Mercoledì 8 ottobre'08 ore 21, in via Paolo Fabbri 110, a Bologna

Dante De Angelis a Vag61

Assemblea pubblica, nell’ambito di “Riassumete Dante De Angelis”, la campagna di solidarietà a favore del ferroviere licenziato da TrenItalia, perché simbolo della lotta per la sicurezza sui luoghi di lavoro. All'inizio della serata verrà proiettato il cortometraggio "Antonio, ferroviere" che racconta del gravissimo incidente alla stazione di Piacenza in cui fu vittima un capotreno bolognese.

3 ottobre 2008

treno Mercoledì 8 ottobre 2008, ore 21

Vag 61, via Paolo Fabbri 110 Bologna

“Riassumete Dante De Angelis”

Assemblea pubblica, nell’ambito della campagna di solidarietà a favore del ferroviere licenziato da TrenItalia, perché simbolo della lotta per la sicurezza sui luoghi di lavoro.

Partecipano
- Dante De Angelis
- Giuseppe Pinto (Rls TrenItalia, compartimento di Bologna)
- Antonio Di Luccio (lavoratore Fs)
-
Prima dell’inizio del dibattito verrà proiettato il cortometraggio
ANTONIO FERROVIERE
che affronta la vicenda del gravissimo infortunio sul lavoro occorso nel 2006 al Capotreno di Bologna Antonio Di Luccio nella stazione di Piacenza.
Il video è realizzato dal regista forlivese Alessandro Quadretti, e si è classificato al terzo posto alla rassegna “Corto sicuro” (Concorso nazionale dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro).

Per i pochi che ancora non conoscono la storia di Dante De Angelis la raccontiamo brevemente.
Dante De Angelis, macchinista in forza al deposito locomotive di Roma S. Lorenzo, leader storico dei ferrovieri e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, viene accusato da TrenItalia di false dichiarazioni per aver divulgato la notizia che due treni Eurostar si erano spezzati nel giro di otto giorni, mettendo in guardia sulle condizioni dei convogli Fs. Si alza una polemica tra lavoratori e azienda.
La reazione arriva il giorno di Ferragosto: Trenitalia licenzia il ferroviere contestandogli di avere creato una situazione di "procurato allarme" ingiustificata e "avere leso gravemente l'immagine della Società", in "palese violazione dei suoi doveri di dipendente".
che afferma di essere.
"Siamo di fronte ad un vero e proprio accanimento personale nei confronti di chi si occupa di sicurezza. Dante è stato licenziato senza lettera, per ritorsione”, dicono i macchinisti.
Il sindacato dei macchinisti “Orsa” ha definito quello di De Angelis "un licenziamento facile e ingiustificato".
Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom, ha giudicato tutto ciò "un atto di fascismo aziendale".
De Angelis, già un’altra volta, nel 2006, aveva subito un analogo provvedimento, poi ritirato dalle Fs sempre per la sua attività sindacale durante la vertenza dei macchinisti contro il pedale dell'uomo morto". Il licenziamento era arrivato dopo la denuncia sulla mancanza di sicurezza andata in onda sulla puntata di Report nel 2003.

L’assemblea a VAG 61, oltre ad essere un momento di vicinanza e solidarietà a Dante, sarà l’occasionee per parlare di “morti bianche”, infortuni sul lavoro, lavoro nero e precarietà.
Si parlerà anche del clima di repressione e intimidazione che si vive oggi sui posti di lavoro. Venendo alla realtà bolognese, è paradigmatica la situazione dell’Alcisa di Zola Predosa dove un impiegato è stato sospeso per 3 giorni nel mese di maggio per un intervento in assemblea e, 3 mesi dopo, una seconda volta insieme a una collega con cui si stava candidando alle elezioni delle RSU nella lista Cobas.


Dante De Angelis HO FATTO SOLO IL MIO DOVERE
Dante De Angelis

«Incredibile, si è spezzato un treno Etr 500 a Milano Centrale, per fortuna era vuoto. Soppresso l´Eurostar T-biz». Con queste poche parole di un caro collega di Milano venni a sapere del fatto da cui è nata la denuncia per cui sono stato licenziato. In un primo momento la notizia mi era sembrata inverosimile, richiamo Milano per fare alcune verifiche e prendo atto che effettivamente si era spezzato un «mietitrebbia» come alcuni di noi chiamano l´Etr 500 per il suo rumore infernale, a bordo e a terra.
Eravamo abituati agli spezzamenti di treni "normali" durante la marcia, soprattutto merci e più raramente viaggiatori, dove, in presenza di agganci "lenti", il gioco tra i veicoli accentua le sollecitazioni "a strappo" sui tenditori. Un fatto inatteso e inspiegato per treni Etr di ultima generazione, a comando e controllo elettronico e con un sistema frenante molto più sofisticato. Come Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) non abbiamo potuto che preoccuparci perché nessuno può ragionevolmente escludere che la stessa cosa accaduta in manovra potesse accadere anche in corsa.
Negli ultimi mesi, come delegati alla sicurezza avevamo messo in evidenza e segnalato all´azienda, a tutti i livelli, dall´amministratore delegato ai dirigenti territoriali, problemi riguardanti gli Etr e relativi a manutenzione, controlli sulla manutenzione e usura che avevano generato incidenti, mancati incidenti o comunque situazioni di rischio.
A fronte del dovere primario del datore di lavoro di garantire la massima sicurezza tecnicamente possibile, il ruolo dei Rls è proprio questo: analizzare ciò che accade, cogliere i segnali di pericolo e, con la sua conoscenza di dettaglio del lavoro, valutare in anticipo, prevenire, in qualche modo "anticipare" le "cose pericolose" che potrebbero accadere in un sistema produttivo, una macchina, un cantiere ecc.
Credo di aver fatto assieme a molti altri compagni di lavoro solo il mio dovere, al fine di contribuire - nel nostro piccolo - a correggere alcune lacune tecniche ed organizzative che solo negli ultimi mesi hanno procurato diversi e gravi inconvenienti.
I ripetuti episodi di guasti meccanici agli Etr 480, da cui sono scaturite le inchieste delle procure di Orvieto e Bologna ed il sequestro di un treno, sono fatti veri; come è vera anche l´incredibile - anche per noi - perdita del "tetto" della locomotiva di un altro "mietitrebbia" avvenuta a 220 Km/h sulla direttissima Firenze Roma, che il 5 aprile scorso per un soffio non ha causato un disastro ferroviario di proporzioni imprevedibili. Tutti problemi per la soluzione dei quali abbiamo contribuito, proprio come Rls, segnalandoli sia all´azienda che alla magistratura che all´opinione pubblica.
L´accusa di false dichiarazioni che ho ricevuto da parte del presidente delle ferrovie, e alla base del licenziamento, mi ferisce profondamente. La risposta della azienda mi ha lasciato senza parole. Già una volta, nel marzo 2006, ero stato licenziato per essermi rifiutato, come da piattaforma sindacale, di condurre un Eurostar perché dotato del sistema Vacma ("Uomo morto"), dispositivo considerato pericoloso per lavoratori e viaggiatori anche da pareri di varie Ausl. Dopo sette mesi senza stipendio sono stato reintegrato, grazie alla mobilitazione dei miei colleghi macchinisti e di tanti altri lavoratori e alla dedizione del mio avvocato.
Su questa vicenda, e lo dico da Rls, si gioca una importante partita riguardante proprio il ruolo dei lavoratori nei casi in cui vi sono situazioni anche solo potenzialmente pericolose: devono stare zitti ad aspettare che accada l´incidente o possono denunciarne le possibili cause prima che questo accada?