mostrati disponibili a sostenere e a contribuire alla mobilitazione.
Noi andremo avanti con le nostre pratiche di autorganizzazione e di conflitto, tanto più necessario adesso che il governo Berlusconi ha mostrato la sua vera faccia. Alla minaccia di mettere a tacere un movimento trasversale, autorganizzato e dal basso che raccoglie  docenti, ricercatori,e studenti di tutti i gradi e livelli dell'istruzione. A chi cerca sporcamente di creare spaccature alimentando una vecchia logica di buoni e cattivi noi rispondiamo compatti con le nostre pratiche, riprendendoci i tempi e gli spazi che ci vengono continuamente negati.
A chi strilla sui giornali che vorrebbe che lasciassimo le nostre facoltà scappando dai manganelli rispondiamo che noi siamo le facoltà, che noi le facoltà non le lasciamo a chi vuole svenderle a confindustria.
Per questo proponiamo alla mobilitazione che al termine dell’assemblea di Ateneo di domani si confluisca in corteo tutti e tutte a Scienze Politiche per un grande momento di socialità che riprendendosi  gli spazi della facoltà dia una risposta forte a chi pensa di poter ridurre le nostre rivendicazioni ad un problema di ordine pubblico.    

Assemblea No Gelmini di Scienze Politiche

 

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