Sabato 24 novembre manifestazione nazionale a Roma

Basta con la violenza sulle donne

Le donne rompono il silenzio per far valere i loro diritti e scendono in piazza.
22 novembre 2007

Bianchi,neri,gialli,di qualsiasi grado di parentela, italiani o stranieri, e di qualunque ceto sociale, parliamo di persone che hanno una cosa in comune: sono uomini. Sono loro i primi ad essere ritenuti responsabili per i crimini di violenza contro le donne.
E siamo in Italia, il paese della galanteria maschile, la nazione della frase "le donne non si sfiorano neanche con un fiore".
Ma in realtà, sia in Italia che altrove, il fatto di non venire sfiorata per una donna diventa addirittura una speranza.
La violenza contro le donne è un fenomeno molto esteso e i dati sono allarmanti: "secondo il rapporto presentato al Comitato per l'eguaglianza tra uomini e donne presso il Consiglio d'Europa, almeno una donna su cinque subisce nel corso della sua vita uno stupro o un tentativo di stupro; una su quattro fa l'esperienza di essere maltrattata da un partner o un ex partner; quasi tutte le donne hanno subito una o più molestie di tipo sessuale: telefonate oscene, esibizionismi, molestie sul lavoro e così via"(P. Romito, La violenza di genere sulle donne e minori, Franco Angeli 2000).
In più, l'Organizzazione Mondiale della Sanità valuta che solo in Italia circa mezzo milione di donne ha dichiarato di aver subito violenza sessuale nel corso della propria vita, per non parlare delle violenze subite dalle donne costrette alla prostituzione la cui percentuale va dal 65 al 90 % delle prostitute che vivono in Europa.
Per questo motivo la violenza sulle donne è considerata una violenza di genere, riconosciuta oggi dalla comunità internazionale come una violazione fondamentale dei diritti umani.
Ovviamente si sta generalizzando e quindi tutto ciò detto fin'ora non significa che ogni uomo abbia come obiettivo quello di usare violenza contro le donne; purtroppo però questo crimine è all'ordine del giorno ed è considerato da tutti gli individui, istituzioni sociali e Stato una questione privata, quindi una circoscrizione alla sfera privata di un crimine di ordine pubblico.
Il fatto che non esista ancora nessuna legge contro questo crimine, se non l'intervento tempestivo delle forze dell'ordine qualora si denunci una violenza, lascia pensare. Ma qualcosa si sta comunque muovendo: si discute sulla formulazione di una legge che vada a punire chi usa violenza psicologica sulle donne, incutendo terrore soprattutto tra le mura domestiche.
Il problema in realtà è anche un altro: non tutte le donne che subiscono violenza trovano il coraggio per denunciare il fatto, o meglio solo una piccolissima parte di loro lo fa.
Cos'è che impedisce alle donne di denunciare la violenza?
La paura di essere giudicate, magari di dover perdere una persona che in realtà si credeva diversa, o cos'altro?
Sono molte, purtroppo, le persone che potrebbere rispondere a queste domande e non lo fanno; ma quellli che vedono solo da fuori questo tipo di esperienza che non si può cancellare, direbbero subito: "non è meglio difendersi, combattere contro questo tipo di persone, piuttosto che coprirle?". Però si potrebbe aggiungere: "è troppo facile parlare quando non si è coinvolti...".
Allora è proprio questo che serve oggi... Ognuno deve rendersi conto che questi sono problemi che catturano tutti e non solo le singole persone che ne sono protagoniste. Si dovrebbe reagire tutti a qualsiasi tipo di violenza in modo da poter dare anche coraggio a chi deve affrontare una simile realtà.
Per rompere il silenzio sulla violenza contro le donne si terrà a Roma, il 24 novembre 2007, una manifestazione alla quale parteciperanno le donne, appunto. Questa iniziativa lascerà il posto alla Giornata Mondiale contro la violenza alle donne, domenica 25 novembre.