Il movimento contro la guerra è ancora vivo

La marcia Novara - Cameri contro gli F35 USA

Duemila attivisti NoWar hanno impedito domenica 4 novembre la "festa" delle Forze Armate all'aeroporto di Cameri, in provincia di Novara.

6 novembre 2007 - Rete Disarmiamoli!

A Novara insieme al corteo contro gli F35 è partita la raccolta di firme sulla Legge d'Iniziativa Popolare contro trattati internazionali, basi e servitù militari.
Per la prima volta dal 1946, quest'anno a Cameri il 4 novembre non si è potuto festeggiare. L'aeroporto è stato chiuso dalle autorità militari per timore della pacifica invasione degli oltre 2.000 manifestanti contrari alla costruzione dei bombardieri nucleari U.S.A. F35.
Gli 11 chilometri che distanziano Novara da quest'insediamento militare, sono stati percorsi dai novaresi insieme a moltissime delegazioni provenienti dal Veneto, dalla Lombardia, dalla Toscana, dalla Liguria, dal Lazio.
Dietro lo striscione d'apertura del Coordinamento contro gli F35 i No Dal Molin, i NO TAV, le bandiere del sindacalismo di base, i vari comitati contro le basi e la guerra presenti nelle varie città del Nord e del centro Italia. Tra gli altri, anche lo striscione della Rete nazionale Disarmiamoli!
Presenze importanti, che hanno trasformato la marcia - com'era nelle intenzioni dei promotori - in una scadenza di carattere generale, parte integrante della battaglia contro le devastazioni economiche, sociali, ambientali e culturali determinate dalle politiche militariste dell'attuale governo di centro sinistra.
La manifestazione del 4 novembre segue l'altrettanto riuscita mobilitazione del 19 maggio, quando il Coordinamento novarese, con un corteo che attraversò tutto il centro storico, ha lanciato l'allarme sul progetto di cooperazione economica Italia/USA firmato a Whashington dal sottosegretario alla Difesa Lorenzo Forcieri.
Da allora ad oggi l'esecutivo Prodi non ha assolutamente cambiato orientamento, a riprova della totale inconsistenza dell'opzione "pacifista" interna al suo esecutivo.
Il movimento contro la guerra, forte di una unità costruita intorno a mobilitazioni indipendenti da questo desolante quadro politico, si prepara ora alle prossime mobilitazioni, l'assemblea nazionale del 25 novembre, la due giorni del 7 - 8 dicembre in Val Di Susa, la tre giorni del 14 - 15 - 16 dicembre a Vicenza.
La campagna per la Legge d'Iniziativa Popolare su Trattati internazionali, Basi e Servitù militari s'inserisce appieno in questo percorso, come momento di coagulo e coordinamento nei vari Comitati promotori locali, strumento utile a costruire legami di massa nelle grandi metropoli, nelle città come nei paesini che costellano una penisola prigioniera di una fittissima rete di basi militari italiane e straniere, fabbriche d'armi, porti nucleari e poligoni di tiro.
Nella piazza di fronte alla stazione di Novara, prima della partenza del corteo e per tutta la giornata, sono stati allestiti due banchetti per la raccolta di firme sulla Legge.
A Novara come a Lecce, a Cagliari come a Catania ed in altri centri minori, nonostante il vergognoso black out della stampa "bipartisan", migliaia sono state le firme raccolte nel giorno di lancio della Legge d'Iniziativa Popolare su Trattati internazionali, Basi e Servitù militari .
Il 4 novembre a Novara il movimento contro la guerra ha segnato un altro punto a suo favore.

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