Quei poveri e bravi ragazzi

Pubblichiamo il comunicato del L.S.O. PAZ di Rimini dopo a proposito dell'omicidio squadrista di Verona
9 maggio 2008 - Laboratorio Sociale Occupato PAZ (Rimini)

Quei "poveri" ragazzi, quante volte abbiamo sentito queste parole associate
alle gesta vomitevoli violenza e intolleranza verso i tredici che, la notte
del 24 settembre 2007, avevano progettato un vero e proprio assalto al
Laboratorio Sociale Paz, atto non solo a colpire il luogo fisico di
produzione di soggettività e di servizi verso quei "diversi" così tanto
osteggiati e criminalizzati, ma anche e soprattutto per colpire le persone
che lo animano, coloro che danno voce e corpo a quella progettualità
antirazzista, antifascista e antiomofobica bersaglio della più vile cultura
che fiancheggia il disagio e si nutre del pensiero nazista.

Quei poveri ragazzi, in fin dei conti solo "ragazzini", quei figli della
comunità, quelle gesta da minimizzare perché troppo difficile riconoscere
che la gravità e la bestialità di quell'attentato, di quelle aggressioni
fosse opera proprio dei figli di questa comunità, una comunità che in
maniera simile al clima che si respira a Verona, crea una distinzione fra
libertà ed essere umani, e criminalizza tutto ciò che è diverso, nella
spirale falsa e cieca di una sicurezza e di una lotta al degrado che
producono mostri.

I mostri delle ronde, i mostri dell'intolleranza come accade da diversi
anni anche nel centro storico di Rimini, dove in diverse occasioni giovani
sono stati aggrediti nelle tante cantinette del centro storico per una
toppa su un giacchetto o per chissà quale acconciatura.

Dopo i gravi fatti accaduti a Verona e la morte di Nicola, ci sentiamo
partecipi al dolore della famiglia e poniamo un interrogativo a chi,
politicamente e mediaticamente anche nel nostro territorio, ha sempre
cercato di sminuire i fatti legati a Forza nuova Rimini, legittimando di
fatto l'uso della violenza nazista, mistificandone le gesta e minimizzando
le responsabilità.

Le responsabilità di famiglie assenti, disinteressate quasi assuefatte
dalla noia, la responsabilità di una comunità che spinge su
un "senso unico" senza ritorno, fatto di ideologie sicuritarie, di paura,
di ansietà, di pericolo. Questo è accaduto a Verona, politica o non
politica, questo poteva accadere a Rimini.

Quando il valore della vita umana cessa di esistere, tutta la comunità ha
perso. Perché ha generato in grembo la bestialità, l'ha nutrita
dell'indifferenza, del vuoto totale di senso e di appartenenza. Comunità
che hanno allevato delle creature che a forza di perseguitare i diversi,
prima o poi colpiranno tutti. Nessuno escluso.

Lanciamo fin da ora un appuntamento pubblico, il 23 maggio, in p.zza
Cavour, una scadenza che come laboratorio biopolitico ci eravamo dati per
riportare alla centralità del dibattito la questione dell'ordinanza sul
degrado e per il pubblico decoro. Sarà l'occasione per ribadire e costruire
insieme a quella parte di città che rifiuta le logiche della segregazione,
della falsa sicurezza, delle false paure, un'altra ordinanza possibile, un
altro senso di appartenenza e di bene comune verso il nostro territorio,
che liberi gli spazi pubblici dal controllo che genera paura,
sensazionalismo, emergenzialità, razzismo e intolleranza.

Laboratorio Sociale Occupato PAZ

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