Un incontro pubblico proposto da Bologna città libera

Dal sindaco sceriffo al grande privatizzatore: la città ha bisogno di altro

Giovedì scorso, alle 10 di mattina, è arrivata la notizia del ritiro di Sergio Cofferati da candidato sindaco per il 2009. Subito dopo il vertice del PD bolognese ha indicato come suo successore Flavio Delbono (attuale vicepresidente della Regione ed ex assessore al Bilancio della Giunta Vitali). Ci sarà tempo di parlare delle sue "opere", intanto, giovedì 16 ottobre, alla Sala Bianca di Palazzo d'Accursio si discuterà del nuovo scenario politico che si è aperto in città.


14 ottobre 2008 - Valerio Monteventi

Flavio Delbono coffy+tex DAL SINDACO SCERIFFO AL GRANDE PRIVATIZZATORE: LA CITTA’ HA BISOGNO DI ALTRO

Giovedì 16 ottobre 2008, ore 20,30
INCONTRO PUBBLICO DI BOLOGNA CITTA’ LIBERA
Presso la
Sala Bianca di Palazzo d’Accursio

(si accede da Piazza Maggiore 6, dal cortile principale del palazzo comunale; a piedi, si sale per lo scalone dei cavalli; in ascensore, si prende quella per il Museo Morandi e ci si ferma al 1° piano).

Giovedì scorso, alle 10 di mattina, è arrivata la notizia del ritiro di Sergio Cofferati da candidato sindaco per il 2009.
La frase che più è circolata in città, accompagnata da una sensazione di sollievo è stata. “Il tiranno è caduto”.
Ma sarebbe da ottusi cantare vittoria, come se la città, con la partenza di Cofferati, si fosse liberata, in un sol colpo, dall’oppressione, dal dispotismo e dall’autocrazia. Qualcuno ha detto che “un macigno è stato rimosso”, ma noi riteniamo che (usando lo slang bolognese) che c’è ancora un bel “masagno” in mezzo alla strada. Ad ostacolare la liberazione di questa città ci sono ancora le politiche liberiste e securitarie di cui Cofferati è stato certamente portabandiera ed antesignano, ma che appartengono a pieno titolo a quel partito in decomposizione accelerata che si chiama Partito  Democratico.
Le politiche securitarie di cui Cofferati è stato il simbolo appartengono alla cultura ipocrita di tutto il suo partito.  Il dogma liberista che ha trovato nel Cofferati del luglio del 1993 il suo grimaldello antioperaio, non è il suo dogma personale, ma quello di tutto quel partito, che infatti sta affondando come il
liberismo.

BOLOGNA CITTA' LIBERA non è nata per battere il tiranno, ma per affrontare in campo aperto la tirannia: il potere stalino-liberista cittadino, i furbetti del quartierino Unipol, e il partito democratico che, dopo avere tradito i lavoratori, ora si offre come complemento alla mafia berlusconiana, come dimostra l'indegna vicenda Alitalia. Tutti vediamo l’ormai quotidiana genuflessione di Walter Veltroni di fronte alle compatibilità economiche e il suo arretramento davanti alla necessità di attaccare a fondo il governo Berlusconi.
Adesso qualcuno sosterrà che ci sono le condizioni per andare alle prossime elezioni amministrative tutti insieme con l’obiettivo di sconfiggere la reazione guazzalochiana.
Da alcune settimane in tutto il mondo si parla di un'unica cosa: il collasso  del sistema finanziario capitalistico, il crollo dell'ideologia liberista, l'approssimarsi di un'onda di miseria disoccupazione e barbarie e noi dovremmo metterci assieme a personaggi come Flavio Delbono che, da assessore al Bilancio al Comune di Bologna (dal 1995 al 1999), ha incarnato la svolta liberista del centro-sinistra della nostra città. Chi ha gestito, se non l’attuale vicepresidente della Regione, insieme all’ex sindaco Vitali, le principali scelte di privatizzazione del Comune (e parliamo di Farmacie Comunali, SEABO, Interporto, Aeroporto, ecc.)?
E non è che quelli che si contrapporranno a lui, nell’ambito delle Primarie, sostenendo la continuità delle politiche cofferatiane, ci garantiscono un “futuro migliore”.

Noi continuiamo per la strada (diversa) che abbiamo imboccato con la nascita di Bologna Città Libera. Invece di aggrapparsi disperatamente alle minuscole poltrone che si annidano in qualche anfratto della macchina amministrativa locale, concentreremo la nostra attenzione sugli effetti immediati e su quelli di medio periodo che la crisi in corso produrrà sulla società bolognese, e lavoreremo per trovare soluzioni politiche nuove, adeguate ad una simile accelerazione.
 
Quello che è in gioco in questi mesi e in queste settimane è il destino di milioni di uomini e di donne, e la possibilità di aprire una nuova fase di lotta, di condivisione culturale e di solidarietà e questo può avvenire se si à alternativi al partito di Matteo Colaninno e Massimo Calearo.
Noi puntiamo sulla creazione di un nuovo spazio pubblico alternativo alla disfatta in corso della società occidentale. Per cogliere questa opportunità non occorre l'alleanza con dei cadaveri, ma occorrono coerenza e fantasia. E la fantasia non è un optional per chi pretende di governare processi imprevedibili come il divenire della società.

per ulteriori informazioni:

www.bolognacittalibera,org

Per la gioia dei collezionisti politici alleghiamo un contributo audio realizzato un anno fa (il 13 ottobre 2007) dove venivano annunciate le dimissioni di Sergio Gaetano Cofferati

scarica "ngv_bo_it_20071013_cofferati_s_dimesso" qui a lato