Ancora una volta una vita è perduta

Pubblichiamo un accorato appello contro l'indifferenza che spesso accompagna la violenza squadrista e fascista
9 maggio 2008 - Comitato Madri per Roma città aperta

Lettera aperta

Ancora una volta, a Verona, nel nostro paese, una vita è perduta per l´aggressione da parte di giovani che hanno come idea guida il razzismo, l´intolleranza del diverso. L´uso della violenza fisica e verbale è segno di una scomparsa della capacità critica che spinge il violento a proclamarsi giudice e boia del suo avversario dichiarato o anche di qualsiasi categoria egli senta come nemica. Il razzismo,come caccia al diverso, allo straniero, al povero, al deviante, a chi non accetta di appartenere al gruppo; la cultura sessista, omofoba, intollerante, escludente che nasconde la paura e l´incapacità di misurarsi con altre culture, di mettersi in discussione; la mitizzazione e l´uso della forza, delle armi, dei coltelli che vengono sfoderati e mostrati in ogni occasione; la diffusione di numerose bande di adolescenti che incombono sui quartieri di periferia portano un unico segno, quello dell´ideologia della sopraffazione, dell´odio per le minoranze e le diversità. Sono figli di una mistica razzista che si richiama ai principi fondanti dell´ideologia fascista e nazista. Nelle stanze di chi ha ucciso Nicola Tomassoli a Verona sono stati trovati i simboli del fascismo e del nazismo. Sulle braccia di chi ha ucciso Renato Biagetti a Roma erano tatuati i simboli della estrema destra.
Non vedere le dimensioni di questi fenomeni, anzi continuare a darne interpretazioni riduttive significa non capire che non stiamo parlando di`gruppetti´ e meno che mai di nostalgici ma di una parte di giovani italiani che guarda al passato non solo come insieme di simboli ma come prova che si può passare all´azione contro un mondo che non funziona e non può funzionare proprio perché è democratico e tollerante.
Eppure questa violenza non si cancella con le rivisitazioni della nostra storia ma piuttosto nel cercare di conoscere e capire come e perchè si senta "escluso" e "potente" chi vive come una gara e una sfida costante la vita della polis, qualunque sia la sua situazione geografica e anagrafica.

Le istituzioni, i massmedia, gli uomini di cultura sono chiamati a rispondere rispettivamente della loro inerzia e dei tanti opportunismi che, anche in queste ore, permettono di dare dignità di analisi socio-politica a quelle che sono solo pericolose farneticazioni.
Se solo al primo assalto, alla prima aggressione, al primo saluto romano,
fossero state applicate tempestivamente le leggi che in Italia mettono al bando il fascismo e il razzismo. Se solo la parola sicurezza fosse interpretata come battaglia per una cultura della tolleranza e del rispetto delle diversità. Se solo la parola antifascismo, invece di essere messa ad equa distanza dalla parola fascismo, fosse interpretata come l´azione continua dei cittadini democratici contro ogni forma di razzismo e intolleranza. Se solo continuassimo a considerarlo un valore fondante, Nicola e Renato sarebbero ancora qui con noi. E´ necessario interrogarci su cosa è oggi o che cosa può essere oggi l'antifascismo.
Noi ne siamo convinte: l´antifascismo oggi significa diritti, uguaglianza, partecipazione, pace.

Comitato Madri per Roma Città Aperta

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